Di Laura Astarita e Leonardo Bratti.
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I Riti del Bardo. Foto di Fraternal Compagnia |
Si è conclusa in questi giorni la rassegna YOUth kNOWs presso la Cava delle Arti, a Bologna. Lo spazio si trova in Via Cavazzoni ed è la sede della scuola di teatro d'arte Louis Jouvet e della Fraternal Compagnia, un collettivo che da anni si impegna nello studio e nell'insegnamento della Commedia dell'Arte contemporanea.
«La Fraternal Compagnia è stata la prima associazione che ci ha accolti», ci racconta Beatrice Zanin. Beatrice fa parte di Asimmetrie Artistiche, una giovane compagnia al suo primo debutto.
Il Festival YOUth kNOWs nasce infatti dalla volontà della Fraternal Compagnia di dare uno spazio alle giovani realtà emergenti che saranno, un giorno, i protagonisti del teatro del futuro. In cartellone, vediamo ben tre spettacoli di Asimmetrie Artistiche. Decidiamo allora di incontrarli e chiedere loro come tutto è iniziato.
«L’estate del 2019 avevamo appena terminato il primo anno dell'Accademia di Bologna Alessandra Galante Garrone, dove ci siamo più o meno conosciuti tutti», ci racconta Beatrice. «Durante l’estate, sentivo questa enorme necessità di cominciare a pensare al mio futuro dopo l'Accademia. Pensavo alle cose che mi sarebbe piaciuto portare in scena, e così è nato il nostro primo spettacolo: I Riti del Bardo».
I Riti del Bardo è lo spettacolo che afferma Asimmetrie Artistiche come compagnia. Si tratta di una rappresentazione itinerante, nel corso della quale lo spettatore viene accompagnato in alcune delle più famose opere di Shakespeare. Alcune delle scene proposte sono legate ad un immaginario ameno molto caro al Bardo: la foresta. Il parco stesso in cui lo spettacolo è ambientato diventa quindi il fine e il mezzo della rappresentazione, per ricordarci che, in fondo, “tutto il mondo è un palcoscenico”.
«L’obiettivo de I Riti del Bardo è quello di rivalutare i parchi lasciati in decadimento. Lo spettacolo dovrebbe permettere ai cittadini di riscoprire questi luoghi».
Da qui, viene a galla il vero obiettivo a lungo termine di Asimmetrie Artistiche: creare un teatro sociale fatto dai giovani, per i giovani. Permettere ai coetanei di riscoprire il teatro. Sradicare l'idea di teatro che i millenials hanno in testa per poter offrire una valida alternativa ai social e a Netflix.
«Un ragazzo di 19 anni non si riavvicinerà mai al teatro se tu gli proponi di andare a vedere uno Shakespeare fatto come è fatto Shakespeare, nella sua prosa più pura. Nemmeno si andrà a teatro, però, per vedere uno spettacolo, magari anche di mezz’ora, che però è tutto movimento. Nel 2021 questi linguaggi non sono familiari, e perciò si fa fatica a comprenderli. Bisogna trovare una via di mezzo».
Un teatro che possa far da specchio alla società di oggi. Un teatro che possa parlare a chi fa parte della società. Come? Creando nuove drammaturgie e nuovi linguaggi basati sulla comunicazione, sul sociale e l'interdisciplinarietà.
Dopo un anno e mezzo passato al PC, secondo Asimmetrie Artistiche, il 2021 potrebbe rappresentare il momento perfetto per ricreare quella che è la necessità del pubblico verso il teatro, verso l'arte del qui e ora. La celebrazione dell'attimo, della vita. In questo senso il teatro può offrire una valida alternativa a Netflix, offrendo un assaggio della vita stessa.
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Memento Mori. Foto credits: Fraternal Compagnia |
Dalla convinzione che il teatro nasca per celebrare la vita, viene creato Memento Mori. Uno spettacolo scritto e diretto da Beatrice Zanin ed Elia Montanari, con la partecipazione degli attori Sofia Boschi e Filippo Gonnella.
Nonostante la sua atmosfera cupa e angosciante, infatti, Memento Mori è un inno alla vita. A vivere, inseguire, "vuotare il bicchiere fino all'ultima goccia". Per farlo, i registi usano una metafora: il gioco degli scacchi.
«La stasi, negli scacchi, è inconcepibile. Non puoi non fare la tua mossa, anche sapendo cosa ti aspetta», spiegano gli attori. E a noi viene spontaneo, a questo punto, chiedere quale sarà la prossima mossa per Asimmetrie Artistiche.
«Nel prossimi mesi, puntiamo a perfezionare questi tre spettacoli, che sono ancora imbastitimenti di spettacoli. Vorremmo approfondire un linguaggio che, partendo dal corpo, raggiunga infine l’altro. Sarà necessario, inoltre, definire un'identità di gruppo, capire cosa vogliamo dire con le nostre opere».
Asimmetrie Artistiche è un collettivo formato, al momento, da 5 artisti. Tuttavia, la compagnia è aperta anche alla collaborazione con artisti esterni. Un esempio è dato dal terzo spettacolo in rassegna: Marasma, una coproduzione tra Asimmetrie Artistiche e Dimeno Teatro (Clara Danese e Davide De Togni).
Marasma nasce dalla drammaturgia di Maria Chiara De Francesco, la quale mette in scena la storia delle donne della sua famiglia. Una storia vera, dunque, che ci porta in un Sud distante e intimo allo stesso tempo, in un Novecento poi non così troppo lontano, che ricalca il solco di una tragedia, purtroppo, ancora universale.
«Noi non vogliamo portare il magone al pubblico, vogliamo portare la leggerezza, o meglio cercare un’ottica di leggerezza. Non è nostra intenzione far emozionare il pubblico perché portiamo una tragedia, ma per la poetica che ci sta dietro».
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Marasma. Foto: Andrea Fabbri Cossarini |
Secondo i ragazzi di Asimmetrie Artistiche, infatti, il teatro del futuro dovrebbe risiedere interamente nella creazione di una nuova poetica funzionale al pubblico, più che all'attore.
«Le avanguardie dei primi Duemila si sono basate su una ricerca che ha portato il teatro a crearsi un pubblico "d'élite": teatralmente alfabetizzato, vecchio e benestante. Questo è ciò che segnerà la nostra morte. Il teatro non morirà mai, sia chiaro, ma se c’è un modo di rovinarlo è questo: trasformarlo in masturbazione. Mi spiego. Se io, attore, rappresento uno spettacolo che non è per te, ma per me stesso, mi sto masturbando. E noi siamo stufi di masturbarci, vogliamo scopare con il nostro pubblico».
I ragazzi di Asimmetrie Artistiche, tuttavia, sono ben consapevoli che il teatro del futuro non può prendere piede nelle piccole realtà che Bologna offre. Il loro obiettivo è quello di poter portare la loro poetica nei grandi teatri, nelle grandi città, all'estero: fare teatro lì, dove si può adempiere ad una funzione sociale, istituzionale.
«Noi nasciamo a Bologna e saremo sempre bolognesi. Bologna, rispetto a tante altre città, dà una fortissima risonanza ai giovani. Penso ad esempio alla rassegna YOUth KNOWs, nata perché la Fraternal Compagnia ha riconosciuto in noi una forza e ha voluto premiare il nostro entusiasmo e la nostra determinazione. Però noi puntiamo ad altro. L'obiettivo è quello di portare gli spettacoli che facciamo nei grandi teatri. Questo non significa tradire le piccole realtà come la Cava delle Arti, ma rendere queste realtà un trampolino per arrivare dove vogliamo. Non scorderemo mai, tuttavia, quali sono le nostre origini, e siamo certi che Bologna resterà sempre presente nelle nostre opere, in un modo o nell'altro».
In definitiva, Asimmetrie Artistiche è una compagnia appena nata e, sotto certi punti di vista, ancora in gestazione. Eppure, arriva alla sua prima rassegna con ben tre spettacoli. Forse più “imbastimenti di spettacoli”, come loro stessi li hanno definiti, ma in cui è già visibile l’obiettivo di questa giovane compagnia: dare vita a un teatro che faccia l’amore con il pubblico.
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Ingresso spazio Cava delle Arti. Fonte: profilo Instagram di Fraternal Compagnia. |
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