La poetica cinematografica dell'uomo in piscina

Di Alessandra Vita

A volte, quando si guarda un film, certe scene o inquadrature ci ricordano qualcosa che abbiamo già visto. Questo articolo verte proprio su ciò.

Qualche settimana fa stavo guardando The Rocky Horror Picture Show. Arrivata alla scena in cui Frank-N-Furter canta i versi “don't dream it, be it” mi è sorto un dubbio: dove avevo già visto quella inquadratura? Una persona ripresa dall'alto mentre è in una piscina.

Poi ho realizzato.

Il Laureato, Rocky Horror, Palm Springs e perfino la serie animata Bojack Horseman. In tutti questi quattro prodotti vi è un momento simile, e tali scene sono tutte profondamente collegate. Come?

Oserei dire che esiste una vera e propria poetica dell'inquadratura dall'alto dell'uomo in piscina.

Per capirla però bisogna esaminare i punti esatti in cui queste scene sono poste.


IL LAUREATO (1967)

Dustin Hoffman in una scena de Il Laureato

Verso la fine degli anni '60 il  cinema hollywoodiano si reinventa. Ha inizio la New Hollywood: cambiano i modelli fisici degli attori e le storie. Un film fondamentale per questa trasformazione è stato Il laureato. Sullo schermo iniziano a essere mostrate storie anomale rispetto a quelle del cinema classico. Il laureato racconta la crisi di identità di un giovane laureato instradato dalla famiglia a prendere il posto nel mondo che si aspettano che prenda. Eppure lui non vuole sottostare a questi schemi. Tutto il racconto è una continua negazione di quelli che erano i classici valori della società americana.

Una buona metà del film è la storia di una persona che non fa niente, non sa che fare della sua esistenza e si lascia trascinare. Nella sequenza in piscina egli va letteralmente alla deriva. Il galleggiare rappresenta il modo di affrontare la vita del protagonista: non affrontarla, rimandare le decisioni e lasciarsi trasportare dalla corrente. La sequenza è costruita come un pendolo tra la piscina e la camera da letto. Si tratta di una sequenza a episodi eppure non c'è nessuna progressione: è un lungo momento di pausa narrativa che crea un vuoto. L'atmosfera è aiutata dalla colonna sonora anomala: per la prima volta si usano delle canzoni pop, quelle di Simon e Garfunkel.

La piscina quindi è qui un'allegoria della passività del protagonista.


THE ROCKY HORROR PICTURE SHOW (1975)

Tim Curry in una scena di The Rocky Horror Picture Show


Come Il laureato, anche questo film è figlio della New Hollywood.

Moravia in Comizi d'amore di Pasolini diceva “Le cose che si capiscono non scandalizzano. [...] Il personaggio che si scandalizza è il personaggio che vede qualcosa di diverso da se stesso e, al tempo stesso, di minaccioso [...] che minaccia l'immagine che ha di sé. Lo scandalo è, in fondo, la paura di perdere la propria personalità.". The Rocky Horror Picture Show parla proprio di questo: distruggere l'ipermoralismo borghese facendo conoscere ciò che viene considerato un tabù.

Durante la scena in piscina vediamo il dottor Frank-N-Furter su un salvagente del Titanic. Sul fondo della piscina è presente una riproduzione della creazione dell'uomo di Michelangelo: Frank è una declinazione dello “scienziato pazzo”, ha creato Rocky, ma ha anche metaforicamente ridato la vita a Brad e Janet. Eppure il salvagente del Titanic ci rivela il destino di Frank: il naufragio. Con la sua sfrenata ricerca del piacere e il suo stile di vita estremo, egli è diventato troppo per il mondo. Ora ha  raggiunto il suo punto massimo, ha completato le sue creazioni. Nell'acqua i corpi sono più leggeri si lasciano guidare dalla corrente senza interferire. E la morale di Frank viene rivelata proprio nella piscina: “don't dream it, be it”, diventa ciò che inconsciamente hai sempre sognato, non porti freni inibitori, fatti trasportare.


PALM SPRINGS (2020)

Andy Samberg in una scena di Palm Springs


Ci sono molti film sui loop temporali, ma il più recente Palm Springs è incantevole. La storia è incentrata su Nyles, un ragazzo costretto a rivivere per sempre il giorno in cui è andato a un matrimonio di alcuni amici della sua ragazza.

Il film comincia in medias res: lo spettatore non capisce subito di star guardando la storia di qualcuno intrappolato in un loop temporale. Eppure la sceneggiatura per tutta la prima parte semina indizi.

La scena di Nyles in piscina è fondamentale in tal senso. Il ragazzo, sdraiato su un enorme salvagente a forma di fetta di pizza, noncurante pronuncia la frase “Today, tomorrow, yesterday: it's all the same”. Per lui ogni giorno è, effettivamente, uguale all'altro. Il senso di rassegnazione nei confronti della vita che già era presente in film della New Hollywood, viene qui portato allo stremo. Nyles è un altro personaggio che va alla deriva, ma non per inettitudine: egli semplicemente non ha più il controllo della sua vita, è l'unico sveglio in un mondo che si ripete. E allora perché impegnarsi in qualcosa se domani tutto ricomincerà da capo? Non è un caso che lui faccia quel discorso proprio in piscina: il galleggiare è una metafora del suo stile di vita.


BOJACK HORSEMAN (2014 - 2020)

Frame dai titoli di testa di BoJack Horseman

BoJack Horseman è senza dubbio una delle migliori serie prodotte da Netflix. Tutti i personaggi non sono perfetti, commettono errori e, pur essendo per la maggior parte animali antropomorfi, sono molto umani. L'iconografia della piscina assume una posizione centrale nella storia. 

Sin dai titoli di testa della prima stagione fino a quelli dell'ultima stagione infatti, appaiono sempre due scene: BoJack che cade nella piscina di casa sua e per poco non annega e BoJack disteso su un materassino a prendere il sole in acqua. Tutti questi momenti, così come la presenza di un quadro raffigurante un cavallo che osserva un altro cavallo affogare in una piscina, non sono altro che anticipazioni del finale destinato al protagonista.

La piscina è una metafora perfetta della vita di BoJack: egli non fa altro che commettere errori e cercare di rimediarvi non riuscendoci. BoJack torna a galla per poi riaffondare. Il protagonista non è davvero padrone della sua vita, anche lui si lascia trascinare e sopraffare, quasi come se avesse paura di imparare a nuotare. Perché prima di essere in grado di nuotare ci saranno varie volte in cui ti sentirai annegare e BoJack ha paura di rischiare e di chiedere aiuto. Preferisce stare a galla come può.
E forse non è un caso se una delle migliori puntate della serie si sia tenuta interamente sottacqua.

Ho trovato molto interessante la funzione narrativa e l'uso metaforico dell'inquadratura dall'alto dell'uomo in piscina utilizzata in questi prodotti. Chissà, magari tra i prossimi film in uscita si nasconderà una scena simile. Io continuerò a guardarmi intorno.

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