Di Silvia Strambi
A dicembre 2018 andavo al cinema a vedere una pellicola che aspettavo con grande eccitazione. Si trattava di Bohemian Rhapsody, un film biografico (o biopic) ispirato alla band inglese Queen e al suo eccentrico frontman, Freddie Mercury.
Estate 2019. Venivo trascinata al cinema all'aperto dalla mia famiglia, per vedere Rocketman, biopic ispirato alla storia del musicista inglese Sir Elton John. Le mie aspettative erano più che basse.
Tuttavia, entrambe le mie previsioni su questi film sono state completamente ribaltate: Bohemian Rhapsody mi ha profondamente delusa; Rocketman, al contrario, è riuscito ad emozionarmi e ad intrattenermi in maniera straordinaria.
Strano, perché le premesse sono molto simili. I due film condividono anche un regista. Infatti Dexter Fletcher, a capo di Rocketman, ha lavorato non accreditato anche a Bohemian Rhapsody dopo alcuni problemi col regista originale, Bryan Singer.
Quindi, cosa rende (per me) Rocketman un buon film e cosa invece Bohemian Rhapsody decisamente meno interessante? Scopriamolo insieme.
Taron Egerton in Rocketman (2019) |
Piccola premessa di rito: l'articolo conterrà spoiler da entrambi i film. Oltre a ciò, ho deciso di concentrarmi su queste opere unicamente come prodotti artistici, senza prendere come metodo di giudizio la veridicità degli eventi narrati. Quando mi riferisco ai protagonisti dei film coi loro nomi parlo della loro controparte filmica, non di Elton John e Freddie Mercury come persone.
PREMESSE SIMILI, RISULTATI DIVERSI
Come già accennato, la trama che sorregge entrambi i film è praticamente identica.
Tutti e due narrano l'ascesa alla fama di due artisti eccentrici e omosessuali, che ad un certo punto si trovano in una relazione tossica con il proprio manager e cominciano una spirale discendente che li porta all'abuso di sostanze. Tutti e due, a seguito di questa deriva, interrompono i rapporti con le persone importanti della loro vita, salvo poi "redimersi" nel finale.
La differenza chiave tra i due film è che il cuore della vicenda di Elton non sta nella sua fama, ma nella sua umanità. All'inizio del film ci si dedica interamente all'infanzia della futura star, soprattutto alla sua difficile situazione famigliare. Gli elementi che vediamo in questa prima parte avranno conseguenze nella vita del musicista: il terrore di Elton di non poter essere amato, il suo aggrapparsi a chiunque gli mostri un minimo di affetto, la costante ricerca di approvazione. La fama e le sue pressioni sono il fattore determinante nel far crollare una psiche già debole.
Oltre a ciò, questi primi minuti ci aiutano a conoscere ed apprezzare Elton prima della fama. È un ragazzo creativo, timido, dolce e affettuoso, ma anche prono all'ansia e che necessita di costanti attenzioni. Insomma, un essere umano coi suoi pregi e difetti.
I primi minuti di Bohemian Rhapsody, invece, parlano della salita alla fama di Freddie e dei Queen. Ci mancano elementi che ci facciano comprendere questi personaggi, per cui quando nella seconda metà di film il protagonista soccombe alla dipendenza e al vizio risulta tutto immotivato.
La mancanza di una personalità approfondita danneggia soprattutto Freddie: il personaggio è insopportabile. In costante conflitto con le persone che provano a supportarlo, si atteggia in maniera superiore anche prima di diventare famoso, tanto che è difficile percepire uno stacco tra ciò che era prima e dopo la sua caduta nel vizio. Ed è difficile capire cosa gli altri trovino in lui, o perché lui pretenda di essere trattato con gentilezza dopo aver bistrattato le persone importanti della sua vita.
Il che ci porta ad un altro punto dolente per questi film: le relazioni.
In Rocketman il nucleo famigliare di Elton ci viene presentato nel dettaglio all'inizio e poi riappare più volte. In particolar modo la figura della madre grava sulla sua esistenza. Ogni interazione con lei rappresenta una 'ricaduta' nel percorso artistico e personale del personaggio.
Oltre alla propria famiglia, i legami principali che Elton stringe nel corso del film sono l'amicizia con Bernie Taupin, suo storico paroliere, e la relazione amorosa col suo manager, John Reid.
Piccola curiosità: il personaggio di John Reid appare anche in Bohemian Rhapsody.
Pochi legami, e ben definiti: Bernie è l'amico fedele che c'è dall'inizio e con cui c'è intesa artistica, John è l'uomo con cui Elton vive una relazione tossica, credendo di non meritare di meglio
Anche Freddie, come ho accennato, vive una relazione tossica col proprio manager, Paul. Ma in Bohemian Rhapsody non c'è solo la relazione/rapporto di lavoro con Paul. In Bohemian Rhapsody c'è l'amicizia con gli altri membri dei Queen, il rapporto conflittuale con la famiglia, la storia d'amore sottosviluppata con Jim Hutton, e infine l'amicizia con Mary Austin. Amicizia/amore che prende buona parte della durata del film, portando via tanto tempo che potrebbe essere dedicato a sviluppare altri personaggi e il loro legame col frontman.
Che la pellicola abbia problemi di minutaggio, d'altronde, lo dimostra il fatto che gli ultimi 15 minuti siano stati usati per ricostruire lo storico concerto del Live AID. 15 minuti spettacolari, specialmente al cinema, ma che tolgono spazio a possibili sviluppi.
Quelli che ne escono più monocordi, secondo me, sono gli stessi Queen. Gli altri tre membri della band interpretano diverse variazioni dello stereotipo dell'amico scherzoso ma con la testa sulle spalle. Viene ridotto di molto il loro impatto nella band: vediamo solo Freddie comporre ed è lui a dare vita a buona parte delle idee geniali che resero i Queen così rivoluzionari. Freddie si isola spesso per creare, non collabora quasi mai con gli altri, o è Mary a fargli da musa. Difficile essere investiti (o anche solo credere) in un legame di amicizia e di lavoro, se le premesse sono queste.
Alla fine del film, i due protagonisti si rimettono sulla retta via, prendendo azioni drastiche nella loro vita. Per Freddie il cambiamento consiste nel licenziamento del suo manager/amante, Paul, e il riunirsi alla band, per Elton nell'auto internarsi in una clinica riabilitativa.
La prima scelta implica che tolta l'influenza negativa e ritornato dai suoi amici tutto sarà rose e fiori per Freddie. Una visione decisamente idealistica, visto che il cantante versa palesemente in una depressione nera, oltre che nella dipendenza da sostanze.
La seconda è invece molto più significativa: il protagonista prende finalmente consapevolezza del fatto che l'unica persona che sta danneggiando Elton John è Elton John. E dunque quello che deve fare, prima di poter rientrare in società, è reinventare se stesso.
Un cambiamento piccolo che però aggiunge valore al finale: I'm still standing, il numero con cui si chiude Rocketman, è un inno alla sopravvivenza, alla possibilità di rialzarsi, reso ancora più gioioso perché questa nuova vita che Elton si è costruito è nata dal duro lavoro su di sé.
Lavoro che Freddie non ha dovuto fare. E di cui avrebbe davvero avuto bisogno.
I'm Still Standing, scena da Rocketman (2019)
ROCKETMAN SPICCA IL VOLO: L'ASPETTO TECNICO
Un altro grande punto forte di Rocketman rispetto a Bohemian Rhapsody è il suo comparto tecnico.
In entrambi i film i momenti in cui la regia si sbizzarrisce sono quelli musicali.
Tuttavia i diversi generi (Bohemian Rhapsody è un semplice biopic, Rocketman un musical) portano a diversi utilizzi di queste scene. In Bohemian Rhapsody tutti i numeri musicali sono diegetici (interni all'universo del film); in Rocketman sono, con poche eccezioni (tra cui la scena in cui Elton compone Your song) extra diegetici.
Questo vuol dire che nel primo film la stilizzazione è data principalmente dall'eccentricità delle esibizioni dei Queen. Anche il montaggio offre qualche guizzo interessante, in queste occasioni. In particolar modo le sequenze finali del Live AID presentano scelte registiche audaci, come il carrello che sorvola la folla dello stadio. Peccato sia un po' poco: il film per il resto della sua durata è appena competente e usa le riprese più standard possibili per raccontare la storia.
Rocketman, al contrario, stilizza all'eccesso i numeri musicali, a partire dalla regia e dalla fotografia. Oltre a ciò, dimostra di aver assimilato la regola d'oro del cinema: "show, don't tell" ('mostra, non dire').
Prendiamo alcuni esempi.
Nel primo numero musicale, The Bitch is back, l'ambiente è completamente desaturato, eccezion fatta per due persone: l'Elton bambino e l'Elton adulto. Con questo semplice accorgimento la fotografia sta reindirizzando la nostra attenzione sul punto focale della scena e ci sta implicitamente dicendo qualcosa sullo stile di vita del protagonista da bambino, sul 'grigiore' della sua infanzia.
Saturday night's alright (for fighting) è probabilmente la scena migliore, a livello tecnico. Il numero è un lungo piano sequenza che dura tre minuti e venti, con 3 stacchi abilmente nascosti (e uno abbastanza evidente verso la fine). Un trucchetto tipico dei film musical classici, riesumato anche da Damien Chazelle nel suo La La Land.
In Pinball Wizard Elton è ripreso mentre canta e suona al piano. I suoi vestiti cambiano di continuo, i primi piani sono distorti, le riprese sono innaturalmente rapide. Il tutto rende subito evidente quanto le date del tour si confondano nella sua mente, sia per il programma serrato sia per il suo stato alterato.
Probabilmente la scena nel film che riesce a combinare al meglio un ottimo reparto registico con un forte significato è il numero Rocketman.
Elton si getta a peso morto nella propria piscina, toccando letteralmente il fondo (una discesa non realizzata in computer grafica). Le parole della canzone ci fanno percepire l'estraneità che ormai sente nei confronti della propria esistenza. L'uomo si identifica come il 'Rocketman' del titolo, a cui 'manca la Terra' e 'la propria vita'.
Si prosegue con il protagonista che viene trasportato in ambulanza. Ma con un'immediata transizione passiamo dal lettino d'ospedale a lui che viene fisicamente manipolato da un gruppo di persone che lo preparano per un concerto. Un semplice accorgimento che rende subito chiara un'idea: che sia passato pochissimo tempo tra il suo incidente e il riprendere del suo tour.
Rocketman, dal film Rocketman (2019)
Detto in poche parole: Rocketman ci parla attraverso la regia, regia che abbraccia lo stile dell'artista di cui sta parlando (come aveva fatto più radicalmente nel 2002 la regista Julie Taymor col film Frida). Anche le canzoni, per la maggior parte del tempo, contribuiscono a raccontarci la storia, non sono selezionate casualmente per dare mostra del repertorio del cantante.
Bohemian Rhapsody si affida troppe volte al 'dirci' che qualcosa sta accadendo, senza mostrarlo, e ad eccezione di poche scene felici anche i numeri musicali ben riusciti sono poco più che questo: numeri musicali ben riusciti. Numeri musicali che, tra l'altro, non fanno procedere la trama, anzi, spesso la bloccano. Più che integrati con la storia, sembrano solo tappe obbligate nel catalogo della band.
TUTTO FUMO E NIENTE ARROSTO: COME TRATTARE ARGOMENTI CONTROVERSI
La vita di Freddie Mercury è stata, al pari di molti suoi colleghi in quel periodo (Elton John compreso), caratterizzata da eccessi e vizi. Un'esistenza terminata tragicamente con la morte nel 1991, a causa dell'AIDS.
Eppure questa vita di eccessi non viene mai affrontata in maniera aperta: il film si limita ad accennare, a farci intuire. Non che fosse necessario mostrare nel dettaglio gli elementi sgradevoli della sua esistenza, ma risulta controproducente sanitizzare la storia di una celebrità conosciuta anche per le sue stravaganze.
Non solo questo, ma il film è molto attento a non dipingere mai Freddie in maniera troppo negativa. Nonostante per buona parte del film si comporti da prima donna saccente, non si fa percepire questo atteggiamento come tossico. Le scelte sbagliate che fa, come abbandonare la band o non aderire inizialmente al Live AID, non sono attribuite a lui ma al suo manager. Così facendo non solo si toglie complessità al personaggio, ma lo si priva anche della responsabilità delle proprie azioni.
È davvero saggio ridurre a tal punto l'influenza negativa delle droghe e rappresentare come incapace di iniziativa e privo di responsabilità un personaggio che ne fa uso?
Rocketman al contrario offre alcune sequenze decisamente esplicite sullo stile di vita del protagonista.
L'esempio più evidente è la sequenza che accompagna la canzone Bennie and the Jets, in cui viene messa in scena un'orgia. Il contesto è molto chiaro, ma non c'è nudità esagerata e le riprese mantengono comunque un taglio non voyeuristico, affidandosi piuttosto a un approccio simbolico (Elton 'surfa' sulla folla come fosse ad un concerto).
Scena da Rocketman (2019) |
Non viene sminuito, inoltre, l'impatto negativo che Elton ha nei confronti degli altri, soprattutto per Bernie. L'uomo mostra un grande rispetto di sé stesso, perché ha la forza di abbandonare l'amico nel momento in cui si rifiuta di affrontare la realtà dei fatti. Lo perdona solo quando si interna nella clinica per riabilitarsi.
Oltre a questo, anche l'omosessualità è un tema molto presente in entrambi i film. O meglio, dovrebbe esserlo.
Bohemian Rhapsody riduce molto la componente omoerotica delle relazioni di Freddie. Come già detto, il rapporto a cui viene data più importanza è quello con Mary. Si alimenta lo stereotipo malsano per cui se un uomo ha relazioni sentimentali sia con uomini sia con donne quelli con le donne sono più 'validi' e 'puri'.
Oltre a ciò, il tracollo di Freddie nel film sembra coincidere col suo coming out, altro stereotipo dannoso spesso legato alla rappresentazione di personaggi gay. Infine, come nel caso della dipendenza da sostanze, anche questa tematica viene trattata epurando aspetti eccessivamente sensuali o disturbanti. Il massimo che vediamo sono un paio di baci e una stretta di mano finale con Jim Hutton; e neppure ci viene mai mostrato quale sia di preciso il legame con Paul, il suo manager.
In Rocketman l'omosessualità di Elton è parte integrante della sua vicenda personale. Il personaggio comincia a mostrare presto interesse nei confronti di suoi colleghi (anche verso Bernie). Quindi quando inizia una relazione con John la sua attrazione per il genere maschile è ben stabilita. Invece che lasciare ambigua la natura del loro rapporto, il film la dipinge apertamente come sensuale, inserendo una (breve ma esplicita) scena di sesso e diversi elementi erotici. Né ha paura a mostrare la natura tossica della loro relazione: vediamo chiaramente John che maltratta Elton, sia fisicamente che psicologicamente.
Credo che la grande differenza stia qui: Bohemian Rhapsody è un tributo, affettuoso certo, ma anche eccessivamente sanificato, a un martire della musica, una specie di enorme agiografia; Rocketman è la storia di un uomo che non ha paura di mettere in scena il lato peggiore della dipendenza, della fama e delle relazioni tossiche che formiamo nella vita.
IL SUCCESSO ARRIDE (FORSE) AGLI AUDACI
Con questa mia disamina non voglio assolutamente implicare che Bohemian Rhapsody sia un film totalmente da buttare, o che Rocketman sia un capolavoro sovversivo. Sono entrambe affermazioni false.
Tuttavia è impossibile negare che uno dei due abbia ottenuto maggiore attenzione a discapito dell'altro, nonostante la migliore qualità.
Ad oggi Bohemian Rhapsody è il biopic musicale di maggior successo nella storia del cinema. È al dodicesimo posto dei maggiori incassi di sempre al botteghino italiano. È stato candidato a 5 premi Oscar nel 2019, vincendone 4.
Rocketman, pur avendo ricevuto una standing ovation al Festival di Cannes e recensioni migliori da parte della critica specializzata, non ha ottenuto assolutamente la stessa attenzione da parte del pubblico. Oltre a ciò si è portato a casa una sola statuetta nel 2020, quella per la 'Miglior canzone'.
Come mai questo divario nella ricezione di questi film?
Taron Egerton ed Elton John alla premiere di Cannes del film Rocketman, |
In primis credo che il problema principale sia stato il successo straordinario di Bohemian Rhapsody. Avendo due prodotti che si presentavano così simili sul mercato, probabilmente chi aveva già visto Bohemian Rhapsody non sentiva né il bisogno né la curiosità di vedere una storia così simile.
In secondo luogo, pur essendo entrambi due artisti molto amati, Freddie Mercury è entrato nell'immaginario collettivo molto più di Elton John. Con la sua voce straordinaria, le canzoni e la morte prematura, è innegabile che il frontman dei Queen sia diventato un'icona pop.
Certamente ha anche aiutato la massiccia campagna di marketing e le discussioni, sia positive che negative tenutesi attorno al film. Un punto di forza per i promotori è stata l'interpretazione di Rami Malek nei panni di Freddie Mercury, che già dai trailer era stato definito in odore di Oscar. Purtroppo a fare le spese di questo ingiusto paragone è stato Taron Egerton, che nonostante l'ottima performance non ha ricevuto neppure la candidatura agli Oscar per il ruolo di Elton.
Altro punto a svantaggio di Rocketman: è un musical, un genere che, salvo rare eccezioni (ad esempio il già citato La La Land), non viene considerato abbastanza serio.
Infine, credo che questo confronto ci dica qualcosa di più ampio (e di molto triste) sull'industria dell'intrattenimento.
Il pubblico vuole storie fintamente progressiste per potersi sentire a posto con sé stesso, ma abbastanza vaghe da non metterlo a disagio o mettere in crisi la loro percezione delle cose; film con messaggi solo in apparenza positivi e che offrano soluzioni semplici; personaggi che incarnino un certo stereotipo e che siano presentati come incredibilmente positivi, nonostante gli evidenti difetti; finali che culminino in una scena confortante, anche se i protagonisti hanno fatto una terribile fine; regia piana e senza scossoni con qualche guizzo creativo per poter essere sorpreso.
Insomma, il pubblico vuole Bohemian Rhapsody, non Rocketman.
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