Di Eleonora Groppelli
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Riz Ahmed in Sound of Metal (2019) |
TRAMA
PERDITA E ACCETTAZIONE DI SE STESSI
In una scena Joe dice a Ruben che se vuole far parte della comunità, è importante che capisca che ciò che loro cercano di aggiustare è la mente, non le orecchie. Quest'ultimo però viene invaso dalla paura, e cerca in tutti i modi di frantumare le pareti che lo stanno accerchiando; nega a sé stesso il fatto che niente potrà più essere come prima. Di conseguenza un altro ostacolo, che si trasformerà presto in un obiettivo, è quello dell'accettazione di sé e della sua nuova vita. Con questo termine si intende prendere consapevolezza del proprio problema e partire da lì per migliorarsi. Purtroppo però si può dire che oltre che sordo Ruben diventa anche cieco. Questo perché non vede la realtà in cui vive come qualcosa a cui può adattarsi ma solo come qualcosa da cui deve scappare per rimanere a galla. Per rimanere il “vecchio” Ruben.
IL LINGUAGGIO DEL SILENZIO
Il film d'esordio dell'americano Darius Marder, che si è aggiudicato l'Oscar per miglior colonna sonora (oltre che per miglior montaggio), ha come protagonista il silenzio. Un nuovo linguaggio che si fa spazio nella vita di Ruben e parallelamente, anche in due ore di quella degli spettatori, sostituendosi ai dialoghi. Questi ultimi sono infatti sporadici all'interno del film; si è in grado di comprendere la storia grazie ai gesti, le espressioni, gli sguardi e i movimenti.
Il silenzio non viene visualizzato attraverso quella che potremmo chiamare una linea continua che non subisce variazioni. In realtà queste sono presenti, sotto forma di intermittenze, parole ovattate, frequenze distorte, che permettono di percepire tutte le sfaccettature della sordità. Dettagli che aumentano durante il film, seguendo un climax che tocca il suo apice nelle scene finali, dal momento in cui Ruben si fa installare l'impianto. Le sue speranze (insieme alle nostre) di poter recuperare l'udito vengono distrutte dal fatto che quest'ultimo non funziona a dovere. In questi momenti ogni suono viene distorto al massimo, condizione che porterà l'ex batterista a prendere la sua decisione finale: togliersi l'apparecchio e lasciarsi avvolgere dal silenzio più totale per sempre.
Capita spesso di immaginarsi come sarebbe non possedere più uno dei cinque sensi, e se il verbo è corretto, possiamo solo immaginarlo. Si possono fare delle supposizioni, magari, ma rimaniamo comunque lontani dal viverlo. Questo film riesce in maniera sublime a proiettare lo spettatore all'interno dell'universo di un non udente. Si entra nell'ottica di una persona che ha appena fatto un salto nel vuoto, che vuole tenersi stretto il suo passato e non guardare al futuro. Tutte queste sensazioni sono amplificate dal modo in cui i suoni sono distribuiti. La visione (e l'ascolto) ideale infatti, se non si ha avuto l'occasione di andare al cinema, avviene attraverso l'uso delle cuffiette. Rumori e silenzi si alternano facendo credere agli spettatori di star vivendo la stessa condizione del protagonista.
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Scena dal film Sound of Metal (2019) |
La recitazione di Riz Ahmed e di tutti gli altri attori non è mai enfatica, non sono mai presenti manifestazioni di disperazione esagerate. Marder volge il film più verso l'educazione al problema che alla drammaticità della storia. Non si serve di primi piani né di riprese avventate, per trasmettere angoscia o ansia. Vediamo infatti come Ruben gestisca la situazione in maniera razionale, andando da un dottore e facendosi dei controlli. Solo successivamente cadrà vittima della rabbia.
Ho parlato di piano educativo perché in una scena, all'inizio del soggiorno di Ruben nella comunità, Joe scrive su una lavagna dedicata ai compiti giornalieri di ciascuno dei membri, nella casella di Ruben: “imparare a essere sordo”. Sarà proprio quell'imparare a non sentire, il suo paradiso di quiete (come lo chiama Joe): quel luogo di cui non sapeva di aver bisogno e in cui riuscirà finalmente a vivere in pace con se stesso.
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