Di Davide Gravina
Attenzione: questo articolo contiene spoiler da A Quiet Place e A Quiet Place II.
 |
Emily Blunt, Noah Jupe e Millicent Simmonds in A Quiet Place II, via Paramount Pictures |
Nel 2018 uscì nelle sale cinematografiche il terzo film diretto da John Krasinski: A Quiet Place - Un posto tranquillo. Come molto spesso capita coi film che hanno ottenuto un buon successo commerciale a fronte di un budget limitato, ha avuto un sequel. A Quiet Place II, diretto sempre da Krasinski, è uscito nelle sale italiane il 24 giugno scorso.
L’articolo non vuol essere una recensione sul film uscito qualche settimana fa, ma piuttosto un’analisi su ciò che il regista avrebbe voluto portare avanti dirigendo questo dittico horror fantascientifico.
La trama è semplicissima: la quasi intera popolazione mondiale è stata uccisa da misteriose creature mostruose. I film seguono le vicende di una famiglia che cerca di sopravvivere.
È obbligatorio dare qualche informazioni sulle creature: queste non vedono, ma sono dotate di un udito estremamente sensibile. Grazie ad esso riescono a sentire ogni minimo rumore emesso a chilometri di distanza. Quando percepiscono qualsiasi tipo di suono, si avventano sulla sua fonte, di qualunque natura essa sia.
Gli essere umani, una volta intuita la causa scatenante di questi attacchi, non possono che avere un’unica soluzione per sopravvivere: creare un mondo silenzioso.
Krasinski, autore anche della sceneggiatura, insieme ai due ideatori del soggetto Scott Beck e Bryan Woods, è riuscito a mettere in scena un mondo irrealizzabile, nato da una necessità di sopravvivenza.
Questa necessità è anche la prima preoccupazione per Evelyn (Emily Blunt) e Lee (John Krasinski) Abbott. La coppia (sposata anche nella vita reale dal 2010) ha tre bambini: Marcus (Noah Jupe), Regan (Millicent Simmonds) e Beau (Cade Woodward). La famiglia si ritrova a vivere una vita non loro in un ambiente non più dominato dagli esseri umani. Gli Abbott godono, però, di un vantaggio sostanziale rispetto agli altri pochi sopravvissuti: hanno perso la parola ma non hanno perso la comunicazione. Regan è, infatti, sorda dalla nascita e tutti i membri della famiglia hanno dovuto imparare la lingua dei segni, per poter comunicare con lei. Quello che è stato un ostacolo durante la vita di tutti i giorni, diventa un punto di forza di grandissimo valore durante la vita votata alla sola sopravvivenza.
 |
Regan (Millicent Simmonds) in A Quiet Place II, via Paramount Pictures |
Il distacco tra la vita prima e dopo l’avvento delle creature è perfettamente descritto dalla prima sequenza del sequel, unica scena di A Quite Place II che regge il confronto con il primo film. La famiglia Abbott è riunita per la partita di baseball del piccolo Beau quando, improvvisamente, cominciano ad apparire strane creature che fanno a pezzi tutto ciò che gli capiti a tiro. In 30 secondi, il mondo intero è cambiato.
In meno di un secondo, invece, cambia la vita della famiglia protagonista. Ci troviamo, questa volta, nella prima scena del primo film: Beau, divertendosi con uno Shuttle giocattolo, fa rumore. La famiglia, non appena sente il gioco, capisce a cosa andrà incontro: perderà il suo membro più piccolo.
Ciò che stupisce e che rende queste scene degne di nota non è la scena in sé ma il suo seguito. Krasinski decide, in entrambi i casi, di non mostrare gli attimi appena successivi agli eventi, ma compie un salto cronologico consistente. Così facendo, smorza la tensione appena creata, per mantenerla viva ed usufruirne durante il film.
Krasinski riesce pienamente nel suo intento nel primo film, molto meno nel secondo.
Un ruolo di valore è indubbiamente giocato dall’originalità che il primo ha di più rispetto al sequel.
Ma il problema non viene giustificato dalla sola poca originalità. A Quiet Place II porta indietro il discorso affrontato nel film del 2018. Uno dei maggiori punti di forza della prima pellicola era la creazione di un nuovo mondo, isolato e silenzioso, senza alcuna eccezione. Il sequel è sempre ambientato nello stesso mondo, ma, poco dopo l’inizio, si comincia ad intuire la possibile presenza di un'esistenza diversa da quella che la famiglia Abbott aveva vissuto negli ultimi anni.
Questa soluzione cancella lo stato di tensione mantenuto viva dalle scene iniziali di cui ho parlato prima. Nel primo film la tensione rimane ed anzi aumenta man mano che si arriva allo splendido finale. Nel secondo, invece, questa scema sempre più perché la presenza di un'isola in cui le creature non sono mai arrivate rende quasi inutile la lotta alla sopravvivenza vista nel film precedente.
Altro punto di forza del primo film e che rimane tale nel secondo, senza che questo aggiunga nulla, è la debolezza delle creature. Queste non riescono a resistere alle frequenze emesse dal nuovo impianto cocleare di Regan. Ancora una volta, una fragilità si trasforma in un punto di forza.
Il secondo film riprende lo stesso modello del primo: la famiglia Abbott riesce a sopravvivere grazie agli impianti che Regan è costretta a sopportare. Ciò che però differenzia i due film, è il contesto che porta al finale. Nel sequel, il contesto è dato da un susseguirsi di buone scene di azione, con un tentativo di salvezza verso un’isola apparentemente inattaccabile. Il primo film, invece, riesce a costruire personaggi profondi, perfettamente inseriti in un mondo di cui l’umano ha perso ogni controllo. Regan è convinta che il padre sia arrabbiato con lei poiché fu lei a dare, ai tempi, il giocattolo a Beau, dopo che il padre gli aveva impedito di prenderlo. Oltre ai sensi di colpa per la morte del fratello, Regan ha perso le speranze di recuperare l’udito e vede i continui tentativi di suo padre di costruire dei nuovi apparecchi come un’inutile perdita di tempo. Oltre a tutto ciò, Lee sacrifica la propria vita, appena prima del finale, per salvare quella di sua moglie e dei suoi tre figli (Evelyn ha infatti dato alla luce un piccolo bimbo, con non poche difficoltà). Questi sono gli eventi che precedono la scoperta del punto debole delle creature nel primo film. Tutto ciò ha inizio con la prima scena, ad indicare ancor di più un legame di fondo del primo film, nulla a che vedere con il secondo.
 |
Emmett (Cillian Murphy) in A Quiet Place II, via Paramount Pictures |
Altro elemento trattato decisamente meglio nel primo che nel secondo film: i cattivi. È facile intuire che i cattivi, in entrambi i film, sono le creature misteriose. Nel sequel, però, c’è altro.
Il primo film del dittico presenta come personaggi, oltre alla famiglia Abbott, due anziani signori in una giungla e le creature. Questa essenzialità si collega perfettamente alla brutalità dei mostri. Essi attaccano senza motivo tutto ciò che fa rumore e a questa legge nulla sfugge. Non esiste alcun controllo, nessuna azione premeditata, nulla ha creato ciò e nulla lo può fermare.
Nel secondo film invece, le cose sono un po’ diverse. Le creature sono ancora incontrastabili ed incontrastate, ma a queste si aggiungono alcuni dei sopravvissuti. Quest’ultimi sono malvagi, ancor più delle creature: attaccano gli altri esseri umani, che non vogliono unirsi a loro, per poterli così dominare. La brutalità delle creature è intrinseca, la malvagità dei sopravvissuti è costruita. Questa malvagità sarebbe potuta essere un bellissimo spunto di riflessione, ma volendo mantenere le creature al centro dell’azione, il risultato è una commistione per nulla omogenea.
In conclusione: A Quiet Place - Un posto tranquillo è un ottimo horror fantascientifico, con una trama essenziale, personaggi ben definiti, mostri semplici e carismatici ed un finale aperto che non meritava il seguito che ha avuto. A Quiet Place II è un film con molta meno incisività: i nuovi personaggi non sono neanche paragonabili a quelli del primo film, ai personaggi già presenti nella pellicola precedente non si aggiunge nulla di significativo, il mondo surreale viene sostituito da una possibile oasi ed infine si ha quella continua sensazione di mera mossa commerciale per sfruttare il buon successo di un ottimo film.
Nulla di tutto ciò può far pensare alla creazione di un prodotto degno di nota. Per una volta, le aspettative sono state pienamente rispettate.
Commenti
Posta un commento