Il fascino dell'artista. Tre animali che, grazie all'arte, rimorchiano più di te

Di Laura Astarita

Foto: Pixabay

Ogni artista, di qualsiasi genere (non importa se mediocre, esordiente, professionista, apprendista e via dicendo), non può dirsi davvero tale finché non si è trovato almeno una volta in questa situazione: sei in un locale, incontri una persona nuova. Ordinate da bere e, mentre parlate, fai finalmente coming out e nomini la tua professione. La reazione è immediata: "aah! Sei un artista!"

Allora, la persona che hai di fronte sorride, ed è un sorriso ammiccante, malizioso. Il sorrisetto che vuole dire: "eh, ma lo so io cosa fate, voi artisti!" E allora tu guardi l'altra persona, non capendo. In qualche angolo della tua testa stai ancora pensando alle bollette da pagare, al provino che hai tra una settimana e lo spettacolo che hai tra due mesi. Non capisci, e allora fai quello sguardo, come a voler chiedere: "cosa c'è di male?" E chi hai di fronte fa quel cenno con la testa, come ad annuire: "Eh ma io lo so, che voi artisti..." E tu non capisci. "Noi artisti cosa?" "Voi artisti rimorchiate! E tanto!" 

Magari tu sei in bianco da mesi, se non da anni. Magari sei addirittura vergine. O magari è vero, ha ragione lei, e sei pieno di figa. Fatto sta che non importa: ogni artista, indipendentemente da come vive la propria vita, deve portare la sua croce sociale del dongiovanni. 

Se sai suonare la chitarra, puoi dedicarle una canzone. Se sai recitare, puoi leggerle una poesia. Se sei un pittore, puoi farle un ritratto. Insomma, è a questo che serve l'arte, o no? Non dirmi che fai davvero l'artista per i soldi!

Se pensate che questo sia l'ennesimo fallimento della civiltà moderna: tranquilli! Il luogo comune dell'artista affascinante non esiste solo tra gli uomini, ma anche in Natura: diverse, infatti, sono le specie che usano espedienti "artistici" per conquistare i propri compagni.

Ne sono un esempio le famose danze delle gru, le ruote dei pavoni, i canti degli uccelli. Ci sono però esempi meno noti, e a parer mio geniali, che ho avuto modo e piacere di scoprire dopo un mese di televisione bloccata sull'unico canale via cavo dove fanno sempre i documentari sugli animali.

Ne ho selezionati per voi tre: tre animali "artisti" che, grazie alla loro arte, rimorchiano molto più di te.


1 - LE RAGANELLE DEL BORNEO

In Sudamerica, una specie molto diffusa di rana è la rana di vetro. Il suo nome è dovuto alla pelle trasparente del suo torace che permette di vedere ciò che si trova all'interno del suo corpo: cuore, stomaco, intestino e via dicendo. Insomma, un bel tipetto.

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Il rituale di accoppiamento della rana di vetro s'incentra sul lanciare gracidii estremamente acuti, in modo da farsi sentire e localizzare dalle femmine. Gli esemplari più grandi emettono i gracidii più forti, e quindi hanno più possibilità di riprodursi. Succede spesso, però, che le femmine si ritrovino a seguire il richiamo di due maschi: entrambi grossi, hanno entrambi una voce valida. Ed è adesso che entra in campo il fascino dell'artista: la femmina si trova davanti questi due maschi, la voce la aggrada in entrambi i casi. Ma ogni performer sa che avere una bella voce non basta: bisogna avere presenza scenica. Allora, i maschi iniziano a ballare. Accompagnando il proprio canto ad un ballo, danno la possibilità alla femmina di scegliere il proprio partner in base al suo carisma e alla sua capacità di interpretare il loro pezzo. Del resto, fin dalle prime lezioni di canto, insegnano a non stare impalati come ciocchi di legno. Nessuno vuole vedere un cantante impalato!

Ma il talento artistico non è la sola cosa che le femmine delle rane apprezzano. Ci sono infatti anche le rane del DAMS, che apprezzano molto di più l'ingegno del talento. Quando un maschio di rana del Borneo, infatti, sa di essere troppo esile per superare in intensità il gracidio di una rana più grossa, avviene un prodigio avanguardista! 

La rana trova un tronco d'albero cavo e lo usa come cassa di risonanza, per fare echeggiare il suo gracidio più intensamente. Ci sono documentazioni prodigiose di rane che addirittura eseguono il sound check, prima di iniziare a gracidare!

Il risultato? Non solo la femmina ode il richiamo e raggiunge il maschio, ma in seguito hanno anche a disposizione un tronco cavo tutto per loro dove possono appartarsi e godere di un po' di privacy.


2- GLI UCCELLI GIARDINIERI 

Avete presente l'episodio di How I met your mother dove Barney si presenta come "Ted Mosby, Architetto" per rimorchiare? O quella scena alla fine di Se solo fosse vero dove Mark Ruffalo progetta e realizza un giardino sul tetto di Reese Witherspoon per conquistarla? 

Ecco, la femmina di una specie animale che subisce, come in questi casi, il fascino dell'architetto, è sicuramente quella dell'uccello giardiniere. I maschi di questa specie di uccelli, infatti, per conquistare le loro femmine, costruiscono dei nidi particolari, chiamati bowers. Si tratta di vere e proprie opere architettoniche, spesso anche molto elaborate, che rappresentano un unicum in natura. La femmina di uccello giardiniere sceglie infatti il suo compagno in base alla bellezza del suo nido. Secondo gli ornitologi, questa sarebbe in effetti rappresentativa della forza e del vigore di colui che l'ha costruito. 

I maschi di uccello giardiniere, però, non impiegano solo forza fisica. A volte infatti mettono in campo una vera e propria forma di creatività nella costruzione del proprio nido. Oltre ai bowers, infatti, che sarebbe la loro casa, progettano dei veri e propri giardini, tutt'attorno. Giardini come quello di Mark Ruffalo in Se solo fosse vero, mica come il cortile pieno di erbacce che c'hai tu sul retro di casa, dove tieni la bici! Gusci animali, fiori, foglie cadute, frutti, perfino i rifiuti lasciati dall'uomo: tutto sistemato alla perfezione per creare un giardino da favola. 

A volte però la femmina è particolarmente esigente, e oltre a pretendere un giardiniere, come compagno, desidera anche un'interior designer! Per questo gli uccelli giardinieri più creativi arrivano perfino ad arredare il proprio nido. Uno dei modi utilizzati, ad esempio, è quello di schiacciare le bacche per ricavarne della pittura e "intonacare" le pareti del bower. Come resistere al fascino del futuro papà che ritinteggia la stanza del bebè? 

Una volta scelto il giardino più bello, e il giardiniere più talentuoso, la femmina infatti si stabilisce presso il nuovo nido, ultimando così il quadretto in attesa della cova: quando si dice, due cuori e una capanna!



3- LA PIOVRA INDONESIANA

Immedesimatevi nella situazione: lei è la donna della vostra vita, ma è fidanzata. Il suo ragazzo è anche molto geloso: non permetterà a nessun altro uomo di avvicinarsi a più di 10 metri da lei. Inoltre, è anche bello palestrato e sapete che vi potrebbe annientare in un attimo, con i suoi poderosi tentacoli da maschio tossico. 

La piovra Indonesiana, infatti, è una delle poche specie presenti in Natura a pretendere, da parte della propria compagna, fedeltà assoluta ed esclusività finché i piccoli non sono nati. Questo, secondo gli zoologi,  perché i maschi di piovra vivono l'ossessione del diritto di paternità. Giustamente, se uno deve investire sui figli, almeno che abbia la certezza che siano i propri! 

Quando però le femmine iniziano a scarseggiare, e tu sei un povero smilzo che non è mai andato in palestra perché da piccolo preferiva fare il corso di teatro, vuol dire che è arrivato il momento di dimostrare quanto vale la tua arte. 

I maschi di piovra Indonesiana si differenziano dalla femmina per la presenza di una striscia sulla parte inferiore del corpo. Ebbene, basta nascondere abilmente quella striscia nera e fingersi una femmina, per aggirare il fidanzato geloso e infilarsi nel letto della tua amata. Un piccolo trucchetto meschino, antico quanto Achille e Deidamia, ma che denota necessariamente un'abilità recitativa degna di un grande attore. 

Attenzione, però, ad essere troppo realistici! Spesso, infatti, accade che l'interpretazione sia talmente convincente da indurre lo stesso maschio alfa a tentare delle avances piuttosto spinte nei confronti della nostra povera piovra en travesti, in uno scenario degno della Dodicesima notte di Shakespeare. 
Del resto, questi sono i rischi del metodo Stanislavskij...

Insomma: se gli animali potessero suonare la chitarra, probabilmente saprebbero cosa farne meglio di noi. Il fascino dell'artista, tra gli esseri umani, purtroppo (o per fortuna!) resta nella maggior parte dei casi uno stereotipo. Certo, se si parla dell'artista quando è una persona. Quando l'artista però è artista, cioè quando l'attore è sul palcoscenico, quando il musicista è allo strumento, quando il poeta è alla scrivania, e via dicendo, non è più una persona, e per tanto diventa affascinante. 

Questo è oggettivo, insindacabile. Forse l'uso stesso delle arti nel mondo animale per i rituali di accoppiamento può esserne una prova. Lo stesso Freud, inoltre, ci parla di arte come una forma di sublimazione dell'impulso erotico. L'artista umano forse non avrà successo in amore, e non sarà abile nel trovarsi un compagno o una compagna grazie alla sua arte, ma che importa? L'obiettivo dell'artista non è questo: il suo obiettivo non è l'essere amato, ma che si ami la sua arte. Solo così potrà sperare di portarsi a casa la pagnotta. 

Concluderei, dunque, con il parlarvi di un ultimo animale. Un bonus rispetto ai tre precedenti, per così dire. Si tratta dell'Albatros, o meglio L'Albatros di Charles Baudelaire. La poesia che paragona l'artista al grande gabbiano, spiegando la sua ambiguità: un animale che vive sia in terra, tra gli uomini, che in cielo, tra gli Dei. L'Albatros, il "re dell'Azzurro": «Esule in terra fra le grida di scherno, / Le sue ali da gigante gli impediscono di camminare». 



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