Di Sara Lodi
La compilation si apre con il racconto dell’attacco che Murgia ha subito nel 2020 mentre conduceva una trasmissione radiofonica su Radio Capital insieme a Edoardo Buffoni. Quel giorno avevano chiamato come ospite lo psichiatra Raffaele Morelli per chiarire alcune sue dichiarazioni evidentemente sessiste che aveva pronunciato alcuni giorni prima. Ne riporto solo una raccontata da Murgia durante l’intervista condotta in occasione del Torcularia Book Festival, svoltosi a Parma dal cinque all’undici giugno 2021, durante il quale la scrittrice ha presentato il proprio libro. Il contenuto dell’intervento era il seguente: «quando una donna esce di casa e si accorge che non attira gli sguardi maschili con la sua presenza, con il modo in cui si veste, torna a casa e si cambia, perché non ritrova la sua radice del femminile». A questo punto sorge spontaneo domandarsi cosa sia questa radice del femminile. Per questo motivo alla radio Michela Murgia aveva incalzato Morelli per avere delle delucidazioni, e di fronte alla sua “insistenza” lo psichiatra aveva sbottato intimandole di stare zitta: «Zitta! Zitta! Zitta e ascolta! Sto parlando e non voglio essere interrotto!».
Video dell'intervista dell'intervento completo di Morelli
Il video è diventato virale e Murgia scrive che si è parlato di questo episodio come di un unicum comportamentale. Eppure nel 2008 l’allora ministro della Difesa Egnazio la Russa si scagliò contro la giornalista Concita de Gregorio, che era direttrice del giornale Unità, dicendole di vergognarsi e rivolgendosi a lei dapprima con il tu colloquiale, poi con l’appellativo 'signora Concita' e infine con il diminutivo 'Concitina'. In questo passaggio lessicale è lampante la volontà di La Russa di sminuire l’autorevolezza del parere di Concita de Gregorio, che avrebbe avuto diritto a parole consone alla circostanza, in quanto persona titolata ed insigne tanto quanto il ministro. Tuttavia, per chi non fosse ancora convinto del fatto che questi episodi non siano solo sbotti di rabbia irrazionali e sporadici, ma costituiscano il risultato di una società che pretende che le donne buone e brave siano quelle che rimangono al loro posto senza dire la propria opinione, riporterò un terzo esempio descritto nel libro. Nel settembre del 2020, la giornalista Bianca Berlinguer è stata attaccata dallo scrittore Mauro Corona durante la trasmissione #cartabianca. Berlinguer aveva ripreso lo scrittore perché stava facendo pubblicità ad un marchio ed egli, indispettito, le aveva detto di tacere, ancora una volta, e l’aveva chiamata 'Bianchina', associandola ad una gallina (Bianchina è un nome realmente usato per le galline). L’identificazione persona-animale è un altro metodo molto efficace per privare l’individuo della dignità; per di più la gallina è un animale che produce suoni molto rumorosi, e chiamare gallina una donna significa anche manifestare il proprio fastidio rispetto a ciò che sta dicendo, o al solo fatto che stia parlando.
Lo ribadisco insieme a Michela Murgia: bisogna stare zitte per essere socialmente accettate, sorridere e non contraddire troppo, altrimenti si diventa rumorose e scomode, come galline nel pollaio, con il plus di un cervello raffinato che consente di parlare. Una combo pericolosa che minaccia l’uomo nella sua posizione di superiorità rispetto alla donna. L’ideale sarebbe trasformarsi nella figura ancillare monosesso, così la definisce Murgia nel suo libro, che nei programmi televisivi come Sanremo accompagna il presentatore senza proferire parola. Bellissima, elegante, ma soprattutto muta, una presenza che non scardina lo status del potere maschilista. L’uomo rimane il protagonista, e la donna o si adegua a ricoprire il secondo posto, oppure diventa oggetto di critiche e bersaglio di parole infamanti.
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Amadeus e Matilda de Angelis, Sanremo 2021, Archivio Rai |
Lo scorso gennaio Amadeus, il celebre conduttore di Sanremo, nonché direttore artistico del Festival, durante la conferenza stampa di apertura del Festival, in cui doveva motivare la presenza della modella Maria Francesca Novello sul palco dell’Ariston, ha esordito con queste parole: «è stata scelta da me perché vedevo... intanto la bellezza, ma la capacità di stare vicino a un grande uomo stando un passo indietro malgrado la sua giovane età». Maria Francesca Novello è la fidanzata di Valentino Rossi, e quando si è scatenata la polemica sui social, che vedeva Amadeus accusato di sessismo, il presentatore si è giustificato dicendo che voleva semplicemente fare un complimento alla ragazza la quale, nonostante la magnifica bellezza, è apprezzabile poiché non invade i riflettori del compagno. Indignata, Imen Jane, un’economa italiana, ha pubblicato sul suo profilo Instagram un post rivolto ai responsabili del Festival accusandoli di veicolare messaggi sbagliati, che promuovono prima l’estetica e poi il contenuto; essi scelgono le ospiti sulla base del loro aspetto e non della loro carriera professionale. Amadeus replica al post con queste parole: «allora forse potevo esprimermi meglio e forse sono stato frainteso. Ma il concetto era un complimento che rifarei: di Francesca Sofia Novello ho apprezzato da subito che, pur essendo all'inizio di una promettente carriera da modella, non avesse mai approfittato della 'illuminazione' del suo fidanzato, dei riflettori puntati su di lui. Tutto qui. L'ho detto male? Forse dovevo dire 'un passo di lato' invece di 'un passo indietro'? Ok. Ma da qui all'insulto sessista ce ne passa». Ora, anche ammesso che Amadeus abbia davvero pronunciato quella frase con un intento bonario, che non voleva annichilire Novello, ma al contrario elogiarne le virtù di modestia, resta il fatto che le donne di Sanremo sono tutte bellissime, non proferiscono quasi mai parola e sorridono beatamente ai complimenti degli uomini.
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Nicole Kidman in una scena del film La donna perfetta |
A questo punto rivolgo una domanda a tutti i lettori e le lettrici di questo articolo: ritenete paritaria una società in cui le donne devono subire attacchi verbali pubblici da parte di uomini del loro stesso livello professionale? Una società dove le donne vengono invitate a eventi mediatici di importanza internazionale solo per il proprio aspetto fisico, perché “la bella ragazza” è ciò che lo spettatore italiano medio si aspetta di vedere quando la sera accende la televisione, è paritaria? (Non si vorrà mica avere davanti agli occhi qualcosa di sgradito! Niente appaga quanto guardare un’avvenente ventenne prosperosa, carina e gentile). E che fatica soddisfare tutte le aspettative di cui le donne vengono investite! Non appena un uomo critica le "imperfezioni" femminili, le unghie non curate, il sedere troppo grande o troppo piccolo, il trucco troppo pesante oppure troppo leggero, si corre a casa a cambiarsi -perché la radice del femminile viene negata, per dirla con Morelli- ad iscriversi in palestra, a prenotare un appuntamento dall’estetista. Non sarebbe forse meglio una società in cui l'immagine, la professionalità, i valori delle donne non debbano passare attraverso l’approvazione maschile? Una società in cui ognuno (maschi compresi) sia libero di sentirsi bello a suo modo, indossando una gonna corta pur avendo la cellulite, oppure rifiutandosi apertamente di andare in palestra perché odia fare pesi e correre all’infinito sul tapis roulant con il caldo torrido (nemmeno ci fosse un bel pezzo di torta come premio).
Tutte queste questioni dimostrano che il sessismo nel linguaggio è un problema che rivela molto più di un fenomeno esclusivamente linguistico: ci fa capire la struttura della società in cui viviamo e i ruoli che ognuno di noi, maschi e femmine, occupa al suo interno. Il sessismo si articola in ambiti differenti, complessi e plurimi, e quello del linguaggio non è certo meno importante. Grave è anche il fatto che a volte vengano dette frasi screditanti senza averne la piena consapevolezza: ciò significa che il maschilismo è così radicato che le persone non si rendono conto del peso che le loro parole possono avere (ahimè, è il caso di Amadeus). Gli esempi che ho riportato sono solo una minima parte delle ingiustizie che ogni giorno vengono perpetrate nei confronti delle donne, ma spero che con l’avanzare degli anni, e l’affermarsi delle nuove generazioni si riducano sempre di più.
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