Perché "The Prestige" è il miglior film di Nolan

Di Davide Gravina

Hugh Jackman e Scarlett Johansson in una scena del film The Prestige


Oggi Christopher Nolan compie 51 anni
. Tutti gli appassionati di cinema conoscono il suo nome, ma non tutti conoscono i suoi film. Perché Nolan è così famoso? Quali sono i suoi titoli più conosciuti? È presto detto: la trilogia del Cavaliere Oscuro (Batman Begins del 2005, Il cavaliere Oscuro del 2008 e Il cavaliere Oscuro - Il Ritorno del 2012), Inception del 2009, Interstellar del 2014 e Tenet del 2020. Questi sono, per me, insieme a Insomnia del 2002, i peggiori film del regista britannico. Non mi interessa discutere del perché i film appena elencati abbiano un successo molto superiore rispetto al loro reale valore. In questo articolo voglio concentrarmi sul suo capolavoro: The Prestige.

The Prestige è un film del 2006, tratto dall’omonimo romanzo del 1995 scritto da Christopher Priest, che narra del conflitto tra due illusionisti, Robert Angier (Hugh Jackman) ed Alfred Borden (Christian Bale), nella Londra di fine ‘800.

Questa è l’essenza del film. Quanti altri film di Nolan possono essere riassunti con una singola frase? Il fatto che la risposta a questa domanda sia un numero molto limitato, comincia a spiegare come l’opera sia un unicum nella filmografia del regista.

Il film riesce a trattare innumerevoli argomenti attraverso una maestria mai più ripetuta dal regista britannico e raramente eguagliata da altri negli ultimi quindici anni.

Il primo tema che viene presentato è possibile intuirlo anche solo dallo sterile riassunto fornito: l’illusione. Nolan non cerca di dare una definizione autentica della parola, vuole mostrare cosa essa significhi per noi tutti, oltre l’Inghilterra vittoriana, oltre lo schermo. Infatti, quando si parla di illusione, è impossibile non cogliere la metafora metacinematografica: che cos’è il cinema se non illusione? Al di là della sdoganata metafora, è incredibile come Nolan riesca nel suo intento: mostra cosa sia realmente l’illusione, senza spiegarlo e, soprattutto, lo fa quando l’illusione non è protagonista della scena.

La seconda questione che Nolan decide di affrontare si può, di nuovo, riassumere con una sola parola: ossessione. “Qual è l’ossessione di Nolan?” Se si ponesse questa domanda a chiunque abbia visto anche solo 3 dei suoi 11 film, la risposta sarebbe sempre la stessa: il tempo. Come è giusto che sia, ogni ossessione viene vista in maniera negativa. Ciò vale anche per Nolan.

In questo caso è doveroso, però, fare una piccola premessa: l’utilizzo che Nolan fa del tempo non è sempre negativo, anzi; Insomnia, che io ritengo la sua peggiore creazione, è l’unico film in cui la narrazione è lineare. Questo cosa significa? La risposta è semplice: il tempo è una caratteristica sostanziale del cinema di Nolan e quando questo viene trattato come un elemento qualunque della natura, l’opera perde drasticamente di valore. Allo stesso modo, però, il film perde qualità se abusa di manipolazioni od alterazioni temporali.

Questa premessa riesce a spiegare, meglio di qualsiasi altro discorso, la questione dell’ossessione che viene analizzata in The Prestige: Robert Angier è un illusionista e come tale si è formato grazie alla visione di moltissimi altri spettacoli, e da ognuno di essi è stato in grado di ricavare ciò che gli serviva per migliorare. Quando, però, plagiare gli altri, per dimostrare di essere il migliore, è diventata un’ossessione, è sorto un problema. The Prestige tratta, quindi, un segmento autobiografico del regista che aumenta notevolmente la grandezza del film.


Hugh Jackman e Scarlett Johansson in una scena del film The Prestige


Il terzo argomento
che colpisce, ancora una volta, per la sua autenticità è l’amore. Come è scontato che sia quando si tratta di Nolan, anche il più basilare degli argomenti, viene presentato con abbondanti sfaccettature. Non ho intenzione di rivelar nulla riguardo alle dinamiche che si susseguono nel film, ma voglio sottolineare un singolo concetto: quattro storie d’amore sono presenti nel film, ma nessuna di queste è eccedente. Questo è stupefacente. In quanti altri film di Nolan sentiamo il peso di una storia d’amore o anche solo di un’amicizia o parentela che risulta esagerata o superflua, se non addirittura dannosa? Parecchi. The Prestige è, ancora una volta, un’eccezione.

Altro soggetto preso in esame è quello del doppio. Quando si parla di illusione, il doppio è un tema irrinunciabile. Nolan lo sa e perciò ne presenta diversi. Il più facile da individuare ed il più importante è quello tra Angier e Borden. Ne seguono altri: l’altro doppio di Angier, l’altro doppio di Borden, le due donne co-protagoniste del film, Olivia Wenscombe (Scarlett Johansson) e Sarah (Rebecca Hall). Anche in questo caso, come nelle quattro storie d’amore, nulla è superfluo. Queste quattro coppie di doppi non rendono il film inutilmente confusionario, riescono, anzi, a creare un’armonia tra i personaggi difficilmente raggiungibile. Eccezion fatta per Leonard Shelby interpretato da Guy Pearce in Memento, bellissimo ed importantissimo film diretto da Nolan nel 2000, e forse per il Joker interpretato da Heath Ledger nel già citato Il Cavaliere Oscuro, in nessun’altro film di Nolan troviamo personaggi così ben approfonditi. Ciò che lascia perplessi, in positivo, non è soltanto l’approfondimento dei singoli personaggi, ma, soprattutto, le relazioni che continuano ad intrecciarsi fino ad andare oltre i confini della stessa realtà, oltre la morte.

La morte è un altro elemento sul quale voglio concentrarmi. Non esiste magia, o illusione, più grande dell’immortalità. Nolan è andato oltre. L’inizio e la fine del film riguardano la morte di un personaggio. La domanda, all’inizio del film, com’è normale che sia, è: chi e perché ha ucciso quell’uomo? Alla fine del film, invece, la domanda a cui siamo davvero interessati è: chi è morto davvero? Nolan risponde, con la macchina da presa e non con le parole, ma abbiamo la costante sensazione che qualcosa ci sfugge. Probabilmente il regista è stato in grado di andare oltre l’immortalità. Ha mostrato cosa si può fare se si scopre l’illusione o trucco dell’immortalità, senza che nessun’altro lo sappia.


Una scena del film The Prestige


Oltre al tema del doppio, un’altra dicotomia davvero stimolante presente nel film è quella tra verità e bugia. Questa, come tutti gli argomenti finora trattati, si legano direttamente al lavoro di Robert ed Alfred. Tutti gli illusionisti mentono e tutti sono sinceri. Bisogna solo capire quando stanno dicendo una bugia e quando stanno dicendo la verità: questa è la perfetta sintesi della vita di Alfred. Bugia e verità non identificano però solo il personaggio interpretato da Christian Bale. Robert Angier, infatti, oltre a causare dolore con le sue bugie, subisce perdite e sconfitte a causa di esse. Entrambi i protagonisti sono, quindi, in balìa di verità e menzogna, e non sto parlando solo del loro lavoro. Esso necessita di questa dualità. La loro vita è diretta conseguenza di questa necessità.

Ultimo argomento che necessita attenzione è il tempo. Come già detto, il tempo è una peculiarità fondante del cinema Nolan. Non esisterebbe Nolan senza tempo. E così accade anche per The Prestige, difatti il film è narrato in maniera non lineare. La questione importante non risiede nel fatto che ci sia una manipolazione temporale, ma nel fatto che sia stato manipolato solo il tempo di narrazione. Questo non aggiunge inutile confusione, ma, al contrario, ci mostra formalmente la vera sostanza della vita dei personaggi. Forma e sostanza si uniscono e questo, quando sono entrambi di qualità, è una garanzia di valore.

Ricapitolando: The Prestige è il miglior film di Nolan perché annulla i difetti dei film precedenti, che troveremo anche successivamente, ed amplifica alla massima potenza tutti i pregi che hanno reso famoso il regista britannico. Voglio concludere l’articolo segnalando quella che è forse, ad oggi, l’anomalia più riuscita in tutta la filmografia di Nolan: David Bowie interpreta Nikola Tesla. Il cantante britannico, tra i più importanti artisti musicali del XX secolo, interpreta uno dei più importanti scienziati della storia: mai nessuna scelta di casting fu più giusta.

David Bowie in una scena del film The Prestige




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