8 film per Halloween, la redazione consiglia

Scena dal film Poltergeist-Demoniache presenze (1982)


Tremate, tremate... La festa più spaventosa dell'anno è tornata! Anche quest'anno la festa di Halloween (da "All Hallows' Eve", ovvero "Vigilia di Ognissanti") è arrivata, con la sua celebrazione di tutto ciò che è paura e spavento, i suoi "dolcetto o scherzetto", le sue zucche e i suoi travestimenti. 

Per passare al meglio questa giornata, la redazione di Tapioca vi consiglia 8 film per stasera, noti e meno noti, da vedere da soli o in compagnia, per trascorrere un Halloween terrificante.


Luca Martinelli consiglia: Brood-La covata malefica, David Cronenberg, 1979

Scena dal film Brood-La covata malefica (1979)

La pellicola parla di una clinica psichiatrica gestita da un controverso psichiatra e del rapporto di una madre con la sua famiglia. 

Un film horror che nient’altro è che un sapiente mix di immagini allucinate e di riflessione sulla potenza/impotenza del desiderio umano: laddove l’essere umano per superare la nevrosi deve tornare a imparare a desiderare, cosa succederebbe se il desiderio si facesse ferita? E se la liberazione del desiderio desse vita a una covata malefica?  
Cronenberg risponde attraverso la sua ossessione verso la mutazione dei corpi, dove il corpo si fa simbolo dell’impossibilità di raggiungere una via tra desiderio e felicità nell’ipocrisia borghese della tipica famiglia americana. La violenza fisica delle immagini nel quarto d’ora finale rende completo il quadro di un film perturbante e allo stesso tempo visionario.

Cuadecuc, vampir, Pere Portabella, 1971 

Scena dal film Cuadecuc, vampir (1971)

L'impatto sperimentale di questo film è clamoroso. All’apparenza un semplice dietro le quinte di Dracula di Jesus Franco, questa pellicola è una riflessione sulla possibilità di dilatare il tempo filmico, e l’angoscia. Le musiche e l’interpretazione degli attori rendono questo apparente esperimento metacinematografico ed intellettualoide una macchina orrorifica. 

Ci troviamo di fronte all’orrore dell’immagine -resa perfettamente da una fotografia in bianco e nero tra le migliori del cinema d’avanguardia europeo- ed allo stesso ad un totale spaesamento dovuto all’assenza: assenza di parola -il film infatti è muto-, assenza di una vera e propria trama, assenza del tempo. Ciò che ci rimane è una mancanza che genera l’attesa di un’angoscia che cresce sempre più vertiginosamente al ritmo di un'incalzante colonna sonora.

Nicole Mazzucato consiglia: Hausu, Nobuhiko Obayashi, 1977

Scena dal film Hausu (1977)

I film horror possono essere comici? Hausu lo dimostra ed è uno dei primi ad rientrare in questo genere. Hausu (o House) è un lungometraggio che presenta diversi aspetti particolari. 
In primis, la trama è basata su un’idea della figlia di sette anni del regista. La protagonista è Oshare (o Gorgeous) che decide di andare a trovare la zia, dopo che il padre vedovo la informa del suo nuovo matrimonio. Gorgeous invita le amiche nella casa in campagna della zia che si scopre essere una strega. 

Tra misteriose scomparse e morti improbabili, il film è caricaturale e trash senza riserve. Gli anni Settanta spiccano sia dai colori sia dall’assurdità dell’ambientazione: è l’Halloween di Carpenter, ma il serial killer è una strega e la casa infestata è anch’essa parte degli omicidi. È un film che coniuga umorismo, trash ma un gran apparato gotico, perfetto per gli amanti di splatter e di parodie. 

L'ora del lupo, Ingmar Bergman, 1968

Scena dal film L'ora del lupo (1968)

Nessuno avrebbe pensato Bergman nei panni di un regista horror: dopo il successo di Persona, il regista svedese ha voluto sperimentare. La storia si basa sul Flauto Magico di Mozart e la novella di E.T.A. Hoffman La pentola d’oro, infarcita di folklore, licantropi, fantasmi e vampiri.

La trama vede la vicenda della scomparsa del pittore Johan Borg (Max von Sydow) ricercato dalla moglie Alma (Liv Ullmann) sull’isola di Baltrum. La pellicola si chiude con Alma che domanda allo spettatore: dopotutto se una moglie vive le stesse esperienze del marito, lei diventerà come lui e come i suoi fantasmi?

L’incubo che diventa realtà si scontra con il genio artistico fino all’intrusione della morte nella sua sfumatura più reale, ovvero l’omicidio. Una pellicola anomala nella produzione di Bergman, ma che per atmosfere richiama Shining di Stanley Kubrick, insieme al Dracula di Francis Ford Coppola.

Fhe Pacifico consiglia: Carrie-Lo sguardo di Satana, Brian De Palma, 1976

Scena dal film Carrie-Lo sguardo di Satana (1976)

Tratto dal primo omonimo libro del Re dell’Orrore, Carrie-Lo sguardo di Satana mette in scena il fulcro generale dei successivi libri e film di Stephen King: la società, la sua distruzione e le sue fobie. 
In Carrie ci troviamo di fronte ad una giovane ragazza attaccata contemporaneamente dalla cattolica e bigotta madre e dalla perfetta periferia nella quale vive. Carrie mette così in scena sia le problematiche del divagante cattolicesimo sia della “perfetta” e “sicura” provincia e scuola statunitense, divenendo armi e palcoscenici per la vendetta della giovane ragazza dopo l’ennesimo episodio di bullismo e la scoperta dei suoi poteri.

Il film è cruciale non solo per la nascita e lo sviluppo delle carriere di King e De Palma, ma si può considerare anche una pietra miliare per il genere cinematografico horror, specialmente la parte finale della mano di Carrie.

Anna Rizzo consiglia: Gli uccelli, Alfred Hitchcock, 1963

Scena tratta dal film Gli uccelli (1963)

La giovane ereditiera Melanie Daniels è irritata da uno scherzo provocatorio ricevuto dallo sconosciuto avvocato Mitch Brenner in un negozio di uccelli. Decide di seguire l’uomo misterioso nella piccola cittadina di Bodega Bay con lo scopo di attuare un’innocente vendetta. Il soggiorno della donna si prolunga inaspettatamente e lei sarà costretta a rimanere nella località lacustre per giorni. Melanie dovrà fronteggiare insieme alla comunità la violenza dei rapaci che divorano chiunque incontrano.

Il film in questione è un horror psicologico di Alfred Hitchcock. La pellicola riscosse notevole successo al botteghino. Tratto dall’omonimo racconto di Daphne du Maurier pubblicato dieci anni prima, Gli uccelli fa rabbrividire ancora oggi grazie alla raffinatezza tecnica e stilistica di uno dei più grandi maestri del terrore. 

Federico Rossato consiglia: Gli invasati, Robert Wise, 1963

Scena dal film Gli invasati (1963)

Un antropologo decide di utilizzare Hill House, dove sono accaduti diversi fatti sanguinari, come luogo dei propri studi. Con lui vengono un uomo e due donne. Una di loro, Eleanor, tormentata dai demoni del passato, diventa particolarmente recettiva all'influenza della casa.

Gli invasati è un must per coloro i quali vanno cercando un film che non sia di semplice paura, ma di vera e propria angoscia. Tra esperimenti con un presunto sovrannaturale dentro una villa ed Angst, ci sono tutte le carte in tavola per offrire uno spettacolo intrigante di rara qualità, oltre i soliti titoli mainstream fondati sulla paura, più che sull'Angst. L'unico modo per cogliere quell'angoscia è mettersi davanti allo schermo e lasciarsi trasportare dalle nevrosi che inizieranno a susseguirsi davanti e dentro di noi.

Silvia Strambi consiglia: Vampyr-Il vampiroCarl Theodor Dreyer, 1932

Scena dal film Vampyr-Il vampiro (1932)

Tratto (liberamente) da alcune novelle dello scrittore Joseph Sheridan Le Fanu, “padre” della prima vampira, il film racconta le vicende del giovane Allan Grey, appassionato dell’occulto.

Realizzato all’avvento del cinema sonoro, Vampyr è “quasi muto”. Per tutta la sua durata, infatti, ci sono pochissimi dialoghi e molta, moltissima musica. Questo comporta che gran parte dell’orrore stia nel non detto, nel sottinteso: il vampiro non viene mai citato, ma la sua esistenza viene rivelata attraverso le pagine di un libro che vediamo a mo' di cartello. Allo spettatore spetta il compito di riempire i vuoti lasciati dalla sapiente narrazione.

Anche le immagini lasciano molto all’immaginazione, dando vita ad un film di cui è difficile raccontare la trama ma che riesce ad evocare demoni e inquietudini profonde.

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