Di Davide Gravina
Matt Damon in Sopravvissuto - The Martian |
Oggi esce nelle sale italiane The Last Duel, il penultimo film di Ridley Scott, al quale seguirà House of Gucci.
I duellanti (1977), Alien (1979), Blade Runner (1982): questi sono i primi tre film di Ridley Scott, i suoi tre primi capolavori. Scott, però, non si fermò qui. Durante la sua carriera realizzò magnifici film (Thelma e Louise e Black Hawk Down) alternati con film di enorme successo commerciale (Il Gladiatore) e altri di minor valore (Soldato Jane).
La grandezza di Scott, al di là di quelli che possiamo definire incidenti di percorso, non si discute. Si ha, però, la sempre più netta sensazione che il regista, dopo una carriera molto prolifica, si sia stancato e realizzi film di scarsa qualità (basti citare le ignobili critiche che hanno ricevuto Prometheus e Alien Covenant, prequel di Alien). Così non è.
Sopravvissuto - The Martian (2015) è un capolavoro e in questo articolo ne scopriremo il motivo.
La trama è semplicissima: l’astronauta Mark Watney (Matt Damon) viene abbandonato su Marte dai suoi compagni perché considerato morto. Gli restano soltanto la sua intelligenza e le sue conoscenze per cercare di mettersi in contatto con la Terra e tentare di sopravvivere su un pianeta straniero.
Ridley Scott riesce nella difficilissima sfida di realizzare un film di fantascienza che possiamo definire realista. Com’è possibile? La risposta non può essere univoca. Vediamo come è riuscito a unire due nature tanto diverse, creando allo stesso tempo un’opera lineare, senza inutili complicazioni (ogni riferimento a Interstellar (2014) diretto da Nolan non è casuale).
Ciò che, sin dalla trama e dalle prime inquadrature, salta all’occhio è l’attenzione e la cura maniacale che Scott pone nel riprendere Matt Damon. Lui vive su Marte e il suo corpo, ben più che la sua mente, ne portano le conseguenze. Ciò è comprensibile data la consapevolezza, di tutti gli astronauti più avveduti, del rischio di ogni missione nello spazio. Mark quando si rende conto di essere solo non va in preda al panico, ma riesce a mantenere la calma e ad organizzarsi. Noi spettatori riusciamo a cogliere ogni aspetto del suo lavoro poiché comunica ogni suo movimento al diario di bordo.
Matt Damon in Sopravvissuto - The Martian |
Ancora una volta: una reazione comprensibile. Il suo corpo, al contrario della mente, va incontro ad un costante logorio. La scelta che mette in atto Scott per mostrarci il fisico di Mark è molto intelligente: decide di spostare l’attenzione verso i colleghi di Mark sulla Terra, con cui nel frattempo è riuscito a mettersi in contatto, e la macchina da presa torna su Mark dopo svariati minuti e quindi il suo fisico porta le conseguenze dei moltissimi giorni passati a mangiare patate e poco altro. È uno shock.
Noi spettatori ci eravamo abituati al suo fisico scultoreo e, soprattutto, alla sua tenuta mentale. Non avremmo mai immaginato che Mark potesse ridursi così, ma al logorio fisico, senza una corretta alimentazione, non si può sfuggire.
Oltre a non perdere la testa, Mark riesce ad ottenere una conquista che sembrava impensabile: colonizza Marte. Il verbo colonizzare non è utilizzato a sproposito, seppur non sia, in questo caso, inteso nella sua accezione più ampia. Mark riesce a coltivare, all’interno della sua navicella, delle patate, andando contro l’assenza di fertilizzante e le temperature proibitive del pianeta. Ancora una volta le sue conoscenze, da botanico oltre che da astronauta, sono la base della sua sopravvivenza.
La descrizione fino ad ora fornita sembrerebbe narrare di un essere leggendario. Così non è.
Oltre alle sue innegabili doti, Scott mostra il lato più umano di Mark, più volte. In fin dei conti: come si può realizzare un film realista senza che il protagonista sia effettivamente una persona, con i suoi difetti e le sue fragilità? Mark dimostra di non essere un robot che calcola e coltiva patate senza pensare a nient’altro, quando comincia ad avere contatti, diretti e non, con i suoi colleghi.
Lo vediamo, quindi, bistrattare le pessime canzoni che si era portata in missione la comandante Lewis (Jessica Chastain), piangere di nostalgia e tristezza quando apre i minuscoli bagagli dei suoi colleghi e scopre alcune idiozie che si erano portati nello spazio o, ancora, piangere di gioia e malinconia quando scrive i primi messaggi ironici con il suo amico e collega Rick (Michael Peña).
Jessica Chastain in Sopravvissuto - The Martian |
Bastano quelle poche scene in cui Scott ci mostra Mark emozionato ed umano, per mostrarci la vera forza d’animo di un uomo che vuole vivere e non solo sopravvivere. In quelle poche scene ci mostra cos’è la vera vita. In quelle poche scene ci mostra la realtà così come noi la conosciamo, che può esistere anche a 225 milioni di chilometri di distanza dal nostro Pianeta.
Mark, però, nonostante la sua intelligenza ed umanità, non può far fronte a tutte le catastrofi che accadono sul pianeta e soprattutto non è in grado di tornare a casa senza aiuto. Qui entra in gioco la NASA. L’agenzia governativa, una volta scoperto che Mark è ancora vivo, si mette subito all’opera per cercare di salvare l’astronauta, ma neanche la vita in gioco di un uomo può scavalcare tutti i problemi a cui andrebbero incontro i responsabili dell’operazione.
Scott non fa sconti a nessuno: all’interno della NASA alcuni hanno il compito di tenere a bada i giornalisti, mentre il presidente (Jeff Daniels) deve monitorare i costi e mostrare, a qualunque costo, l’infallibilità e la puntualità delle operazioni. Questa è la realtà e questa ci viene mostrata.
Scott non viene mai meno al suo principio e così facendo confeziona un’opera d’arte maestosa.
Un’ultima scena merita un’analisi approfondita. Questa esula, forse, dal discorso, ma dà al film un valore aggiunto notevole. La scena riguarda in prima battuta Rich Purnell (Donald Glover), un astrodinamico della NASA. L’agenzia deve trovare una rapida soluzione per salvare Mark. L’astronauta non è più in grado di coltivare patate poiché la stanza adibita alla coltivazione è esplosa e quindi ha bisogno che qualcuno vada a salvarlo prima che finisca tutte le scorte di cibo. Rich trova la soluzione.
Sopravvissuto - The Martian |
La scena mette ancora una volta in evidenza il fatto che ci sono persone più preoccupate all’immagine mediatica della NASA rispetto alla vita di un uomo. Ma non è questa la principale motivazione per cui l’analisi di tale scena chiude l’articolo. Ciò che è davvero degno di sottolineatura è il nome che Rich dà alla soluzione trovata, dato che sa che essa deve rimanere segreta fino alla decisione finale.
Rich chiama la sua soluzione “Progetto Elrond”. Il nome richiama ovviamente all’Elfo e alla riunione segreta che organizza ne Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell’Anello (2001). Il film e la riunione vengono direttamente citati nel film, ma se ciò non bastasse, troviamo anche un collegamento implicito all’opera di Peter Jackson: Sean Bean (Boromir nel film di Jackson) interpreta Mitch Henderson, uno dei dirigenti della NASA, nel film di Scott. Come ne Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell’Anello anche in questo caso Sean Bean interpreta un personaggio che va contro il senso comune, ma in questa caso la sua decisione si rivelerà esatta.
Un film di fantascienza, realista, che cita in due modi diversi una delle migliori opere fantasy nella storia del cinema.
Tutto questo basta a definire il film un capolavoro? A voi lettori la risposta.
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