Di Anna Rizzo
La porta è socchiusa. Sei al buio. Non vedi nulla, eccetto un lontanissimo bagliore che ti richiama a se in quella stanza. Il serpente è lì. Ti avvicini alla porta e sul pavimento scorgi la muta squamata e umida. Un passo nella stanza, volgi lo sguardo verso la luce che inonda completamente ogni senso.
Signore e signori: David Bowie.
Foto di Brian Ward |
Il serpente è uno dei più arcaici simboli dell’esoterismo, icona d’immortalità per la capacità di cambiare pelle. David Bowie, appassionato di esoterismo e pratiche occulte, con grande raffinatezza ha saputo trasformarsi molte volte lungo la propria carriera. Ha indossato maschere, interpretato personaggi, ha cambiato pelle. Ha trasformato se stesso in un universo affascinante e misterioso stratificando infiniti livelli intertestuali che lo hanno reso sfuggente. L’universo Bowie ti illude di riuscire a comprenderlo per poi farti scoprire di non potervi accedere.
Il fermento culturale degli anni ’60 e ’70 condusse molti, Bowie compreso, a documentarsi sulle culture orientali. In particolare egli lesse moltissimi libri inerenti alle pratiche di magia, all’esoterismo e all’occultismo. Alcuni degli autori di tali libri influenzarono la musica di Bowie e il suo stile di vita. Gli album musicali progressivamente divennero sempre più criptici e densi di misticismo.
Hunky Dory (1971)
Si tratta di un album alquanto significativo poiché qui comincia a emergere l’interesse di David Bowie per l’occulto che nei lavori precedenti serpeggiava sottopelle. Sono due, in particolare, le canzoni rappresentative del Bowie 1971. Oh! You Pretty Thing riporta dei riferimenti al concetto della Terra Cava presente nel romanzo del 1871 The coming race di Edward Bulwer-Lytton. Lytton era un esoterista inglese di nobili origini e in questo libro, racconta di una razza sovrumana perfetta che vive nel sottosuolo e possiede un’energia infinita che può modellare con il pensiero.
Quicksand, invece, contiene il nome dell’esoterista al quale Bowie si ispirò più di tutti, ovvero Aleister Crowley. Crowley, soprannominato La Bestia, fu un intellettuale inglese votato alle pratiche oscure della magia, si iscrisse a moltissime sette antiche e fondò due ordini occulti: il culto di Thelema e l’Ordine dell’Argenteum Astrum. David Bowie era ossessionato dall’obiettivo di elevarsi sempre più verso la specie ultraterrena per divenire un essere infinito. Il testo della canzone, infatti, recita «I’m closer to the Golden Dawn immersed in Crowley’s uniform / Sono vicino all’alba dorata immerso nell’uniforme di Crowley» e ancora «Knowledge comes with death’s release / La conoscenza arriva con la liberazione della morte».
Aleister Crowley |
The rise and fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars (1972)
Con questo album l’esoterismo si mescola alla fantascienza. Bowie diventa Ziggy Stardust, un personaggio da lui inventato, è un messia alieno, un superessere infinito caduto sulla terra. Il cosmo è dipinto come un luogo inquietante e misterioso in cui dei buchi neri viventi hanno fatto arrivare Ziggy sulla terra con le sembianze di una nave, una forma comprensibile all’uomo.
Diamond Dogs (1974)
Copertina di Diamonds Dogs, artwork di Guy Peellaert |
L’album rispecchia la follia e i tormenti di Bowie in questi anni. L’uso massiccio di cocaina lo indusse all’ossessione per i demoni e l’occulto. Queste canzoni raccontano l’apocalisse in un deserto urbano dove pulci giganti risucchiano e dissanguano topi grandi come gatti. L’unica salvezza proposta risiede nelle droghe e nel ricordo dell’amore. Chant of the ever circling skeletal è un brano macabro, il suono imita la puntina che crea un solco di blocco su un album ripetutamente. Musicalmente è la metafora della natura rischiosa delle ricerche occulte. Le droghe amplificarono il suo misticismo impedendogli di riconoscere la realtà.
Durante un’intervista si sedette a terra e cominciò a disegnare simboli della Kabbalah, un antico complesso di regole legate alla tradizione ebraica votate alla lettura dell’universo e delle leggi del cosmo. Era convinto che i suoi piani di governare il mondo fossero stati annientati da streghe che volevano estirpargli il seme e partorire magicamente un omuncolo. Disorientato dalle dosi massicce di cocaina, rimase folgorato dalla mitologia fascista, dal Superuomo di Nietzsche e l’Occultismo Raziale (la Thule alimentò questo tipo di occultismo, fu una setta oscura di estrema destra profondamente antisemita).
Fu inoltre affascinato dal libro The Spear of Destiny di Trevor Ravenscroft in cui vengono raccontate le ossessioni di Hitler nel voler trovare il Santo Graal e la lancia usata da un soldato romano per trafiggere Gesù durante la crocifissione.
Station to Station (1976)
Foto di Andrew Kent |
Questo album nacque dal turbamento che visse David Bowie durante quelli che lui stesso definì i 10 mesi più brutti della propria vita. Insieme alla moglie Angela Bowie, si trasferì a Los Angeles in una grande casa stile Art Deco. I due trovarono sul pavimento di una stanza il disegno di un esagramma, indagarono sui precedenti proprietari. La casa appartenne alla celebre ballerina Gipsy Rose Lee, deceduta pochi anni prima. David Bowie rasentò la follia in quella casa, si alimentava soltanto di peperoncini e cocaina.
Ossessionato dall’idea che ci fosse Satana in piscina, eseguì con la moglie un esorcismo davanti alla piscina. Angela, a differenza del marito, era molto scettica verso questi argomenti. Tuttavia, in un’intervista affermò di essersi spaventata durante l’esorcismo, poiché durante il rituale l’acqua cominciò a bollire e una grande macchia scura comparve sul fondale. Poche settimane dopo lasciarono la casa e David Bowie tradusse l’esperienza nell’album Station to Station che lo consacrò a Duca dell’Occulto. Il titolo allude alle dieci stazioni che costituiscono il diagramma cabalistico in cui l’aspetto trascendente di Dio si manifesta secondo dieci sfere chiamate Sephiroth. La sfera più alta si chiama Kèter ed è la corona, il centro della volontà creatrice; la più bassa è Malkhùth rappresenta il regno, ossia la realtà fisica. La canzone che dà il titolo all’album riporta dei riferimenti alle sfere «Here we are. One magical movement from Kèter to Malkhùth/ Siamo qui. Un movimento magico da Kèther a Malkhùth».
Gipsy Rose Lee, New York Public Library |
Il brano fornisce maggiori dettagli sull’idea che Bowie avesse di Lucifero. Una concezione romantica e decadente: Satana visto come un dandy autorealizzato, un poeta simile a Baudelaire calato in un contesto gotico. Bowie rappresenta se stesso come un guscio bruciato di un uomo troppo vicino al sole. Il titolo rimanda anche alle stazioni percorse da Cristo verso la crocifissione, tema ricorrente nella discografia di Bowie. Ancora una volta incontriamo elementi riconducibili ad Aleister Crowley, in particolare il dardo, da egli definito come il simbolo della volontà universale. Infatti in Station to Station Bowie canta «The return of the Thin White Duke throwing darts in lovers’ eyes/ Il ritorno dell’esile Duca Bianco che scaglia dardi negli occhi degli innamorati».
Nel 1976 decise di disintossicarsi insieme a Iggy Pop. Vollero allontanarsi dalla cocaina che imperversava in America e si trasferirono per un periodo a Berlino. Senza saperlo, si ritrovarono nella capitale europea dell’eroina. Bowie venne arrestato in seguito a una rissa sotto effetto di droghe pesanti e scoprirono tra i suoi oggetti personali dei cimeli nazisti. Anni dopo, lucidamente spiegò di non aver mai abbracciato gli ideali nazisti e razzisti. Bowie era incappato nella lettura di libri esoterici che avevano ispirato il nazismo, tra cui The Secret Doctrine di Madame Blavatsky inerente all’evoluzione spirituale del destino dell’umanità.
Scary Monsters (1980)
Dal videoclip di Ashes to Ashes, diretto da David Mallet |
Con l’album Scary Monsters veniamo a conoscenza dell’interesse di Bowie per i racconti di Michael Moorcock, scrittore di fantascienza appartenente alla corrente del Realismo Magico. Nel videoclip di Ashes to Ashes, Bowie emerge dalle acque e cammina sulla spiaggia nelle vesti di Pierrot-Pinocchio come il Pierrot viaggiatore nel tempo del romanzo The English assassin di Moorcock che emerge dalle acque del mare per incontrare la sorella sulla spiaggia.
Blackstar (2016)
Dal videoclip di Blackstar, regia di Johan Renck |
L’oscuro velo di mistero avvolse per sempre Bowie il 10 gennaio del 2016. A distanza di soli due giorni dalla pubblicazione del suo ultimo album, il mondo ricevette la notizia del suo decesso. Blackstar è un album estremamente controverso che appare come l’ultima mossa di un piano progettato da Bowie accuratamente fin dagli inizi. Due canzoni in particolare sconvolsero i fan che immediatamente le ricollegarono alla scomparsa del cantante: BlackStar e Lazarus. La prima condivide il titolo con un brano di Elvis Presley – nato come Bowie l’8 gennaio. Il testo di Elvis appare inquietante se inserito nel contesto dell’album di Bowie e associato alla sua morte «Every man has a black star and when a man sees his black star, he knows his time has come/ Ogni uomo ha una stella nera e quando egli vede la propria stella nera sa che il proprio momento è giunto». Aleister Crowley torna in questa canzone poiché egli sosteneva che ogni essere umano fosse una stella. La stella nera, però, richiama anche al Sol Niger degli alchimisti - simbolo di Putrefactio, melancolia che risucchia ogni energia positiva- e alla Luce Oscura degli Antichi Gnostici - infernale esilio sulla Terra causato da entità maligne e potenti.
Uno Chnoubis-Demiurgo |
Lo gnosticismo è un antichissimo movimento filosofico, religioso ed esoterico le cui radici risalgono all’antica Grecia e ai primissimi secoli dell’Impero Romano prima della nascita di Cristo. All’interno del pensiero di Bowie, questa filosofia ricopre un ruolo significativo poiché sosteneva che dalla conoscenza dipendesse lo scopo supremo della salvezza spirituale.
Il testo di BlackStar è ambientato nella Villa di Ormen. Ormen è un villaggio in Norvegia di cui era nativa Hermione Farthingale, una donna con cui fu fidanzato per un anno. Ormen, tuttavia significa anche 'Serpente' in svedese. La Villa di Ormen diventa quindi 'La Casa del Serpente', un ipotetico luogo crepuscolare, punto d’incontro tra mondo terreno e universo corporeo. Alcuni sostengono che la villa esista davvero e che sia stata teatro di rituali notturni ai quali partecipò anche Bowie. Il serpente può anche essere inteso come Uroboro Egizio, ovvero un animale a metà tra il serpente e il drago che si morde la coda formando un cerchio senza inizio né fine. L’Uroboro simboleggia il potere che divora e rigenera se stesso, l’energia universale che si consuma e si rinnova. La più antica rappresentazione di Uroboro è contenuta in un testo funerario all’interno della tomba di Tutankhamon e riguarda le azioni del Dio Ra e di Osiride negli inferi. Nell’Egitto Romano (30 a.C. – VII sec. d. C.) l’Uroboro veniva inserito su talismani magici. Nello gnosticismo è simbolo di eternità.
David Bowie fu un grande artista, un intellettuale molto colto che riuscì a rimescolare mitologia, letteratura, iconografie disparate trasformando le proprie opere in enigmi. Nel videoclip di BlackStar sono presenti anche delle coreografie di danza ritualistica ed esoterica. Mentre canta mostra un libro nero con una stella che potrebbe essere The book of the law scritto da Aleister Crowley. Torna il tema della crocifissione già presente in Station to Station, ma qui viene presentato mostrando tre inquietanti spaventapasseri vivi crocifissi su una collina. Il video è ambientato in un gelido paesaggio fiabesco con un pianeta eclissato.
Dal videoclip di BlackStar, regia di Johan Renck |
Bellissimo articolo! Spesso adoriamo personaggi che in realtà non comprendiamo realmente per il semplice motivo che li viviamo superficialmente. Oggi, ho scoperto aspetti e interessi di uno degli artisti da me più amati, che non conoscevo e che hanno fatto luce su quanto poco sapessi sull'artista che ha accompagnato gli anni della mia giovinezza.
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