Il Dopofestival di Tapioca: pagelle della serata cover


La serata cover a Sanremo è di solito tra le più amate e seguite del Festival. Ogni cantante in gara ha la possibilità di scegliere uno o più partner con cui cantare una canzone di un repertorio a tema, scelto dal direttore. Quest'anno Amadeus è stato molto poco specifico: la scelta doveva ricadere su una canzone qualsiasi, del repertorio italiano o straniero, appartenente agli anni '60, '70, '80 oppure (quest'ultima aggiunta su richiesta dei cantanti) scritta negli anni '90. Spesso la canzone viene scelta in modo simbolico o strategico: simbolico se si vuole portare un messaggio sul palco dell'Ariston, strategica perché la classifica della serata cover influenza la classifica generale dell'intero Festival. Ad esempio, ieri il televoto è valso il secondo posto a Elisa, superata in testacoda dall'esecutore della cover vincitrice: Gianni Morandi. Oltre al televoto, ad aggiudicare la miglior esecuzione è stata la sala stampa e la giuria.

Oltre ad aiutare il concorrente a scalare la classifica, però, cosa si vince nella serata cover? Un'orribile campana ligure che Morandi e Jovanotti stavano addirittura dimenticando sul palcoscenico dopo il bis dei vincitori a chiusura della serata. Quando è stato consegnato loro il premio tra le mani ho letteralmente visto nello sguardo di Morandi la silente domanda: "e mo' 'sta cafonata dove la metto? In salotto?" E la risposta: "Quasi quasi la appioppo a Jovanotti..."

Quindi, visto che nessuno la voleva davvero vincere quella campana, in molti hanno optato per la gloria e la scelta simbolica. Tra le esecuzioni più toccanti vanno menzionati, chiaramente, gli omaggi agli artisti che sono scomparsi nel 2021. Tra questi: Stefano D'OrazioRaffaella Carrà, Milva e Ronnie Spector. Altre scelte sono più politiche, come quella di Achille Lauro di cantare con Loredana Bertè e regalarle dei fiori di "scuse" da parte di tutto il genere maschile per gli insulti al suo aspetto subiti negli ultimi anni; altro esempio è l'omaggio alla musica black di Noemi o quello femminista a Caterina Caselli di Rettore e Ditonellapiaga.

In attesa del gran finale di questa sera rivediamo, dunque, tutte le cover di ieri, e commentiamole insieme:


Noemi – You Make Me Feel Like a Natural Woman (Aretha Frankylin)
Uno dei pezzi più famosi dell'afroamericana Aretha Frankylin. Noemi ha la voce perfetta per questa cover e io l'ho amata. Seduta al pianoforte, con il suo vestito color glicine (e sono subito i flashback del Vietnam/Sanremo 2021), Noemi è bellissima e bravissima. Ho adorato la sua performance e penso che abbia giocato bene le sue carte sfruttando le potenzialità massime della sua voce.

Voto: 9

Giovanni Truppi e Vincenzo Capossela – Nella mia ora di libertà (Fabrizio De André)
Scelta comprensibile, ho apprezzato l'omaggio cantautoriale. Ma l'esecuzione non mi ha fatta impazzire. Ad un certo punto è spuntato fuori Mauro Pagani con l'armonica, dando un tocco in più all'atmosfera del "carcere". 

Voto: 4 + menzione speciale al coordinamento minimalista canottiera di Truppi/foulard di Capossela

Yuman e Rita Marcotulli– My way (Frank Sinatra)
Yuman duetta col pianoforte di Rita Marcotulli, compositrice e musicista di fama internazionale. La scelta è stata perspicace, ma forse troppo ambiziosa. Infatti non credo fosse perfettamente calzante per la voce di Yuman. 

Voto: 6

Le vibrazioni e Sofia and the giants - Live and let die (Paul McCartney)
Arrangiamento che pare uscito dalla colonna sonora di Spirit. Ma ha anche dei difetti. 

Voto: 6- (sarebbe stato 5, ma lascio un quasi-punto bonus perché in Redazione siamo Bimbə di Beppe Vessicchio)


Sangiovanni e Fiorella Mannoia– A muso duro (Pierangelo Bertoli) 
Capisco la scelta sentita sia per quel che riguarda la canzone che la Mannoia come partner. Scelta simbolica applicata ad una canzone sul mestiere del cantante, ma i due insieme, musicalmente, non mi convincono. 

Voto: 3

Emma e Francesca Michielin – Baby one more time (di Britney Spears)
Arrangiamento bellissimo finché non sono partiti i bassi da discoteca. L'esecuzione in compenso è molto pulita, sia dal punto di vista musicale che performativo. Le due sono esplosive e hanno una buona complicità.

Voto: 8

Gianni Morandi e Jovanotti – Medley 
Immaginate un mondo dove Gianni Morandi va all'Eurovision. 

Jovanotti (già autore di Apri tutte le porte) e Morandi sono la coppia dell'anno. Il medley vede presente due hit di Gianni Morandi (Occhi di ragazza e Un Mondo d'amore) con due brani di Jovanotti (Io penso positivo e Ragazzo fortunato). Mi hanno messo più energia di un triplo caffè alle 11 del mattino. Vittoria meritata.

Voto: 9


Elisa – What a feeling (Irene Cara)
Sul palco, Elisa canta e Elena D'Amario danza. Credo che con quest'esibizione, e il pubblico già bello caldo dopo Morandi e Jovanotti, si sia raggiunto il picco energetico massimo nella storia del Festival. Se quelli di prima sono caffè concentrato, questo è uno di quei cappuccini strong col caramello dentro. 

Voto: 9


Achille Lauro e Loredana Bertè – Sei bellissima 
E dopo il caffè, l'amaro. Achille Lauro canta al femminile e si lascia surclassare da Bertè, di proposito. Penso fosse il suo intento, quello di farsi superare da Loredana, quindi è con onore e rispetto per la battaglia di Achille Lauro contro il patriarcato che gli do un'insufficienza. Complimenti, hai sfigurato con successo! 

Voto: 4

Matteo Romano e Malika Ayane – Your song (Elton John) 
Malika Ayane splendida, Matteo Romano secondo me è solo stasera che ha scoperto la tecnica del diaframma. La canzone mi ha dato i brividi. Scelta di Matteo ottima, mi sento un po' di parte perché è una delle mie canzoni preferite. 

Voto: 6.5

Irama e Gianluca Grignani – La mia storia tra le dita 
Gianluca Grignani si è esagitato, Irama ha provato a stargli dietro ma lui nella vita scrive canzoni di chiesa e quindi non era pronto. I due non erano insieme, Irama era palesemente in ritardo.
Cringe il fatto che continuasse a chiedere al pubblico di cantare la sua canzone mentre il pubblico non la sapeva, palesemente. Amadeus che gli dà i fiori e: «speriamo di vederti presto a Sanremo». Sottotesto: «vieni, che abbiamo bisogno di un nuovo Morgan per i meme».

Voto: 2 

Ditonellapiaga e Rettore – Nessuno mi può giudicare (Caterina Caselli)
Arrangiamento letteralmente da karaoke su YouTube. Dopo il successone radiofonico di Chimica, per la quarta serata mi aspettavo un pochetto più di... chimica. 

Voto: 5

Iva Zanicchi – Canzone (Don Backy e Detto Mariano nella versione di Milva)
Omaggio a Milva. Esecuzione commovente. Continua ad essere la cantante più sottovalutata, in gara, dalla sala stampa.  Forse un po' troppo alta la voce alla fine. Bella l'idea di iniziare l'esecuzione con la voce registrata di Milva.

Voto: 8-

Ana Mena e Rocco Hunt – Medley
Il medley di Ana Mena è un mix di vibes un po' naif stile anni '80: Il mondo, Noi siamo figli delle stelle e poi non ricordo. Ana Mena è Ariana Grande senza essere Ariana Grande, mi dà troppo fastidio che non sappia prendere il respiro senza farlo sentire al microfono. Però punto extra per Rocco Hunt che salva l'esecuzione. 

Voto: 6-

La rappresentante di lista, Cosmo, Margherita Vicario e Ginevra – Be my baby (The Ronettes) 
Arrangiamento elettronico molto interessante ma c'era troppa gente sul palco secondo me. Non credo servissero, per quella che è la canzone, tutte quelle voci femminili così uguali e così insieme. Anche se capisco che si volesse riprendere la formazione originale del gruppo The Ronettes, i contrasti di solito sono più interessanti degli unisoni. Punto extra per la stillettata all'Eni.

Voto: 7

Massimo Ranieri e Nek – Anna verrà (Pino Daniele) 
Se hai origini napoletane come la sottoscritta, la frase "Ranieri canta Pino Daniele" dovrebbe farti reagire come una fangirl a una convention di Doctor Who. I miei feels partenopei però sono stati interrotti dalla voce tamarra di Nek. Non sentivo due cantanti duettare così male tra di loro dai tempi di Emanuele Filiberto e Pupo: non c'era la minima armonizzazione nelle voci, lo stile canoro di Nek non c'entrava nulla con l'arrangiamento della cover e Ranieri era evidentemente a disagio coi microfoni dell'Ariston. 

Voto: 2

Michele Bravi – Io vorrei, non vorrei ma se vuoi (Lucio Battisti)
In una serata in cui tutti duettano con tutti, Michele Bravi porta sul palco dell'Ariston le fedi nuziali dei suoi nonni e duetta insieme a loro. Il brano è commovente, lui è emozionato per la presenza-assenza dei nonni dopo che Amadeus lo introduce con la frase dalla canzone: «Come può uno scoglio arginare il mare». Poteva però tenere meglio la nota finale. 

Voto: 6.5 

Mahmood e Blanco – Il cielo in una stanza (Gino Paoli)
Date una stanza a questi due, o uno studio di registrazione in alternativa, grazie. Penso che sia la coppia più azzeccata del Festival. Sono poesia pura, emozione e sensibilità maschile. Entro il 2023 voglio un loro album. 

Voto: 8.5

Rkomi e Clibro 35– Medley repertorio anni '90 di Vasco Rossi
Gli invidiosi diranno che il look è copiato da Achille Lauro. Qualcuno dovrebbe spiegare a questa gente che togliersi la maglietta sul palco dell'Ariston non fa guadagnare loro voti da casa.

Comunque il medley non era male.

Voto: 8 + Rocky Awards per aver fatto fare le flessioni ad Amadeus in smoking

Aka7even e Arisa - Cambiare (Alex Baroni)
Arisa è come il prezzemolo: volta e gira, a Sanremo lei c'è. Lei è bellissima e la canzone sembra più adatta a lei che a Aka7even. Tra i gggiovani c'è questa moda di iniziare a cantare al pianoforte e poi alzarsi: avete visto palesemente troppi episodi di Lucifer. Sufficiente: non mi entusiasma ma non credo cambierei canale se mi dovesse capitare di risentirla in tv o in radio. 

Voto: 6

Highsnob & Hu e Mr Rain – Mi sono innamorato di Te (di Luigi Tenco)
Colpo di scena: i face tattoo di Highsnob sono finti! Oggi mi hanno smontato un mito.
Trovo che Mr Rain che rappa Tenco sul palco dell'Ariston sia una trovata geniale per avvicinare i boomer al genere rap.

Il duetto Higsnob/Hu però è troppo lamentoso e sinceramente quel loro sound emo/indie è carino una prima volta ma alla quarta serata annoia. 

Voto: 5

Dargen D'Amico – La bambola (Patty Pravo)
You had one job! 

La scelta poteva essere interessante (poteva perché dopo Achille Lauro ogni scelta provocatoria e a fini progressisti un po' sfigura) ma ha trasformato la canzone di Patty Pravo in quello che è sostanzialmente una remix cover da discoteca. 

Voto: 1 + Cavalierato al lavoro per aver provato a difendere su Rai 1 a Sanremo il Presidente della Repubblica. 

Giusy Ferreri e Andy (Bluvertigo) – Io vivrò senza te (Lucio Battisti)
La cover era bella, peccato che Giusy avesse palesemente problemi alla gola. Giusy, hai provato il succo di limone? Magari aiuta.

Voto: 7

Fabrizio Moro – Uomini soli ( Pooh)
Il secondo artista del Festival 2022 a omaggiare Stefano D'Orazio (durante la prima serata Le vibrazioni avevano suonato una batteria con su stampata la sagoma del compianto batterista dei Pooh). Sebbene sia apprezzato il gesto... a me l'esecuzione di Moro non è piaciuta. Il ritornello forse era troppo sfiatato. 

Voto: 4 + Premio Geronimo Stilton per l'ingresso con piantina del Leroy Merlin per la co-conduttrice Maria Grazia Giannetta. Fabrizio Moro è un vero gentiltopo 

Tananai e Rose Chemical – A far l'amore comincia tu (Raffaella Carrà)
Evidentemente un omaggio alla defunta showgirl, nonché ex conduttrice di Sanremo. Bel gesto, bella performance, ma la cover è inascoltabile. 

Dopo "Sesso occasionale" e "A far l'amore comincia tu“, mi sembra che ormai sia chiaro il messaggio che Tananai vuole portare sull'Ariston. Credo che abbia anche avuto un ulteriore lapsus freudiano e abbia cantato: scoppia, scoppia, mi scopa il cuor. 

Dai, amico, non demordere, se vuoi puoi, basta crederci!

Voto: 3 + Premio Ecceziunale Veramente di ieri, per l'abbinamento truzzo tra l'outifit da Febbre del Sabato sera di Tananai con quello punkettaro di Rose Chemical.

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