Cinema e saghe 1. James Bond

Di Davide Gravina

Oggi inizia una nuova rubrica: quella dedicata alle saghe cinematografiche. 
Nell’ultimo decennio, anche grazie al clamoroso sopravvento delle serie televisive, le saghe al cinema hanno raggiunto livelli di popolarità e incassi mai neanche sognati. Le saghe cinematografiche, però, non sono apparse per la prima volta sullo schermo nel XXI secolo, tutt’altro. Pensiamo, ad esempio, a Maciste, personaggio ideato da Gabriele D’Annunzio, comparso per la prima volta nel celeberrimo film di Pastrone Cabiria (1914), al quale sono stati dedicati ben 42 film nei successivi 50 anni. Dalla prima apparizione di Maciste, si può fare un balzo di oltre sessant’anni e arrivare al 1977, data scolpita nella storia del cinema e nel cuore di tutti gli amanti di Star Wars, anno di uscita di Guerre Stellari di George Lucas.
È facile, quindi, intuire come il mondo delle saghe sia estraneo a qualsiasi tentativo di omogeneità. Il ripudio verso una banale uniformità, insita in tutte le saghe ben riuscite, trova perfetta collocazione nella saga più longeva tra quelle tuttora in attività (il primato assoluto appartiene ai 123 film usciti tra il 1949 e il 2018 dedicati al medico e maestro di arti marziali Wong Fei Hung): la saga di James Bond.

Le statue di cera dei sei 007 al Madame Tusseauds Museum di Londra

Il personaggio, creato nel 1953 dallo scrittore britannico Ian Fleming, è diventato una delle icone maggiormente riconoscibili nel panorama cinematografico internazionale, grazie soprattutto ai 25 (fino ad ora) film che vedono protagonista l’affascinante, raffinato, esperto e scaltro agente segreto del controspionaggio inglese. James Bond è stato incarnato, nel corso degli anni, da ben sei attori e 12 registi differenti si sono alternati dietro la macchina da presa: questa disomogeneità è ulteriore testimonianza del fisiologico progredire a cui deve andare incontro una saga tanto duratura. 

Per addentrarci nel vasto mondo di Bond, costellato di inganni, criminali, belle donne, tecnologia e martini, non esiste modo migliore della Tier List, che sarà punto cardine anche dei successivi appuntamenti della rubrica. La Tier List consiste nel creare alcune categorie, dalla peggiore alla migliore, nelle quali inserire ognuno dei film che compongono la saga. I film inseriti all’interno di una stessa categoria e che, quindi, ricevono la stessa valutazione, verranno inseriti in ordine cronologico. I nomi delle categorie riprendono il classico metodo di valutazione utilizzato nelle scuole americane: A - B -C - D - E - F. Al di sopra della categoria A troverà spazio la categoria S che comprenderà solo i migliori, o il migliore, film di ogni saga. Verranno esclusi in questa Tier List i film della saga di James Bond considerati apocrifi, ovvero quei film dove la spia inglese è protagonista ma non prodotti dalle EON Productions della famiglia Broccoli. 

Non indugiamo oltre: partiamo! 

CATEGORIA F

Moonraker - Operazione spazio

Il film, uscito nel 1979, è l’undicesimo film della saga, il terzo diretto da Lewis Gilbert e il quarto interpretato da Roger Moore: le premesse erano più che positive data l’esperienza acquisita e sulla quale si basa il film. Nulla, però, si salva. Una trama terribilmente prevedibile, che calca troppo la mano sull’ambientazione spaziale, certamente nota in quel determinato periodo storico, e un utilizzo scriteriato dei gadget, fin troppo invasivi, non possono che regalare uno dei peggiori film della saga.

La morte può attendere

Halle Berry in La morte può attendere (2002)
L’ultimo film interpretato da Pierce Brosnan, primo e ultimo diretto da Lee Tamahori, uscito nel 2002, ha seriamente rischiato di affossare la saga per sempre. Brosnan è totalmente fuori parte, Halle Berry è senza dubbio una delle peggiori Bond Girl che si ricordi e, in generale, i personaggi hanno scarsissima caratterizzazione. Il tutto è sorretto da una regia svogliata e una sceneggiatura del tutto insignificante. 

CATEGORIA E

Agente 007 - Una cascata di diamanti

Il film, uscito nel 1971 e diretto da Guy Hamilton, segna la fine, ufficiale e definitiva, della simbiosi tra James Bond e il suo primo, e forse più iconico, interprete, Sean Connery. Purtroppo, però, gli amanti della saga e dell’attore scozzese non possono non rimanere delusi dalla poca freschezza scenica dell’attore a quattro anni di distanza dalla sua ultima interpretazione, provocata, anche, a causa di una sceneggiatura non certo priva di difetti. 

007 - Bersaglio mobile

Scena dal film 007-Bersaglio mobile (1985)

Il film del 1985, per la regia di John Glen, vede l’ultima interpretazione di Roger Moore, che ha interpretato l’agente segreto per il maggior numero di volte, ben 7. Tale longevità risulta essere, probabilmente, il più grande problema del film: Bond è protagonista, come ci si aspetta, di una serie di pericolose azioni che perdono la loro credibilità proprio in virtù dell’età di Roger Moore (aveva 58 anni durante le riprese del film). Merita, invece, una postilla più che positiva, Max Zorin, l’iconico villain dell’opera, magistralmente interpretato da Christopher Walken. 

Il mondo non basta

Il terzo film interpretato da Pierce Brosnan, che si erge, probabilmente, come peggior Bond di sempre, uscito nel 1999 e diretto da Michael Apted, non raggiunge i bassifondi toccati dal successivo La morte può attendere, grazie soprattutto ad alcune scene d’azione mozzafiato, ma non può che essere definito un film fallito. Gli enormi problemi di trama passano addirittura in secondo piano se paragonati alla nociva presenza di due delle donne più insignificanti di tutta la saga: Electra King, interpretata da Sophie Marceau, non ha alcuna velleità se non il mero sfoggio della bellezza fisica e Giulietta Da Vinci, interpretata da Maria Grazia Cucinotta, presente solo nel prologo, concorre, insieme alla già citata Halle Berry, alla palma d’oro di peggior Bond Girl mai apparsa sullo schermo. 


CATEGORIA D

Octopussy - Operazione piovra 

Maud Adams e Roger Moore in Octopussy-Operazione piovra (1983)

Il tredicesimo film della saga, uscito nel 1983 e diretto da John Glen, è il sesto e penultimo interpretato da Roger Moore. L’arma vincente, o pseudo tale, del film risiede nell’ironia e nella leggerezza, spesso eccessiva, con la quale Bond affronta i pericoli. Si tratta, probabilmente, del Bond più sfacciato dai tempi dei primi due film con Sean Connery, grazie a un Moore mai così affascinante e, quindi, amato e, allo stesso tempo, odiato dalle donne. 

Il domani non muore mai

Per la seconda volta Pierce Brosnan interpreta Bond nel film del 1997 diretto da Roger Spottiswoode. Bond è sempre competente e seducente, ma non regge il confronto con i film che troveremo successivamente e, soprattutto, non aggiunge nulla di nuovo al carattere così variegato dell’agente segreto, ma si limita a riproporre stilemi ormai ben più che conosciuti. Il villain, invece, interpretato in maniera ineccepibile da Jonathan Price, riesce, al contrario del protagonista, a suscitare numerosi spunti di riflessioni, concentrandosi, soprattutto, sulla possibile manipolazione degli eventi da parte di coloro che hanno in mano la comunicazione mondiale.

CATEGORIA C

Agente 007 - Si vive solo due volte 

Donald Pleasence in Agente 007-Si vive solo due volte (1967)

Il film del 1967, primo diretto da Lewis Gilbert, segna una data importante per la saga: è dopo aver girato questo film che Sean Connery decise di non interpretare più l’agente segreto, salvo poi tornare sui suoi passi e interpretarlo un’ultima volta ne Il mondo non basta. L’ambientazione nipponica e il fascino dell’esotismo giocano a favore di un buon film d’azione, il tutto condito dalle magnifiche scenografie di Ken Adam (scenografo di Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba e Barry Lyndon, entrambi diretti da Stanley Kubrick) e dalla splendida fotografia di Freddie Young (direttore della fotografia, tra gli altri, di Lawrence d’Arabia di David Lean).

Agente 007 - Vivi e lascia morire

Il film, diretto da Guy Hamilton e uscito nel 1973, segna uno stacco notevole rispetto alle opere precedenti: è l’esordio di Roger Moore nei panni del più ironico, ma non per questo poco avventuroso, Bond di sempre. Buone le scene d’azione, tra motoscafi e coccodrilli e ottima la colonna sonora di George Martin, eseguita durante i titoli di testa da Paul McCartney. Impossibile non sottolineare l’eccellente utilizzo dell’orologio, impiegato non tanto quale classico gadget tecnologico ma come pedina fondamentale per i risvolti narrativi. 

007 - Zona pericolo 

Timothy Dalton in 007-Zona pericolo (1987)
 
Timothy Dalton, che fa il suo esordio come nuovo James Bond in questo film del 1987, che vede alla regia l’ormai espertissimo britannico John Glen (sua quarta opera della saga, sono tutti diretti da lui i film di Bond degli anni ’80), è probabilmente, e ingiustamente, il Bond meno amato dal pubblico. Il fascino dell’attore britannico non può essere paragonato a quello sfoggiato da Sean Connery ma questo viene sostituito da una maggior crudezza, dando vita a uno  dei Bond più cattivi mai visti e avvicinandosi, così facendo, all’idea del Bond Fleminghiano. 

007 - Vendetta privata

Il registro del secondo e ultimo film interpretato da Timothy Dalton segue il precedente, dando quindi una definitiva spallata al leggero e, a volte, quasi parodistico Bond di Roger Moore. Il film è un buonissimo thriller, a tratti anche altamente sofisticato, considerando la riflessione su cui poggia l’intero film: è lecito uccidere per il bene comune pur non avendo la licenza di uccidere che caratterizza gli agenti 00? 

Spectre 

Daniel Craig e Monica Bellucci in Spectre (2015)

Il secondo film della saga diretto da Sam Mendes, uscito nel 2015, pone subito l’asticella delle aspettative molto in alto: non tanto e non solo per il suo ottimo predecessore, Skyfall, ma per via del titolo: la Spectre è infatti l’organizzazione nemica numero uno dell’MI6. Il film riesce parzialmente a soddisfare le aspettative: Daniel Craig, al suo quarto film, ha raggiunto grande maturità, Léa Seydoux è un’ottima Bond Girl e alcune scene d’azione (memorabile la prima scena a Città del Messico) sono spettacolari. Il film, però, zoppica a causa di un’eccessiva durata, problema costante negli ultimi film della saga, e dei gratuiti tecnicismi sfoggiati dal regista britannico.

No Time to Die 

L’ultimo film interpretato da Daniel Craig, uscito nel 2021 e diretto da Cary Fukunaga, segna quella che potrebbe rivelarsi come la svolta più incredibile nella storia della saga. Il film è ricolmo di spettacolari scene d’azione (da citare, ancora una volta, il prologo, girato a Matera), anche grazie alla funzionale colonna sonora di Hans Zimmer. L’opera conclusiva del ciclo Craig, però, non è perfetta: la parte centrale pecca di un ritmo spesso squilibrato e il disegno del villain Lyutsifer Safin, interpretato da un monotono e troppo spesso ripetitivo Rami Malek, è di poco conto. 

CATEGORIA B

Agente 007 - Thunderball (Operazione tuono)

Claudine Auger e Adolfo Celi in Thunderball (1965)

Sean Connery interpreta Bond per la quarta volta nel 1965 ed è diretto per la terza e ultima volta da Terence Young. Il film non raggiunge i vertici dei suoi tre predecessori, ma questo non toglie nulla a un solido film d’azione, che fa della regia e della recitazione di Adolfo Celi, che interpreta lo spietato villain Emilio Largo, i suoi punti di forza.

Agente 007 - L'uomo dalla pistola d'oro

Guy Hamilton nel 1974 dirige per la quarta e ultima volta un film della saga. La pellicola vede nei panni del protagonista Roger Moore (alla sua seconda interpretazione dell’agente 007). Il film è volontariamente fagocitato da uno dei cattivi più iconici dell’intera saga: Francisco Scaramanga (Christopher Lee). L’opera, quindi, sposta l’accento verso l’antagonista, indagandone progetti e limiti, e giocando con la tensione, nel senso hitchcockiano del termine, in maniera egregia. 

La spia che mi amava 

Roger Moore e Richard Kiel in La spia che mi amava (1977)

Il film del 1977, che ritrova Lewis Gilbert nei panni del regista (dopo Agente 007 - Si vive solo due volte), vede un Roger Moore in una ineguagliata forma smagliante. Al di là dell’ottimo Moore, restano impressi la scena prima dei titoli di testa e, soprattutto, la prima scioccante e traumatizzante apparizione del villain Lo Squalo, interpretato dal gigante buono Richard Kiel. 

Solo per i tuoi occhi

La quinta interpretazione di Roger Moore, qui diretto, per la prima volta, da John Glen, è una delle più importanti mai realizzate nella saga: il precedente Moonraker - Operazione spaziale accentuò l’utilizzo insulso dei gadget, tentando di giustificare il tutto con un’ambientazione spaziale senza alcuna logica. Per realizzare un film degno di nota, regista e produttori decisero di ribaltare la situazione: la famosa Aston Martin DB5 salta in aria e Bond è costretto a fare affidamento sulle proprie capacità, quali il fascino e l’astuzia. Solidi cene d’azione, tra le quali spicca la sequenza finale che mostra una scalata a mani nude mozzafiato. 

Quantum of Solace

Il seguito di Casino Royale si trovava davanti grossi pericoli: come poter fare il seguito di un film perfetto? Marc Foster riesce nell’impresa: il film non è ai livelli dell’opera che l’ha preceduto, ma la brevità (il film più corto della saga), l’influenza di Jason Bourne saggiamente utilizzata, gli strabilianti inseguimenti e l’inquietudine di fondo portano a compimento un capitolo notevole della saga.

Skyfall

Credits: MGM Pictures

Il terzo film dell’era Craig, il primo diretto da Sam Mendes, esce nel 2012 ed è, a oggi, il film con il maggior incasso nella storia della saga. Craig torna nei panni di un Bond mai così in difficoltà: deve fare i conti con qualcosa di imbattibile, anche per lui: il tempo. Il nuovo che avanza vuole demolirlo e sarà solo grazie alle sue vecchie skills, a un coltello e alla splendida Judi Dench, che interpreta M, che riuscirà a sopraffare un non memorabile Thiago Rodriguez, villain interpretato dal sempre ottimo Javier Bardem. 

CATEGORIA A

Agente 007 - Licenza di uccidere 

Il capostipite di quella che è, a 60 anni dalla sua uscita, una delle saghe cinematografiche più note di sempre. Maestosa la regia di Terence Young. Leggendaria la prima apparizione di Bond sullo schermo, grazie allo charme ineguagliabile e ineguagliato di Sean Connery. Indimenticabile Ursula Andress (interprete di Honey Ryder, la prima Bond Girl) che esce dall’oceano alla ricerca di conchiglie. Formidabile Joseph Wiseman nei panni del Dr. No, il primo storico villain. Tutto è epico e non potrebbe essere altrimenti. 

Sean Connery in Agente 007-Licenza di uccidere

Agente 007 - Dalla Russia con amore 

Terence Young firma anche il secondo film della saga, uscito nel 1963. Sean Connery non ha perso un briciolo del suo fascino, ma coloro che gli danno caccia si sono incattiviti. Due villain avanzano sotto gli ordini della Spectre: lo spietato Donald “Red” Grant (Robert Shaw) e l’astuta e ancor più malvagia Rosa Klebb (Lotte Lenya). L’opera è costellata di spettacolari scene d’azione (la sequenza sull’Orient Express domina su tutte) e ognuna di queste è basata sull’ambiguità tra apparenza e realtà (come il prologo spiega e la passione per gli scacchi di Donald Grant sottolinea). 

Agente 007 - Missione Goldfinger 

Shirley Eaton in Agente 007-Missione Goldfinger (1964)

Il terzo film della saga, uscito nel 1964, nel quale troviamo ancora Connery protagonista, vede Guy Hamilton dietro la macchina da presa per la prima volta nel franchise. Il film consacrò definitivamente la bond-mania, dopo i buoni successi dei primi due film. Il ritmo serrato, le tre affascinanti Bond Girl, la prima apparizione dell’Aston Martin DB5, l’umorismo sregolato ma mai eccessivo e l’epico villain Auric Goldfinger (interpretato da Gert Fröbe) donano al pubblico la prima, vera immagine di cosa Bond sarebbe potuto diventare.

Agente 007 - Al servizio segreto di sua maestà 

L’importanza del sesto capitolo della saga è seconda solo al capostipite Agente 007 - Licenza di uccidere. In questo film del 1969, diretto da Peter R. Hunt, infatti, si ha il primo passaggio di testimone da un attore protagonista a un altro: dallo scozzese Sean Connery all’australiano George Lazenby. Il film gioca a livello metacinematografico con questa successione di ruoli, ma questo sottile umorismo non fagocita il film, come nei peggiori film con Roger Moore, ma anzi dona nuova linfa a uno dei finali più struggenti e malinconici dell’intera saga. 

GoldenEye 

Martin Campbell può vantare il primato di esser riuscito a rianimare la saga per ben due volte: questo film del 1995, primo interpretato da Pierce Brosnan, ne è il primo esempio. La saga arrivava dal buon dittico interpretato da Timothy Dalton, ma senza riuscire a scaldare il cuore del pubblico. Campbell, quindi, calca la mano, senza risultare eccessivo, sul fascino e la sicurezza di Brosnan, che incarna un Bond che non fa rimpiangere il miglior Sean Connery. La scena, poi, in cui Bond guida un carrarmato è rimasta negli annali e la presenza di Sean Bean, interprete del villain Alec Trevelyan / Janus, nonché ex amico di Bond e quindi traditore dell’MI6 mostra potenzialità fino ad allora inesplorate. 

CATEGORIA S

Casino Royale 

David Craig in Casino Royale (2006)

Martin Campbell dirige nel 2006 il miglior film della saga di James Bond. Nessuno dei film precedenti e successivi gli si avvicina, vista la perfezione formale (il prologo in bianco e nero e l’inseguimento iniziale ne sono dimostrazione) e l’inappuntabile caratterizzazione dei personaggi principali, a partire da un Bond, interpretato per la prima volta da Daniel Craig, per nulla perfetto e a cui nulla interessa della preparazione dell’immancabile vodka martini, passando per Vesper Lynd (Eva Green), l’unica Bond Girl mai amata che si rivelerà la traditrice più spietata di sempre, fino ad arrivare a Le Chiffre (Mads Mikkelsen), un villain non invincibile, ma furbo almeno quanto l’agente segreto e che Bond sconfigge non con le proprie abilità, ma grazie all’aiuto di qualcun altro. Un film sulle origini di James che solo alla fine si presenterà come i suoi predecessori han sempre fatto, pronunciando l’epica frase: “Il mio nome è Bond, James Bond”. Uno dei migliori film di spionaggio di tutti i tempi.

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