Una breve storia dei patti col diavolo in musica

Di Nicola Battista

Da Il violinista del diavolo di Bernard Rose

La famosa favola di un chitarrista che vende l'anima a Lucifero in cambio di fama, soldi, donne, e soprattutto una tecnica impareggiabile è ormai parte dell'immaginario collettivo di tutti noi. Ma da quando abbiamo iniziato ad associare la musica con il mondo dell'occultismo e del satanismo?

Gli esseri umani da sempre associano fenomeni che non riescono a comprendere al mondo del soprannaturale, e sicuramente il virtuosismo musicale non fa eccezione. Ma per la prima accusa di satanismo propriamente detto bisogna aspettare il XIX secolo, e l'ascesa del folgorante Niccolò Paganini (1782-1840).

Niccolò Paganini

Paganini nasce a Genova, inizia a suonare all'età di sette anni, e nonostante il suo talento fosse riconosciuto da eminenti musicisti fin dalla tenera età, raggiunge la fama ben oltre i quarant'anni. Suona alternando composizioni proprie ed altrui, concentrandosi su arrangiamenti solisti e che mettessero in luce la sua straordinaria tecnica; attira fin da subito critiche perché il suo talento improvviso e quasi surreale per l'epoca non veniva considerato "naturale od umano". Questo fatto, insieme al suo aspetto lugubre (era infatti gobbo, estremamente magro, claudicante e pallido), al suo fare da donnaiolo, alle frequenti crisi depressive e all'abuso di alcol hanno contribuito a costruire la leggenda della vendita della sua anima. Inoltre, nella seconda metà della sua vita, le cure a base di mercurio per la tubercolosi che ha affrontato lo hanno portato ad una necrosi mascellare che lo ha reso ancora più simile ad un cadavere che ad un uomo.

Nonostante fosse fisicamente provato, durante i suoi concerti dimostrava una vitalità che nessuno si sarebbe aspettato da un uomo così malconcio. Morirà a Nizza, già molto malato da anni. Vi sono molti altri aneddoti sulla vita di Paganini che sembrerebbero indicare una sua associazione con il demonio, ma i riscontri sono pochi, e ho preferito separarli per onestà intellettuale.

Paganini, poco prima di iniziare a suonare, ha contratto il morbillo, cadendo in uno stato di morte apparente, da cui si è risvegliato solo all'ascolto della parola "violino" pronunciata da un parente nelle vicinanze. In giovane età, si dilettava a suonare di notte nei cimiteri, ed era solito rompere una o più corde suonando, tranne la corda di sol, che rimaneva sempre intatta per permettergli di suonare il suo pezzo di chiusura. Sicuramente un personaggio misterioso, Paganini è stato un pioniere dell'immagine del musicista dissoluto che è ormai nell'immaginario collettivo.

Continuando nel corso della nostra storia, le nostre ricerche ci portano ben lontano dalle corti europee e allo sfarzo tipico della musica classica. Siamo infatti nel Delta del Mississippi, ed è l'inizio del secolo successivo. I protagonisti? Robert e Tommy Johnson.

Robert Johnson

Robert (1911-1938) e Tommy (1896-1956) Johnson, nonostante il cognome condiviso, non sono imparentati, e pur essendo attivi negli stessi anni, non si sono probabilmente mai conosciuti. I due bluesmen hanno una storia molto simile, probabilmente frutto della stesso filone di leggende. Nati a una decina di anni di distanza, sono stati entrambi figure di spicco del Delta Blues, come chitarristi e cantanti. Entrambi profondamente legati ai vizi carnali, Robert fu noto per la sua lussuria, e Tommy per il suo consumo di spiriti, spesso di contrabbando. I due sono legati anche dalla stessa lugubre fama: avrebbero infatti, secondo la leggenda, incontrato il diavolo ad un incrocio desolato, e venduto l'anima per diventare fenomenali chitarristi. A questa storia si ricollega la testimonianza di Son House, altro noto bluesman del periodo, raccontando come Robert fosse un chitarrista mediocre prima di scomparire per alcune settimane, e ritornare improvvisamente con abilità sorprendenti sullo strumento.

Tommy Johnson

Purtroppo la realtà è che Robert non è sparito per poche settimane, ma per un anno, ed ha imparato la chitarra sotto la guida di Isaiah Zimmerman, tornando sulla scena con un bagaglio tecnico che ha lasciato il segno sulla musica blues per il mezzo secolo seguente. Ciò non gli toglie però l'onore di essere stato il primo tra i grandi musicisti morti all'età di 27 anni, in seguito ad un avvelenamento ad opera di un marito vittima di adulterio. Tommy morirà in età più avanzata, in seguito ad un attacco di cuore, dopo una vita passata nel Delta cantando e suonando ovunque gli fosse concesso.

Negli anni a venire le accuse di satanismo e di occultismo si sono moltiplicate a dismisura, specialmente con l'arrivo della musica rock al pubblico americano, ancora fortemente conservatore e religioso. Jim Morrison, Jimmy Page, la lista andrebbe avanti per molte ore, arrivando fino ai pionieri del black metal scandinavo. Sarebbe però da delineare come gli scandali relativi al satanismo, reale o presunto, di alcuni artisti siano diventati sempre più blandi con il passare del tempo, a testimonianza del crescente secolarismo della società contemporanea.


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