Lo spirito del West: 20 anni dall’uscita di "Spirit"

Di Angelica Brugnano

Esattamente 20 anni fa, il 24 maggio 2002, debuttava nelle sale americane Spirit - Stallion of the Cimarron, film d’animazione prodotto dalla DreamWorks. Si tratta del sesto lungometraggio della casa di produzione capitanata da Spielberg e Katzenberg, reduce dal recente successo di Shrek e Galline in fuga. Il film è diretto da Kelly Asbury e Lorna Cook, entrambi veterani dell’animazione: Asbury aveva lavorato a La sirenetta e Toy Story; Cook a Il Re Leone e Il Principe d’Egitto (quest’ultimo rappresenta il primo grande impegno della DreamWorks nel campo dei lungometraggi d’animazione).
Il film viene presentato fuori festival al 55° Festival di Cannes e ottiene una nomination agli Oscar come miglior film d’animazione nel 2003.
Nelle sale italiane la pellicola esce il 20 dicembre 2002 con il titolo Spirit - Cavallo selvaggio. Il Corriere della Sera lo ha definito «un racconto apolitico e coraggioso, un musical azzurro come il cielo del West, verde come le sue valli, rosso come gli scenari della Monument Valley».
Il film ha avuto uno spin-off animato, Spirit - Avventure in libertà, da cui è stato tratto il film Spirit - Il ribelle (2021).

«Io ero là… e me lo ricordo. Mi ricordo il sole, e il cielo e il vento che mi chiamava per nome, al tempo in cui i cavalli selvaggi correvano liberi».

Scena dal film Spirit-Cavallo selvaggio (2002)

Spirit è la storia del West raccontata da un cavallo.
Il film si apre con una suggestiva sequenza di oltre tre minuti: seguiamo un’aquila che vola tra i canyon e gli spazi immensi dell’America. 
Siamo nella seconda metà dell’Ottocento, in quello che veniva definito il vecchio West. Mandrie di cavalli corrono libere nelle sconfinate praterie del Far West. Qui nasce Spirit, splendido mustang selvaggio e indomabile destinato a divenire capobranco e protagonista di un’avventura che lo porterà lontano dalla sua amata terra.

Il rapporto tra uomo e animale è presente in tutto il film: è allontanandosi dal branco che Spirit incontra per la prima volta l’essere umano. Sono gli uomini della cavalleria americana, che lo catturano e lo portano in una base nel deserto dove cercheranno invano di domarlo. Qui Spirit incontra Piccolo Fiume, un giovane indiano della tribù dei Lakota, anch’esso prigioniero. I due fuggiranno insieme, costruendo un rapporto genuino di fiducia e amicizia. Spirit troverà anche l’amore in Pioggia, la giumenta di Piccolo Fiume.

Scena dal film Spirit-Cavallo selvaggio (2002)

L’opposizione tra bene e male è evidente: da un lato la natura selvaggia e incontaminata, incarnata da Spirit e da Piccolo Fiume, dall’altro la cavalleria, con i suoi desideri di conquista e dominio, che non potrà fare altro che arrendersi di fronte all’indole selvaggia del cavallo.

Dal punto di vista tecnico, gli animatori hanno utilizzato un metodo di animazione ibrido definito tradigital: i personaggi sono realizzati con l’animazione tradizionale in 2D, mentre i paesaggi e i fondali con l’animazione digitale tridimensionale. 
L’animazione dei cavalli è stata una vera e propria sfida: sono tra gli animali più complicati da animare, tant’è che per restituirne in modo realistico i movimenti e l’espressività, l’intero team di animatori ha seguito un seminario intensivo sull’anatomia, i movimenti e il comportamento dei cavalli al centro equestre di Los Angeles. Oltre all’osservazione e allo studio di cavalli dal vivo, gli animatori hanno trascorso intere giornate a osservare un magnifico stallone mustang che è diventato una sorta di modello reale a cui ispirarsi per caratterizzare Spirit.

Il modello di Spirit e l'equipe della Dreamworks

Spirit vuole essere un film realisticoÈ per questo che gli animali non parlano, o meglio, sono gli occhi e lo sguardo - decisamente umano - a parlare per loro e a rendere le parole quasi superflue. La voce fuori campo di Spirit (Matt Damon nella versione originale, Giorgio Borghetti in quella italiana) ci introduce nei pensieri del cavallo. 

Un ruolo essenziale è inoltre svolto dalla colonna sonora, che amplifica il tono emotivo della storia: alla musica di Hans Zimmer e alle canzoni di Bryan Adams (tradotte e interpretate da Zucchero Fornaciari nella versione italiana) viene affidata la narrazione indiretta delle emozione e dei pensieri del protagonista.
Il viaggio che intraprende Spirit per tornare nella sua terra e riconquistare la libertà è un viaggio sia fisico che metaforico: i colori e le ambientazioni sono stati curati attentamente in modo che avessero una corrispondenza emotiva ed evocativa.

Scena dal film Spirit-Cavallo selvaggio

La DreamWorks galoppa verso il successo con una storia fatta di coraggio e di legami inaspettati, di zoccoli, nitriti e immense praterie, dove un cavallo corre veloce come il vento per salvare la sua terra e riconquistare la libertà.

Oggi, a 20 anni dall’uscita, Spirit si conferma uno dei cartoni animati più belli ed emozionanti mai realizzati, continuando a incantare con pochi semplici ingredienti: l’amicizia, l’amore, il coraggio, il legame con la terra natia e la famiglia. E su tutti, la libertà.

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