Xavier Dolan a Torino presenta il suo "Laurence Anyways"

Di Alessandra Vita

Lunedì 16 maggio a Torino è stato assegnato, dal Lovers Film Festival e dal Museo del Cinema, il premio "Stella della Mole" al regista Xavier Dolan. In seguito al cinema Massimo vi è stato un incontro proprio con Dolan e una proiezione del suo film Laurence Anyways.

Amando molto i lavori del regista canadese e poiché proprio questo film mi mancava all'appello, ho deciso di parteciparvi. Ciò che mi ha colpita di più è che Xavier Dolan è esattamente la persona che immaginavo che fosse: umile e molto dolce, due qualità che traspariscono già dalla sensibilità con cui cura i suoi film.

Ovviamente ho trascritto tutto ciò che potevo, in modo da far partecipare in qualche modo anche voi lettori all'incontro.


@museocinema

Xavier Dolan: «È molto molto toccante ed emozionante per me essere qui stasera, è uno spettacolo meraviglioso vedervi tutti qui, non mi aspettavo una sala così piena di gente. 

Mi hanno detto che devo fare una breve introduzione, non so quanto breve riuscirò a essere. Vorrei condividere con voi una storia. Mi sono reso conto da pochissimo tempo che sono dieci anni che Laurence Anyways è uscito nelle sale cinematografiche, è incredibile come il tempo voli. 
È una storia che è iniziata molto tempo prima, ossia tre giorni dopo l'inizio di riprese di J'ai tué ma mère. Avevamo girato in campagna, poi ci aspettava una lunghissima pausa e avremmo ricominciato le riprese un mese dopo. Tornando in città a bordo di un van mi sono messo a chiacchierare con una donna componente della troupe che si occupava del dipartimento dei costumi, che era estremamente loquace. Aveva voglia di raccontare la storia della sua vita. Si è messa a raccontarmi di una festa che aveva celebrato col suo ragazzo due anni prima. Egli durante la festa le disse "C'è qualcosa che devo confessarti: io sono una donna". 
In quell'occasione io sono rimasto folgorato, non ci potevo credere. Ero un ragazzo di 19 anni con una conoscenza limitata del mondo transessuale e queer. Avevo fatto coming out due anni prima e per me esisteva il mio mondo gay, non ero così familiare con tutto quello che è il vastissimo mondo queer. Sono rimasto folgorato da questa sua dichiarazione. Mi ha raccontato il suo sentirsi completamente devastata da questa dichiarazione che le aveva fatto il suo compagno che l'ha colta di sorpresa senza capire che tipo di reazione avere. Era un aspetto nuovo in quegli anni, perché c'era una certa confusione col concetto di trans, spesso confuso col travestitismo. Un concetto difficile da capire per tantissime persone. 

Questo suo racconto mi ha talmente ispirato che arrivato a casa mi sono messo a scrivere 30 pagine di soggetto e sceneggiatura di quello che sarebbe poi diventato anni dopo Laurence Anyways... Immaginate poi che imbarazzo se scopro che voi non state per vedere Laurence Anyways ma Tom à la ferme... Poi ho preso in mano questa sceneggiatura due anni dopo. 

Laurence Anyways ha avuto tantissime recensioni, molte transfobiche. Facevano parte del periodo, naturalmente la situazione è molto cambiata anche se c'è ancora tanto da fare per progredire in questo ambito. Io stesso cambierei delle cose se dovessi rifare il film oggi: sceglierei un attore transessuale dal momento in cui è assolutamente normale trovare attori transessuali, invece parliamo del 2010/2011 dove sostanzialmente la transessualità nel mondo del cinema non esisteva. 

Sono particolarmente felice che tra tutti i film che ho realizzato sia stato scelto questo da presentarvi in questa serata: io l'ho rivisto recentemente. Sono tante le cose nei miei film di cui non vado fiero, ci sono una serie di errori e una certa pesantezza nelle scelte registiche che ho fatto. Ma la differenza in questo caso è che resto profondamente fiero di aver fatto questo film, e non lo dico per vantarmi, ma perché essendo realizzato nel 2012, ci sono momenti che possono essere scontati, ma ero giovane, e questa storia è stata raccontata in un momento fondamentale in cui doveva essere raccontata. Oggi sarebbe stato molto più semplice raccontarla. È un film che mi rende molto fiero e sono fiero di mostrarlo questa sera a voi, la cui presenza vale tutto per me».

Che aggiungere che non abbia detto il regista? 

Il film che abbiamo visto in effetti non mi ha fatto impazzire, sicuramente ho preferito altri suoi lavori, ma merita comunque una nota di merito per aver mostrato entrambe le facce della medaglia. Non seguiamo infatti solo il percorso di transizione di Laurence ma anche la frustrazione di Fred, la donna che lx ama ma che non vuole comunque stare con una donna, nonostante continui a provarci. La sua storia non viene mostrata colpevolizzandola: Dolan vuole solo scavare dentro le relazioni umane senza puntare il dito contro nessuno. Il regista canadese dimostra poi ancora di sapere sfruttare al meglio il mezzo cinematografico, usandolo per dare un'iconografia alle sensazioni e mostrare tutto ciò che si potrebbe solo dire a parole o provare sulla propria pelle. Dolan rende visibile ciò che non si può vedere e questo lo rende uno dei più grandi registi dei nostri tempi.

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