Cinque film saffici che forse non tutti conoscono

Di Eleonora Groppelli

Nonostante, al giorno d’oggi, il panorama cinematografico e seriale stia integrando un sempre maggior numero di prodotti rappresentanti la comunità LGBTQ+, la strada da fare è ancora lunga in quanto film e serie tv che presentano personaggi queer rimangono strettamente etero-normativi. Ciò significa che le sceneggiature tendono a lasciare questi personaggi in secondo piano evitando di approfondire la loro storia e limitandosi a stereotiparli. Dall’altro lato, anche nel momento in cui la storia pone al centro una figura LGBTQ+, quest’ultima è circondata da personaggi eterosessuali (perché il prodotto è principalmente destinato ad essi) limitando l’autentica rappresentazione dello spettro queer. A dimostrare questa tesi è il GLAAD, (organizzazione attivista finalizzata a promuovere un’accurata rappresentazione LGBTQ+), che nel report 2020-2022 mostra come solo l’11,9% della programmazione televisiva include personaggi queer. In particolare, però, sempre il GLAAD ci informa che di questo esiguo numero, nell’ultimo anno, è stata la rappresentazione lesbica a godere di più visibilità. A partire da questo dato, in onore del Pride Month, di seguito di seguito una serie di film saffici, realizzati nel corso di decenni, che meritano di essere visti.

DESERT HEARTS

Desert Hearts (Cuori nel deserto) è un film del 1985 diretto dalla regista e produttrice televisiva Donna Deitch e tratto liberamente dal romanzo Desert of the heart di Jane Rule. La professoressa universitaria Vivian Bell si reca in una cittadina del Nevada in attesa della sentenza di divorzio, qui incontra Cay Riwers, una ragazza apertamente lesbica, di dieci anni più giovane, per il quale inizierà a provare dei sentimenti contrastanti che la porteranno ad innamorarsene. Il lungometraggio di Deitch è stato il primo in assoluto a presentare una relazione lesbica caratterizzata da una vena pop, in maniera rispettosa e abbandonando il tono tragico spesso adottato nei film a tema LGBTQ+. Si tratta di una storia che, da un lato, infonde spensieratezza e leggerezza attraverso una fotografia dai colori brillanti e dall’altro descrive con profondità i turbamenti di due donne che provano dei sentimenti l’una per l’altra attraverso dialoghi autentici e diretti.

THE CHILDREN'S HOUR

Pellicola diretta da William Wyler nel 1961 vede Audrey Hepburn e Shirley MacLaine nei panni di Karen e Martha, due maestre che gestiscono una scuola privata femminile. Le loro vite vengono stravolte in seguito all’atto crudele e incosciente di una studentessa che per vendicarsi delle continue punizioni, racconta alla nonna dettagli sul rapporto intimo tra le due insegnanti. Notizia che presto si diffonde tra le famiglie e conduce le due a chiudere la scuola e confrontarsi sulla natura dei loro sentimenti. The children’s hour (Quelle due) è la trasposizione cinematografica della pièce teatrale La calunnia di Lillian Hellman, seconda alla precedente These three, girata sempre da Wyler nel 1936. La differenza tra le due sta nel fatto che la prima opera, a causa delle restrizioni imposte dal Codice Hays, venne trasformata in un convenzionale triangolo eterosessuale, mentre nella seconda Wyler ebbe la possibilità di accennare, anche se in modo implicito, ad una presunta omosessualità. È un film cupo che si approccia con delicatezza e una certa avanguardia ad una tematica all’epoca ben distante dagli argomenti canone presenti nelle sale.

SAVING FACE

Commedia romantica del 2004 Saving Face (Salvare la faccia) è il lungometraggio di debutto della regista Alice Wu (The Half of It, 2020). Wil è una giovane chirurgo cino-americana che si trova alle prese con una madre incinta che cerca disperatamente di trovarle marito e con gli intensi sentimenti (reciproci) che prova per Vivian, una ragazza cinese, figlia di amici di famiglia. La pellicola esplora, tutt’altro che superficialmente, le problematiche che queste situazioni creano all’interno della rigida cultura cinese, da cui madre e figlia cercano di difendersi aiutandosi reciprocamente e arrivando di conseguenza a capirsi e accettarsi con i loro pregi e difetti. Il fine del film è quello di scardinare il concetto appartenente alla cultura asiatica, e contenuto nel titolo, di “salvare la faccia”, mostrando, a sé e agli altri, realmente sé stessi.

CRUSH

Questo lungometraggio è uno dei prodotti a tematica lesbica più recenti, è stato, infatti rilasciato il 29 aprile 2022 sulla piattaforma HULU. Si tratta del debutto registico di Sammi Cohen, l’opera appartiene al genere coming-of-age e ritrae la vita dell’adolescente e artista Paige Evans che nel tentativo di avvicinarsi alla propria crush Gabby, entra a far parte della squadra di atletica. I suoi piani vanno all’aria nel momento in cui fa amicizia con la sorella di Gabby, AJ, per cui inizia lentamente a sviluppare dei sentimenti. Crush è un film fresco che porta sullo schermo un’ampia rappresentazione LGBTQ+, senza enfatizzare l’omosessualità dei personaggi e allontanandosi dall’eteronormatività. Si tratta di una storia dolce e divertente che esplora gli aspetti positivi e negativi della vita di un’adolescente, tra cui le prime esperienze amorose e i progetti per il futuro.

PARIAH

Pariah è un film del 2011 diretto da Dee Rees, regista conosciuta anche per film quali Bessie (2015)  e Mudbound (2017). Questa pellicola comunica già a partire dal titolo che indica una condizione di emarginazione, cioè qualsiasi individuo non accettato ed evitato dalla società. Così si sente Alike (o Lee), la ragazza diciassettenne lesbica e afroamericana protagonista della storia. Lee vive a Brooklyn con la sua famiglia ma quest’ultima, in particolare la madre, sembra non accettarla al 100%, la sua unica fonte di supporto è l’amica Laura (anche lei lesbica). Il film descrive una realtà, esistente ancora oggi, vissuta da migliaia di adolescenti (e non), ma lo fa enfatizzando la volontà della protagonista di esprimersi, di affermare la propria identità. Alike, infatti soffre tanto, a causa dell’ignoranza del padre riguardo alla sua identità sessuale, dell’aggressività della madre nei suoi confronti, a causa dell’allontanamento della ragazza che le piace ma non rinuncia mai a prendersi cura di sé, anche se ciò significa abbandonare amici e famiglia.


Ognuno dei film citati in questa breve lista è importante perché costituisce varietà di rappresentazione lesbica, permettendo al pubblico che si identifica come tale di immedesimarsi, di trovare conforto nel sapere che la loro esistenza, la loro condizione è riconosciuta e valida e merita una rappresentazione degna che si allontani dagli stereotipi.

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