"Bollicine" dell'Orchestra SenzaSpine torna più frizzante che mai

Di Laura Astarita

Si è svolto il 27, 28 e 29 dicembre al Teatro Duse di Bologna il tradizionale concerto di Capodanno dell'Orchestra SenzaSpine. Bollicine torna dopo due anni (nel 2020 l'appuntamento è saltato a causa del lockdown), ma si potrebbe affermare tranquillamente che l'energia da vendere sarebbe bastata benissimo anche per quattro anni.

Tommaso Ussardi in Bollicine. Credits: Orchestra SenzaSpine

Bollicine inizia con la visione di un video, nel corso del quale il pubblico viene aggiornato sulle attività della Senzaspine: la scuola di musica, il Coro degli Stonati (che si è esibito la sera del 27 nelle Zingarelle, dalla Traviata di Verdi) e  soprattutto il progetto "LaNaturaSì fa Musica" con i bambini e i ragazzi più giovani. A "presentare" la serata sono gli stessi direttori d'orchestra: Matteo Parmeggiani e Tommaso Ussardi

Parte del repertorio sono Bellini, Wagner, Strauss, Čajkovskij, Weber. La prima cosa che si nota a primo colpo d'orecchio, e che secondo me è giusto dire, è che si vede (e si sente) quando un'orchestra è abituata a suonare con gli stessi direttori. L'esecuzione è pulita, e l'atmosfera sul palco e col pubblico è frizzante, socievole e accogliente come un'uscita tra amici. 

La serata si potrebbe dividere in due "parti": la prima "per scaldarsi le mani", riprendendo le parole dei direttori, la seconda parte della serata, invece, più movimentata ("da villaggio turistico", sempre a detta loro), dedicata agli ospiti di quest'edizione e alle sorprese speciali in serbo per le singole serate!

Per chi non conoscesse la SenzaSpine: il primo intento dell'Orchestra è sempre stato quello di "svecchiare" la musica classica, rendendola alla portata di tutti. Importante è infatti il contributo di Senzaspine nel territorio bolognese per la formazione, per l'inclusività e il rendere la musica classica un mondo più accessibile per tutti. Con questo stesso spirito, Bollicine non soltanto si è lasciato ascoltare dal pubblico, come ci si aspetterebbe, ma anche cantare e suonare da quest'ultimoPer "suonare" s'intende che i Maestri Ussardi e Parmeggiani hanno creato le circostanze per dirigere il battito delle mani del pubblico (era la Marcia di Radetzky) come se facesse parte dell'orchestra.

Matteo Parmeggiani e l'Orchestra SenzaSpine.

Oltre a questa attenzione particolare verso il pubblico, si apprezza anche quella impiegata nella scelta dei guests. Le ballerine classiche e i danzatori di breakdance/hip-hop dello Studio Dance Ensemble che si sono "sfidati" sulle note di un valzer, il giocoliere Nicolò Ximenes che ha "duettato" insieme all'orchestra con le sue palline e il ballerino di tiptap Tommaso Parazzoli che, sostituendo per un minuto il direttore d'orchestra, ha fatto eseguire ai musicisti una serie di battiti ritmati sulle sue coreografie. Questi sono solo alcuni esempi dell'inventiva che quest'anno SenzaSpine ha messo in atto per intrattenere e regalare una serata effervescente al pubblico del Duse.

Visto il sostegno dell'Avis Comunale nei confronti di Bollicine, inoltre, durante la serata del 28 avviene sul palco del Duse la consegna del premio dedicato ai donatori più meritevoli dell'anno.

Lo spettacolo infatti è riuscito a dosare divertimento, ironia, musica e serietà all'insegna dell'emozione: il pubblico ha riso, ma ha anche goduto di ottima musica e di un'eccellente esecuzione. 

Ma ecco che, proprio quando tutti credevano che le sorprese fossero finalmente terminate, dopo i bis della serata del 27, annunciando il Valzer dei fiori (tratto dallo Schiaccianoci, "Uno dei più romantici" di Čajkovskij), il Maestro Parmeggiani s'inginocchia.

"Volevo rendervi partecipi della nascita di una nuova famiglia", dice, emozionato. Sul palcoscenico, davanti a tutti, Parmeggiani chiede alla flautista Annamaria Di Lauro di sposarlo.

L'emozione è stata forte, sia sulla scena che tra il pubblico. Un gesto spontaneo, che tuttavia ci sottolinea la voglia sincera di stare sul palco del Duse, da parte degli artisti, per condividere le emozioni più genuine (sia che queste riguardino la musica o la vita privata).

Il più grande successo della serata, infatti, è stato il valore che si è riusciti a dare all'esperienza: l'unica forse in grado di surclassare l'esclusività che viene attribuita (erroneamente) al genere classico. Bollicine infatti è un luogo di festa, di entusiasmo, che usa un repertorio del passato per celebrare il futuro. Ed è energia pura, fresca e frizzante come un buon calice di spumante! 

Presa dal post di @orchestrasenzaspine

Il concerto di SenzaSpine è stato in definitiva  il miglior augurio che potessimo ricevere per il 2022 in un teatro: uno sguardo positivo verso il futuro, in un periodo difficile, che ancora non sta mancando di spaventarci. Grazie SenzaSpine, auguri ai futuri sposi, e al prossimo anno con Bollicine!

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