Heartstopper: una marcia in più

Di Eleonora Groppelli e Fhe Pacifico

Da qualche settimana a questa parte su Netflix è approdata una serie che nel giro di poco tempo ha attirato l’attenzione di migliaia di persone. Parliamo di Heartstopper, tratta dall’omonima graphic novel dell’artista digitale Alice Oseman, composta da cinque volumi la cui realizzazione è tuttora in corso. Otto episodi da trenta minuti ciascuno narrano la storia di Charlie e Nick, due ragazzi adolescenti che si incontrano al liceo. Trattasi quindi di un racconto caratterizzato da contenuti LGBTQ+: visto mille volte e rappresentato in tutte le salse, si direbbe. Ci chiediamo quindi: cosa rende Heartstopper diversa da tutti gli altri prodotti a tema? 

UN'ONDATA DI FRESCHEZZA

Al giorno d’oggi, nelle serie tv e nei film la rappresentazione queer è presente ma è spesso limitata alla messa in scena di uomini bianchi, cisgender e gay. Questi personaggi, quando hanno un ruolo marginale, sono stereotipizzati come “l’amico gay da borsetta” oppure, quando sono protagonisti, la vicenda ha un finale tragico. Nel primo caso si può citare Titus Andromedon in Unbreakable Kimmy Schmidt (2015-2019), Marc St. James in Ugly Betty (2006-2010), Christian in Clueless (1995) e Julien in Emily in Paris (2020-in produzione); nel secondo alcuni esempi sono Brokeback Mountain (2005), Moonlight (2016), My own private Idaho (1991) e Call me by your name (2017). Per quanto riguarda gli altri tipi di rappresentazione, come quelle di persone lesbiche, bisessuali, transgender, asessuali e aromantiche, vi è un esiguo numero. Inoltre, spesso non hanno l’obiettivo di offrire un’immagine veritiera.

Heartstopper si differenzia dagli altri prodotti queer mainstream in quanto descrive vite di persone appartenenti alla comunità LGBTQ+ in modo spontaneo e autentico, raffigurando così i diversi approcci che si hanno con la propria sessualità e identità di genere. 

Scena dalla serie Heartstopper (2022-)

Possiamo distinguere tre gruppi che vivono questa esperienza in maniera differente: Elle, Charlie, Darcy e Mr. Ajayi; Nick e Tara; e Ben. I membri del primo, nonostante le difficoltà, sono orgogliosi di mostrare apertamente il proprio essere, a differenza dei secondi che, nonostante siano fierǝ di chi sono, preferiscono rimanere riservati per timore dell’opinione altrui. Infine abbiamo Ben, l’antagonista spaventato e insicuro che non riuscendo ad accettarsi per quello che è sfoga la propria rabbia bullizzando il protagonista. In questo modo viene mostrata una realtà che molte persone queer vivono e di cui spesso non si parla: l’omolesbobitransfobia interiorizzata.

ELLE: VERE RAPPRESENTAZIONI TRANSGENDER?

Yasmin Finney in Heartstopper (2022-)

La serie costruisce anche una delle prime, complete, perfette e positive immagini mediali per le persone transgender. 

Nella storia del cinema e dell’intrattenimento, le rappresentazioni di persone transgender o non binarie sono da sempre residue, e quando presenti sono per lo più marginali con la tendenza a ritrarre i lati negativi e tristi della loro vita. Inoltre, molto spesso il ruolo è interpretato da persone cisgender (uomini cisgender nel ruolo di donne transgender), di conseguenza nascono stereotipi transfobici a cui il pubblico rischia di abituarsi. Lo stesso discorso vale anche per il doppiaggio, che troppo spesso vede donne cisgender dare voce a uomini transgender. 

Heartstopper si allontana da tutto ciò presentando tra i protagonisti Elle, una giovane donna trans che nonostante i problemi di transfobia affrontati in passato vive una vita felice, caratterizzata da alti e bassi e da tutti quegli eventi a cui ogni adolescente si può interfacciare. Per esempio, trasferirsi in una nuova scuola, fare nuove amicizie o la paura di perdere i contatti con vecchi amici. Pilastro è il fatto che questo personaggio viene interpretato da una vera donna transgender, Yasmin Finney, e che nel doppiaggio italiano la voce sia quella di Chiara Leoncini. Elle può quindi definirsi un nuovo modello di rappresentazione della comunità transgender. 

LEGGEREZZA NON È SINONIMO DI SUPERFICIALITÀ

Una delle qualità principali fornite da questa serie (e graphic novel) è la rassicurazione. 
Come fa ciò? Offrendo al pubblico una storia che sceglie di evitare episodi tragici e toni cupi, il cui unico obiettivo è quello di raffigurare la vita di adolescenti (e non) in tutte le sue sfaccettature. Così facendo inserisce, in un catalogo ricco di storie che invitano a pensare che la vita di una persona queer sia caratterizzata principalmente da sofferenze, un prodotto sereno e confortante. 

Scena dalla serie Heartstopper (2022-)

Nonostante, quindi, Heartstopper possa essere considerato un prodotto leggero, ciò non significa che sia superficiale. Al contrario, nello svilupparsi della storia vengono portate a galla le problematiche tipiche di chi fa parte della comunità LGBTQ. 
Ci viene raccontato dell’outing forzato di Charlie e del conseguente bullismo che ha dovuto subire; Oseman con molta delicatezza descrive il percorso di Nick nell’esplorazione della propria sessualità. Non manca infine la rappresentazione di una coppia lesbica, lontana dalla rappresentazione a cui, nella maggior parte dei casi, questo tipo di relazione viene rilegata: oggetti sessuali per il piacere maschile. In questo caso le due ragazze sono semplicemente due ragazze, che vivono la loro relazione, i loro anni adolescenziali, la loro vita. E lo stesso vale per il personaggio di Elle, non rilegata a negativo stereotipo delle persone transgender.

Scena dalla serie Heartstopper (2022-)

Oseman costruisce quindi un mondo che ricorda a tuttǝ le lettrici e lettori del fumetto e le spettatrici e gli spettatori della serie televisiva che anche le persone queer possono vivere la loro vita come ogni persona etero e cisgender. Crea un universo che rassicura tutte quelle persone che fino a quel momento hanno avuto come modello solo immagini terziarie nate per soddisfare un gruppo di persone e non per fornire una legittima rappresentazione. Significativa è la focalizzazione su coppie esclusivamente queer, mettendo da parte il concetto di marginalità a cui siamo abituati. Ciò è dimostrato dalla centralità di una relazione omosessuale e rinforzato da altre coppie appartenenti allo spettro LGBTQ (Tara e Darcy, Elle e Tao). Attraverso questa diversificazione, Alice Oseman più che veicolare un messaggio di inclusività, esplicita che la comunità LGBT esiste e ha il diritto di essere rappresentata in tutta la sua interezza. 

L'INIZIO DI UNA NUOVA ERA

Dalla pagina Instagram di Alice Oseman (@aliceoseman)

Come sappiamo Heartstopper non è un contenuto originale Netflix ma nasce dalla graphic novel di Alice Oseman. 

In linea di massima la trasposizione televisiva (la cui sceneggiatura è ad opera proprio di Oseman) è quasi completamente fedele al fumetto, con alcune differenze significative. La graphic novel si concentra sulla relazione tra Charlie e Nick, introducendo gli altri personaggi ma non approfondendoli. Nella serie invece viene data più attenzione figure come Elle, Tara e Darcy, offrendo nuovi punti di vista che si spera vengano approfonditi in una seconda stagione. 
Infine, il fumetto di Oseman raffigura una ancora più vasta gamma di soggetti queer che superano la soglia dell’adolescenza e che sarebbe bello vedere sviluppati su una piattaforma così vasta come Netflix. 

Heartstopper pone le basi per una nuova rappresentazione e si spera che non sia chiusa in sé stessa ma sia l’inizio di un processo che si stava cercando da sempre.

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