Alla scoperta di un nuovo genere: tre korean drama che vi ruberanno il cuore

Di Laura Astarita

Dopo il successo di Squid Game, il gigante dello streaming Netflix ha iniziato a proporre nel catalogo internazionale diverse serie tv sudcoreane per far conoscere i k-drama all'Occidente. 

La Repubblica di Corea, molto più della Cina e del Giappone, è ad oggi un paese molto occidentalizzato. Rispetto a molti anni fa, i drama si sono molto adeguati alle esigenze del pubblico internazionale, nonostante alcuni di loro risultino ancora ostici per noi occidentali. Il problema è che persistono nelle regie coreane elementi bollywoodiani e oriental trash come gli split screen, le dissolvenze, le immagini in sovrimpressione che noi Italiani, purtroppo, associamo nell'immediato alle fiction modello Boris. 

Tuttavia, c'è da spezzare una lancia a favore dei coreani:  queste trovate registiche un po' bizzarre che piacciono ai coreani, nei loro drama, non sono spesso dovute a incompetenza o a tagli di budget (come succede in Italia). Anzi, il livello della regia e degli attori è generalmente piuttosto alto, e sicuramente questo fa la differenza rispetto ad Un posto al sole o Carabinieri 7.

Altro punto di forza del genere è la non-pretesa di continuità: sono poche le serie tv coreane che hanno più di una stagione. Una stagione di 16/20 episodi, infatti, è più che sufficiente per raccontare una lunga, appassionante storia, oltre che per vendere franchising, senza ricorrere ad assurdi colpi di scena come gente che torna dall'oltretomba o gemelli malvagi tenuti segreti, per produrre altre stagioni.

Le storyline dei drama sono tutte piuttosto sobrie e ben delineate, con una parabola precisa e un solo traguardo: la felicità dei protagonisti, il lieto fine. Fondamentali per il risolvimento del conflitto sono i concetti di "destino" e "vero amore", e le azioni dei protagonisti perneano interamente attorno alla ricerca/la protezione dell'unica persona mai amata, null'altro. Tuttavia, anche la rovente, irrazionale passione nei k-drama deve seguire delle convenzioni: per mantenere la “purezza” dei protagonisti, le vicende amorose si costellano dunque di lunghi sguardi, pochi tocchi, pochissimi baci e zero scene di sesso (anche se i contesti, spesso, lo permetterebbero!), mentre, naturalmente, non esistono i concetto di "scena di nudo" o "scena da adulti".

I k-drama, infatti, sono pensati per un pubblico molto, molto ampio: dai bambini agli adolescenti, dai giovani agli anziani, sia uomini che donne. Perciò queste serie coreane devono, faticosamente, includere elementi che interessino a tutte le fette di audience e al tempo stesso escludere quelli potenzialmente nocivi ad un pubblico family friendly. 

Classica foto promo di un drama coreano (in questo caso, Crash landing on you)

A rendere estremamente efficaci questi prodotti, infine, è la potenza dei sentimenti trasmessi e la dedizione degli sceneggiatori verso la narrazione delle emozioni più profonde che legano i comportamenti umani. Le vicende pongono i protagonisti di fronte a sfide ardue, se non impossibili, che tuttavia riescono a superare grazie alla lealtà incondizionata  dimostrata dalle persone amate. 

Insomma, ormai vi è chiaro: i k-drama sono le versioni fatte bene delle nostre soap opere. "Fatte bene" perché trionfano lì dove le soap falliscono: cioè, nel valorizzare i principi morali ferrei della tradizione coreana portando sullo schermo una buona storia. 

In questo articolo saranno selezionati alcuni drama romantici che potreste vedere per avvicinarvi al genere: tutti i titoli sono reperibili su Netflix. 

Ma vi avverto, questi show vi ruberanno il cuore. 

Avvocata Woo

Questo legal drama è prodotto da Netflix Corea, ed è in assoluto il prodotto più accessibile e che meglio riesce a conciliare le convenzioni cinematografiche coreane con quelle europee: esse, infatti, vengono “giustificate” perché la protagonista, Woo Young-woo,  è una ragazza nello spettro autistico. I tratti vagamente infantili della personalità di Woo, infatti, adeguano la vicenda ad un punto di vista più leggero che può coincidere con un'esigenza family friendly, mentre il tema della sensibilizzazione dell'autismo è qualcosa che può interessare i giovani e il contesto "legale", invece, i più anziani. 

L'autismo di Woo, inoltre, permette di giustificare anche qualche trovatina che noi occidentali reputeremmo "trash", come l'apparizione di un'orca assassina in CGI dentro un'aula di tribunale o una megattera che vola nel cielo di Seul. Queste visioni sopra le righe provengono della fantasia di una giovane adulta che, clinicamente, tende all'introversione, e a rintanarsi in una dimensione psichica/onirica fatta di balene e delfini. Per questo il pubblico non si sente straniato ma, anzi, si sente facilitato ad entrare nel mondo di Woo ed entrare meglio in empatia con lei. 

Poster Avvocata Woo


I cetacei marini infatti sono la più grande passione di Woo, insieme al diritto, ed è presso di loro che Woo si rifugia nei momenti di ansia e di conflitto interiore che si presentano nel corso della sua vita professionale da avvocata. E questo ci porta alla trama. 

La serie inizia col raccontare dell'infanzia della protagonista, quando il padre di Woo capisce che sua figlia non è un'autistica ordinaria, ma geniale. Vediamo che le prime parole di Woo non furono “mamma” o “papà”, ma un intero articolo del codice penale recitato a memoria. Woo, crescendo, si riesce a laureare in giurisprudenza col massimo dei voti e viene assunta in un grande studio legale a Seul. Lì potrà dimostrare il suo valore in quanto avvocata e approfondire i primi rapporti significativi di ostilità e di amore verso i colleghi. 

I punti forti di questa serie sono sicuramente tre. Il primo è l'attrice protagonista, Park Eu-bin. La sua interpretazione di una ragazza nello spettro autistico, infatti, è straordinariamente rispettosa, oltre che credibile e non stereotipata. L'attrice, oltre ad avere indiscutibilmente un grande talento trasformista, è anche una studentessa di psicologia. Questa informazione denota molto sul lavoro di Park Eu-bin, che ha svolto ben più del lavoro di una semplice attrice: l'interprete dell'Avvocata Woo ha intrapreso un percorso di empatia e di somatizzazione della sindrome di Asperger impressionante, che definirei uno studio psicoanalitico razionale ed emotivo completo più che di mimesi (alla faccia del Metodo Actor's Studios!). 

Scena da Avvocata Woo

Secondariamente, ogni episodio ha la sua causa legale da risolvere. Per tanto, ogni episodio porta alla luce screzi e controversie della Corea dei giorni nostri, ponendo spesso l'accento sui pregiudizi e le difficoltà reali che i disabili devono affrontare nella società moderna. In un episodio, ad esempio, l'Avvocata Woo deve provare in tribunale che una ragazza disabile non sia stata vittima di abusi sessuali da parte di un ragazzo che, per sua stessa ammissione, la vittima ammette di amare. L'avvocata della parte lesa si ritrova a chiedere alla vittima, nel corso del controinterrogatorio, se sappia in cosa, effettivamente, consista la differenza tra un abuso sessuale e un rapporto consensuale. La vittima disabile si rende conto di non saper rispondere alla propria avvocata e questo la farà scoppiare in lacrime di fronte alla Corte. Tutto questo avviene proprio nel momento in cui Woo inizia a frequentare, per la prima volta, un ragazzo che le piace, e questo la metterà bruscamente di fronte alla realtà: il mondo non avrebbe mai accettato a pieno che una come lei ami e desideri qualcuno. 

In effetti, è proprio la storia d'amore l'ultimo punto forte della serie di cui vorrei parlare: Woo vive un amore non platonico, che non ha la pretesa di dover sembrare “normale”, e che non solo fa riflettere sulla dimensione romantica, affettiva e sessuale delle persone disabili, ma ne elogia la bellezza, l'ingenuità e la purezza di sentimenti che dovrebbe contraddistinguere ogni primo amore. Commovente è la frase che Woo dice al suo fidanzato: "Tu mi vieni sempre in mente. È come se fossi una balena, eccetto per il fatto che non lo sei".

Quando poi Woo teme che stare con una donna autistica possa far sentire il suo innamorato da solo, la risposta che lui le dà è matura, e realistica: "Quello che provo è come l'amore non corrisposto per un gatto. Spesso i gatti fanno sentire da soli i loro padroni, ma loro amano lo stesso stare con loro. La loro presenza, stare con loro, li rende felici". Woo, tuttavia, controbatte: "Amore non corrisposto per un gatto non è un termine corretto, perché i gatti amano i loro padroni."

Una scena romantica tratta da Avvocata Woo

L'affetto reale

Un'altra serie particolarmente meritevole è L'affetto reale. Nella serie ritroviamo Park Eu-Bin (confermatasi un'attrice di vero talento e, come vedremo, davvero trasformista) insieme al famoso idol k-pop, Rowoon, che le fa da coprotagonista.

La storia è interessante, anche se pare uscita dalle fantasie di uno Shakespeare orientale o un George R.R. Martin adolescente.

La regia strizza l'occhio allo storyboard impiantato dal manhwa da cui è tratta la serie: Yeonmo di Lee So-young. 

Si tratta di un drama in costume, ambientato all'epoca della dinastia Joseon (1460 circa). Il primo episodio mostra due fratelli gemelli, un ragazzo e una ragazza, figli del principe ereditario, che vengono scambiati da giovani. 

I gemelli, nella famiglia reale di Joseon, infatti, sono considerati una disgrazia, perché non è ammissibile che il futuro Re possa aver condiviso l'utero con una donna. La principessa madre riesce a sventare la congiura e ad allontanare la figlia dal palazzo, salvandola dalle grinfie dell'infido ispettore Jung Seok-jo, che ha l'ordine del consigliere reale, nonché padre della futura regina, Lord Seongheon, di uccidere la neonata.

Rowoon e Park Eu-Bin in L'affetto reale

La bambina cresce da orfana, viene chiamata Dam-i e diventa cameriera di palazzo a dieci anni, quando un giorno incontra per caso il giovane principe suo fratello Lee Hwi. Il principe, sorpreso dalla somiglianza con la cameriera, sceglie di vestirla da uomo e farle occupare il suo posto nel palazzo mentre lui si assenta un intero pomeriggio per prendere parte da spettatore all'esecuzione pubblica del suo Tutore, accusato di tradimento. 

Nel frattempo, Dam-i ha conosciuto a palazzo Jung Ji-woon, il figlio dell'ispettore Jung Seok-jo, mentre serviva da cameriera. I due bambini si innamorano, e la purezza di quel sentimento non verrà dimenticata neppure una volta che saranno adulti. L'ispettore Jung, tuttavia, riconosce Dam-i, capisce che la gemella del principino non è morta e riceve l'ordine di sbarazzarsene da Seongheon. 

Per errore, tuttavia, l'ispettore ucciderà Lee Hwi mentre vestiva gli abiti della sorella, convinto che fosse Dam-i. Da questo momento, Dam-i viene costretta dalla madre a fingere di essere Lee Hwi: essendo ora l'erede al trono, non può rivelare a nessuno la sua vera identità, che nessuno conosce ad eccezione di un fidato eunuco e la dama di corte. 

Per evitare di venire scoperta, perciò, Dam-i allontana bruscamente chiunque provi ad avvicinarsi a lei. Viene chiamata “Il principe dei 5 passi”, perché non fa avvicinare nessuno ad una distanza minore. 

La recita va a gonfie vele per anni, finché non iniziano delle cospirazioni: qualcuno tenta di uccidere Lee Hwi, e al principe ereditario viene assegnato una nuova guardia del corpo. Nel frattempo, conosciamo Jung da adulto: diventato un medico dopo aver studiato a Ming, apre una clinica clandestina che però viene scoperta presto dalle guardie del Re (che ora è il padre di Dam-i e Lee-Hwi). L'ispettore suo padre ricatterà Jung, minacciando di prendere la vita dei suoi colleghi se il figlio non accetterà di diventare il Tutore reale del principe ereditario, ricoprendo perciò la posizione di prestigio che Jung ha sempre sperato per Ji-woon. 


Un frame da L'affetto reale

Quando Ji-woon e il principe si incontrano, Dam-i si rende conto che Jung, il ragazzino che l'ha amata da piccola, potrebbe riconoscerla, un giorno, e far saltare la sua copertura. Perciò cerca di allontanarlo da palazzo, tentando prima di farlo licenziare e in seguito di scommettere mettendo in palio le sue dimissioni. Jung però è tenace, e determinato a restare a corte per salvare la vita dei suoi amici. Così, d'un tratto, quando realizza di essere attratto dal principe, sceglie di confessarglielo, nonostante Ji-woon creda che Dam-i sia Lee Hwi, e quindi un uomo. Quando però la cospirazione degenera, il principe viene spodestare e deve fuggire. È allora che il suo Tutore la raggiunge e lei gli rivela la verità sul suo vero sesso. Proprio quando i due potrebbero vivere felici fuori dalla corte, però, il Re viene avvelenato e il principe è costretto a salire sul trono e a prendere moglie (una moglie con cui, chiaramente, non può giacere, esponendolo perciò al rischio costante d'essere scoperto). 

Questo infatti porterà ad un punto di non ritorno, in cui le malelingue su una presunta omosessualità del Re iniziano a girare, fino alla scoperta pubblica che il Re in realtà altri non è che una donna travestita. Quando tutto sembra perduto, però, Lee Hwi avrà dalla sua parte un suddito fidato che le starà sempre accanto, nonostante tutto.

L'Affetto reale, infatti, è principalmente una storia d'amore: un grande storia d'amore, estremamente epica e straziante. Il resto è una cornice. 

Sfida dopo sfida, complotto dopo complotto, viene temprato e plasmato un amore puro, incondizionato, capace di superare i concetti di genere e identità. 

Tutto questo ambientato in un paese come la Corea che, oggi, presenta ancora un altissimo tasso di omofobia. Park Eu-bin si traveste da uomo e impersona una donna che viene costretta a rinunciare alla propria identità per sopravvivere in un mondo di uomini. Al tempo stesso gli sceneggiatori ci insegnano che l'amore sa essere estremamente saggio, grazie al personaggio di Rowoon. 

Jung Ji-woon, infatti, si innamora di Dam-i in modo platonico e innocente quando sono bambini, ma si innamorerà di lei in modo non platonico anche quando si incontreranno da adulti, e lo farà pur credendo che lei sia un uomo. Quando scopre che invece è una donna, per lui, testualmente, «non è cambiato nulla», e la ama anche se ancora non è a conoscenza della sua identità. Questa dinamica "assolutistica" dell'attrazione tra i protagonisti rende l'intera storia, oltre che passionale, estremamente interessante: una buona storia, prima che una bella storia d'amore. Inoltre, la serie merita la visione anche e soprattutto per la bellezza dei costumi e le ambientazioni medievali, che costituiscono un setting perfetto per una storia d'amore epica. 

Foto promo de L'affetto reale

Crash landing on you

Crash langing on you è la storia d'amore di cui l'Occidente aveva bisogno. Yoon Se-ri, la “Chiara Ferragni” della Corea del Sud, durante un incidente in parapendio atterra per sbaglio oltre il trentottesimo parallelo, nella Corea del Nord. A soccorrerla è Ri Jeong-hyuk, capitano di un reggimento che al momento dell'atterraggio di Se-ri sta pattugliando il confine. Inizialmente, Jeong-hyuk vuole denunciare Se-ri alle autorità. Tuttavia, la donna riesce a sfuggirgli e a superare la linea di demarcazione nordcoreana. Come riesce, una comune civile, ad eludere i temutissimi soldati nordcorani? Semplice: i soldati del reggimento, al momento della fuga, sono tutti ubriachi (pur essendo ancora in servizio) o impegnati a guardare serie tv sudcoreane (che, come si può immaginare, in Nord Corea non è legale), mentre il Capitano Ri si trova con un piede su una bomba inesplosa. 

Perciò, quando i soldati riacciuffano Se-ri, la prima cosa che fa la sudcoreana sarà minacciare tutto il reggimento di confessare alle autorità che lei è riuscita a superare la dogana indisturbata per via della negligenza dei soldati. Ma questo solo nel caso in cui l'avessero consegnata alla polizia. Il Capitano Ri a questo punto si trova costretto, per il bene dei suoi uomini, e del proprio, a nascondere la ragazza in casa propria ed escogitare un modo illegale di farle lasciare il paese. 

La fine è facile da immaginare: Se-ri e il Capitano Ri si innamorano perdutamente, tanto da rischiare la vita più e più volte l'uno per l'altra, perennemente esposti al pericolo e alla tensione tra i loro due Paesi. Alla fine lui riuscirà a ricondurre l'amata nel Sud, al sicuro, mentre lui resterà al Nord. 

I due, tuttavia, sfideranno ogni tipo di convenzione internazionale per riuscire a stare insieme, dando vita a un conflitto estremamente struggente che, tuttavia, si giustifica con la sola e unica formula del vero amore. Il vero amore consapevole dei rischi, volenteroso di affrontarli e sorpassarli, senza però mettersi in pericolo o compiere scelte avventate. 

Hyun Bin e Son Ye-jin in Crash landing on you

Uno dei punti di forza di questo drama sono sicuramente la chimica spaventosa tra Hyun Bin e Son Ye-jin (i due attori protagonisti), che riesce a giustificare e rendere plausibile tutta questa trama altrimenti assurda. La storia risulta credibile, infatti, soprattutto dato il presupposto che il sentimento che lega i due protagonisti sia molto, molto forte: più forte dell'ideologia politica di lui, più forte della fama internazionale di lei.

Puntare tutto sullo chimica è stato un rischio, ma Hyu Bin e Son Ye-jin sono stati più che all'altezza delle aspettative. 

Il fatto che questi siano due attori piuttosto maturi per gli standard dei drama (l'età media di solito ruota tra i 20 e i 30 anni) ha reso i personaggi molto più realistici e più posati, spolverando così di lucidità e razionalità una storia d'amore passionale e impossibile. Complice, naturalmente, è stata poi anche la chimica off-screen dei due attori, che si sono proprio innamorati sul set di Crash landing on you insieme ai loro personaggi. (Piccolo memento gossip: i due si sono sposati ad aprile, tre anni dopo la fine della serie). 

Un altro punto di forza del drama è sicuramente l'insolito senso di “rispetto” reciproco che la serie dimostra per i due Paesi. Il primo timore di uno spettatore di fronte ad una serie del genere è di aspettarsi una sorta di “propaganda" di riunificazione delle due Coree. Un po' lo è, in alcuni punti, soprattutto quando la riunificazione viene nominata esplicitamente. Tuttavia, nessuno dei nordcoreani aspira minimamente al Sud. Dei due sistemi economici, inoltre, quello capitalista e quello comunista, non ne viene mai nominato uno “migliore” rispetto all'altro: entrambi hanno le loro croci e le loro delizie.

Un frame di Crash landing on you: i due protagonisti sul confine tra le due Coree


Il Sud Corea è sì dipinto come un'isola di prosperità, la cui abbondanza affascina inevitabilmente i "poverelli" del Nord... ma il capitalismo rende anche avidi, ambiziosi e spietati. Il denaro non permette la creazione di legami significativi, camuffa il sentimento in interesse e le relazioni umane, perfino quelle tra familiari, sono corrotte dall'avidità e l'ambizione. Ad esempio, quando il fratello maggiore di Se-ri scopre che lei è in Corea del Nord, paga un furfante affinché lui non la faccia tornare in patria. Questo perché Se-ri è l'erede designata alla dirigenza dell'azienda di famiglia, e lui sa che se lei morisse l'azienda diventerebbe, probabilmente, di sua proprietà. 

D'altro canto, in Corea del Nord, è vero, tecnologicamente sono molto più arretrati: manca l'elettricità, i giovani sono costretti a rinunciare ai propri sogni per trascorrere 10 anni nell'esercito, e spesso si è costretti ad andare contro la propria etica per sopravvivere ... è palesemente un sistema alienante e duro, ma è proprio in questa valle di lacrime che Se-ri riesce a creare quelle relazioni solide, di amicizia e di amore, che non era mai riuscita a intessere a Seul. Inoltre, la protagonista si rende conto che non tutto quello che possiede in Corea del Sud le è fondamentale. Se a Seul lei è la “principessa difficile”, che mangia solo tre bocconi ad ogni pasto, in Corea del Nord Se-ri mangia con gusto qualsiasi cosa le venga offerta, riscoprendo sapori genuini come quello del caffè o quello delle vongole grazie alla compagnia dei suoi nuovi amici.

Infine, la ricostruzione della Corea del Nord in Crash landing on you basata sulle testimonianze dei disertori e su accurati studi orientalisti è il punto di forza maggiore della serie. La Corea del Nord, in questo drama, non è la distopia orwelliana che immaginiamo: omicidi e sabotaggio, se vengono effettuati, non sono considerati “normali” nel sistema nordcoreano, e perciò diventano soggetto di indagine, persecuzione e sottoposizione ad equo processo da parte dello Stato. 

È vero, il governo autorizza lo spionaggio e le violazioni del domicilio in lunghe retate notturne, esiste la pena di morte, il campo di concentramento e quello di prigionia. Tuttavia, manca molto l'illustrazione dell'ideologia: quel nazionalismo che viene “inculcato” fin da bambini, la religione del Leader, tutto questo non esiste in Crash landing on you. A parte ciò che non viene menzionato, il resto non cade in difetto rispetto al Sud: viene solo presentato come un dato di fatto, parte di una cultura diversa, appartenente ad un Paese con leggi molto diverse e un sistema istituzionalmente diverso. Anzi, il principale antagonista non è una persona che agisce per contro del Governo, ma un traditore della patria nordcoreana. L'intera trama sembra voler puntare sui punti in comune, più che sulle divergenze, e forse va bene così. 


Una scena di Crash landing on you

Crash landing on you è una bella storia d'amore che non ha pretese di fare propaganda politica o informazione, come sarebbe invece accaduto con una serie americana, probabilmente. Senza moralismi o toni da lezioncina, questo drama fa sognare lo spettatore con una storia d'amore impossibile: impossibile come, or ora, sarebbe riunificare le due Coree. Eppure, nonostante tutto, lo spettatore spera e sogna insieme ai personaggi. E proprio come ci si emoziona quando Se-ri e Jeong-hyuk riescono a rincontrarsi in Svizzera dopo tre anni, nel finale, allo stesso modo non ci si può non emozionare davanti a scene come quella in cui Nordcoreani e Sudcoreani guardano insieme la stessa partita di calcio, Corea contro Giappone, e fanno tutti insieme il tifo affinché la Corea conquisti la vittoria. Proprio come se tutti loro appartenessero ad un'unica, grande nazione. 

Perché in un korean drama non è importante ciò che viene detto o fatto, ma il sentimento alla base di ogni azione e ogni parola: in questo caso l'amore e la speranza di avere, un giorno, un futuro insieme

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