L'arte dell'animazione nei 5 film candidati agli Oscar

L’8 febbraio sono stati annunciati i candidati agli Oscar. Nella sezione miglior film d’animazione le proposte sono: Encanto, Flee, Luca, Raya e l’ultimo drago e I Mitchell contro le macchine
Per questa occasione la Eventbrite ha organizzato una diretta con registə, sceneggiatori, sceneggiatrici, produttrici e produttori dei cinque film candidati. Durante l’evento sono stati trattati diversi temi, tra domande del presentatore, Dan Sarto, e domande del pubblico, relativi ai processi di produzione e alle scelte artistiche. Il dibattito ha scaturito in noi un interesse nell’indagare il legame tra la produzione e le tecniche d’animazione, soprattutto in nome della diversità che contraddistingue ognuno di questi cinque film.

ENCANTO

Di Fhe Pacifico

Encanto (2021) è il sessantesimo film d’animazione della Disney ed è diretto da Byron Howard e Jared Bush. Come molti suoi film predecessori (basti vedere Rapunzel – Tangled del 2010 e Frozen del 2012), è stato realizzato attraverso l’animazione 3D e i sistemi di rendering CGI, ma quello che fa distinguere questo film della casa di Topolino agli altri presenti nel suo catalogo sono le innovazioni, non tanto tecnologiche quanto di sfruttamento delle tecnologie presenti. 
Fonte: Disney News

Prima tra questi è la famiglia Madrigal. Il compositore delle musiche di Encanto, Lil-Manuel Miranda, decide infatti di riprendere l’idea iniziale di una famiglia numerosa per Oceania (2016) e realizzarla nel nuovo film della Disney, consapevole della scelta «inaudita nell’animazione Disney» (Cavna, 2021), citando il cosceneggiatore e regista Jared Bush,  a causa della difficoltà di dare a tutti i personaggi un proprio spessore narrativo. Per eliminare questo problema, fondamentale è stata la collaborazione tra animatori, compositori delle musiche e coreografə: «è interessante come la musica, la danza e il movimento si sovrappongono in un modo davvero insolito. Quando senti il nostro insegnante di danza colombiana parlare con gli animatori, sembra un mentore di animazione» (Chrysostomou, 2021), dice il co-regista Byron Howard. È la stessa musica che, quindi, ci permette di sottolineare maggiormente la differenza tra i personaggi e la loro natura. Ad esempio la protagonista Mirabel balla la salsa cali, un mezzo per sottolineare i suoi errori e sbadataggine. 
Fonte: Disney News

Encanto è il continuo della tradizione disneyana, grazie all’animazione 3D e le canzoni, ma è anche innovazioni, possibili non solo per la numerosa famiglia opportunamente caratterizzata, ma anche grazie ad un nuovo livello di realismo e le minuzie (come i minimi dettagli del tessuto dei ricami sui vestiti di Mirabel, oppure Casita costruita a partire dalle abitazioni tradizionalmente colombiane grazie all’aiuto di architetti colombiani), permettendo di creare un prodotto realistico e il più vicino possibile alla realtà. Coreografia, animazione, canzoni, realismo e caratterizzazione dei personaggi non solo coesistono e sono correlati, ma sono anche le ragioni che hanno portato il film al successo e a riscrivere l’animazione cinematografica.
Fonte: Disney News
Qui trovate la recensione completa del film.

I MITCHELL CONTRO LE MACCHINE

Di Anna Rizzo

I Mitchell contro le macchine. scritto e diretto da Mike Rianda e Jeff Rowe, è stato prodotto dalla Columbia Pictures e dalla Sony Pictures Animation e distribuito su Netflix.
Quando gli animatori supervisori, Nick Kondo e Tim Rudder, si sono interrogati sulle strade da percorrere per questo progetto, hanno individuato come punto di partenza il tema del legame tra l’umanità e i suoi difetti. Questo concetto li ha naturalmente portati a scegliere uno stile che simula un’illustrazione disegnata a mano con forme organiche e trame ad acquerello. Il supervisore degli effetti visivi, Michael Lasker, si era occupato precedentemente di Spiderman: Into the Spider-Verse e una volta messo a conoscenza dello stile scelto ha immediatamente specificato la propria volontà di distaccarsi dall’estetica fumettistica. 
Per realizzare le visioni di Katie, la protagonista, sono stati schizzati su tutto lo schermo dei disegni in 2D aggiunti nella fase finale a un’animazione in 3D per trasmettere il modo unico e caotico che ha di guardare ciò che la circonda.
Fonte: befores & afters - VFX magazine

L’animazione dei robot PAL MAX è stata realizzata con una tecnica a parte: ogni robot è stato disegnato in 3D poi tagliato in tante piccole sezioni, a loro volta separate e animate singolarmente. La sfida più ardua è stata affrontata nel mantenere un linguaggio formale unico per tutti i robot. 
Un’ulteriore difficoltà è stata la sincronizzazione del labiale, soprattutto nelle scene emotive, a causa delle forme delle labbra così grafiche ed esagerate. Anche gli occhi grandi e rotondi hanno creato problemi nell’animazione delle palpebre e nella riuscita di determinate espressioni.
Fonte: befores and afters - VFX magazine

Diverso è stato anche l’approccio alle scene più pacate rispetto a quelle d’azione. Nelle prime lo studio è stato minuzioso per restituire una maggiore verosimiglianza e un senso della realtà nel mondo umano. Nelle scene d’azione, invece, tutti gli addetti alle animazioni si sono scatenati nel rendere più selvagge e fuori dal mondo le situazioni a livello visivo.

Il risultato è un’opera del tutto originale sia sul piano contenutistico che formale. La stravaganza estetica con cui tratta in maniera tragicomica argomenti molto attuali, permette a questo film di spiccare tra le proposte recenti.

LUCA

Di Fhe Pacifico

Luca è un film diretto da Enrico Casarosa. Qui la Disney e la Pixar portano all’incontro tra l’arte giapponese, l’animazione 2D e 3D. La scelta non solo avviene per ragioni registiche ma anche per meglio «catturare l’onestà dell’epoca […] portando a casa la semplicità del tempo e del luogo» (Jefferson, 2021), spiega il produttore Andrea Warren. In questo modo l'obbiettivo è rendere Luca la rappresentazione dell’Italia vissuta dal regista. Il supervisore degli effetti speciali Jon Reisch spiega che nonostante «tutti gli strumenti di simulazione avevano questo senso fisico e del movimento che vuole risultare il più fotorealistico possibile […] siamo sempre stati tirati indietro da Enrico per ottenere un aspetto più semplificato» (Jefferson, 2021)
Fonte: The Walt Disney Company

Una degli elementi più stilizzati del film è l’acqua. Ciò è stato possibile riprendendo il controllo sul rendering della computer grafica, realizzando l’immagine dell’acqua stilizzata. Per fare ciò «abbiamo cercato di catturare le forme semplificate e sinuose dei riflessi che abbiamo trovato nelle xilografie giapponesi» (Clarke, 2021), dichiara Kim White, direttore della fotografia. 
Luca si distingue anche per la nuova tecnologia introdotta per la trasformazione dei mostri marini in esseri umani, scene complicate non solo a livello tecnico ma anche perché Enrico Casarosa voleva che «la trasformazione fosse qualcosa che sta accadendo al personaggio, piuttosto che un abito che si infila o si toglie» (Radulovic, 2021) afferma Beth Albright, supervisore dei personaggi. Per far ciò è stata creata una nuova tecnologia, la quale sfruttava l’esistenza dei personaggi sia come umani che come mostri marini per riuscire a passare più fluidamente possibile da uno all’altro, rendendo quasi invisibile la forma assunta precedentemente.
Fonte: The Walt Disney Company

La bellezza di Luca è il risultato del tuffo della semplicità nel mare dell’innovazione. 
«Ora siamo in questo posto dove tanto è stato conquistato. Ora si tratta più di come lo usi? Quindi non è che dobbiamo creare uno strumento completamente nuovo. È un po' di più: Oh, ma posso davvero non farlo sembrare realistico?». Il passato quindi diventa uno dei mezzi per entrare in contatto con un nuovo futuro.
Fonte: Pixar Animation Studios
Qui trovate la recensione completa del film.

RAYA E L'ULTIMO DRAGO

Di Anna Rizzo

Raya e l’ultimo drago è diretto da Don Hall, Carlos Lopez Estrada, Paul Briggs e John Ripa, prodotto e distribuito dalla Disney.

Ci troviamo di fronte al primo film Disney della storia realizzato interamente da remoto, durante la pandemia. Il dipartimento tecnologico della Disney Animation ha spedito le strumentazioni in tutto il mondo per poter lavorare da casa. Raya e l’ultimo drago è anche il primo film Disney della storia con una leadership tecnica tutta al femminile e multietnica. Con maestria hanno saputo recuperare ed evolvere le tecnologie create negli ultimi dieci anni. Per esempio, hanno deciso di riutilizzare Hyperion, uno strumento impiegato per la prima volta in Big Hero 6. Da Zootopia hanno ripreso le tecniche di simulazione delle pellicce; da Oceania gli strumenti di animazione dell’acqua; da Frozen 2 hanno proposto una versione aggiornata del sistema volumetrico e degli strumenti per le ambientazioni. 

Bisognava evitare di proporre l’ennesima rappresentazione stereotipata dell’Asia, quindi, ci si è rivolti al The South East Asian Story Trust, un gruppo di architetti, antropologi, musicisti e sociologi esperti della cultura locale. Il lungo periodo di studio e ricerca ha portato i tecnici a scegliere un approccio differente per lo sviluppo di ogni regno con relativo clan. Ritroviamo nella storia, elementi culturali di varie popolazioni asiatiche, dalle Filippine, al Vietnam, alla Thailandia. È stato assegnato un gruppo di tecnici per ogni regno incaricato di sviluppare un proprio specifico linguaggio del design.
Fonte: 3dtotal

Il regno di Zanna è angolare, dritto e simmetrico. Studiato così per trasmettere un senso di rigidità emotiva. Coda è la più caotica e dato che era stata pensata come il luogo in cui in passato le persone si recavano per svago, il regno è costellato di palazzi giganti in cima alle colline crollate a causa della scomparsa dell’acqua. Dorso si contraddistingue per un design forte e stabile. È un luogo montuoso, freddo e innevato. Le strutture sono enormi e fatte di bamboo. Artiglio è il risultato dei racconti del team sui ricordi d’infanzia. Spiccato è infatti il riferimento alla tradizione, al folklore, alla cucina e ai momenti di festa. Cuore è disseminato di elementi architettonici esistenti nella realtà, uno fra tutti il ponte-dragone che si trova a Da Nang in Vietnam, denominato Cau Rong. 

Per le scene di combattimento, gli animatori hanno studiato le tecniche delle arti marziali del sud est asiatico e sono stati affiancati da degli atleti per delineare ogni singolo movimento delle scene di combattimento, eseguite in CGI.
Il personaggio di Raya ha richiesto l’elaborazione di due impianti tecnici differenti: uno per lei da bambina e un altro per lei da grande.
Fonte: 3dtotal

Per i draghi, è stato fondamentale studiare il valore spirituale di queste creature in Asia. L’obiettivo era renderli il più possibile lontani dall’iconografia mitologica occidentale.
Le espressioni del volto del drago Sisu sono state copiate dai lineamenti dell’attrice che la interpreta. Per il passaggio, poi, dalle sembianze di drago a umana, sono stati creati due impianti tecnici differenti – derivati dalle trasformazioni di Maui in Oceania.

Più complesso è stato il lavoro sugli antagonisti, i Druun, che ha richiesto un anno intero di progettazione e sperimentazione. Il dipartimento degli effetti ha modellato queste creature sulla texture del fumo e di particelle a cui hanno aggiunto dei vortici di luce. Per ottenere quella specifica tonalità di viola esclusivo dei Druun, si sono affidati a Houdini, un software di animazioni 3D.


Raya e l’ultimo drago è innovativo in tutto e per tutto, per questa ragione sosteniamo che possa rappresentare un vero e proprio spartiacque, introducendo così una nuova era per la storia della Disney.

FLEE

Di Anna Rizzo

Flee è diretto da Jonas Poher Rasmussen, co-prodotto da una serie di case indipendenti minori e distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Festival.
Il regista ha deciso di raccontare la storia di un suo amico d’infanzia attraverso un documentario d’animazione. Ci son voluti anni e una profonda intimità emotiva per far raccontare tutto nel dettaglio.
Jonas ha assunto grande elasticità mentale per conciliare la libertà produttiva dei documentari con la rigida progettazione delle animazioni. Rasmussen in passato ha lavorato in radio e ha deciso di conferire al film una struttura narrativa da documentario radiofonico. Una delle tecniche documentaristiche a cui si fa riferimento più spesso nel film è il FLY-ON-THE-WALL che prevede lunghe riprese dall’alto senza tagli e lievemente ondeggianti. 
In una prima fase, il regista ha effettuato tutte le riprese in live action.
Alla base di tutte le animazioni c’è lo storyboard su cui è intervenuto anche Janus Billeskou Jansen, montatore e stretto collaboratore di Thomas Vinterberg (regista di Un altro giro). Lo storyboard è stato reso estremamente dettagliato appositamente per facilitare e velocizzare il lavoro a causa delle restrizioni di budget. Il regista, per la prima volta, si è trovato a collaborare con una grande squadra.
L’animazione è stata scelta per tutelare l’identità del protagonista Amin. Proprio per questa ragione, al contrario di quel che si possa pensare, non è stata adottata la rotoscopia.  Le prime bozze di Amin erano troppo “disneyane”, belle, patinate e questo rischiava di far sembrare la storia di fantasia. L’obiettivo invece era rendere chiaro che si trattasse di una storia del tutto vera, quindi sono stati conservati i difetti delle riprese in live action e tramutati in animazione. 
Fonte: EF Neon

Il character designer ha progettato i personaggi di Amin e del regista inglobando lo stato emotivo delle scene per instaurare un forte legame con l’umanità della storia. Per rappresentare i parenti di Amin, ha osservato le fotografie di famiglia. Nelle scene in cui Amin ricorda le esperienze più traumatiche, l’animazione si fa quasi astratta con schizzi di disegni in bianco e nero di figure in movimento. Questa scelta trasmette perfettamente l’ambiguità del rimosso.

Durante il film, l’animazione si alterna a filmati d’archivio che ricordano al pubblico la veridicità della storia. Il direttore artistico Jess Nicholls ha ideato le scenografie, soprattutto l’ambientazione di Kabul, consultando libri, filmati d’archivio, mappe e schemi di costruzione.  Giunti alla versione definitiva delle scene a Kabul, è stato convocato un gruppo di persone afghane per capire se la rappresentazione fosse fedele. Nicholls ha anche analizzato le specie di vegetazione e il tipo di luce nei differenti periodi dell’anno. 
Fonte: EF Neon

Per le scene ambientate nell’appartamento a Mosca, bisognava capire come inserire la macchina da presa in una scatola chiusa. È stata costruita una scultura in 3D per testare gli angoli da cui poter filmare.
Prima di confermare ogni scelta il regista sottoponeva i progetti all’attenzione di Amin che applicava correzioni o li approvava. Il film è stato pensato per una versione in inglese solo quando è stato presentato al Sundance, un festival del cinema nello Utah.
Fonte: EF Neon

Nonostante le numerose limitazioni, Flee non solo è riuscito a raggiungere il palcoscenico mondiale degli Oscar, ma potrebbe essere il primo film della storia a ottenere il premio come miglior film straniero, miglior documentario e miglior film d’animazione. 

I NOSTRI PRONOSTICI

Dopo un’attenta analisi di tutti i cinque film candidati e anche della loro parte tecnica, crediamo che il film che vincerà agli Oscar nella sezione film d’animazione sarà Encanto. Ciò che a nostro parere lo condurrà alla vittoria risiede nell’efficacia con cui la Disney ha gestito i canali pubblicitari, in special modo con TikTok e la canzone Non si nomina Bruno. Una volta che i frame del film hanno raggiunto le piattaforme social hanno fatto breccia nel cuore del pubblico grazie alle rappresentazioni più inclusive, il tutto impreziosito da una scintillante performance tecnica dell’innovazione sull’antico palcoscenico della tradizione dell’animazione, come solo Hollywood sa fare.

Giunti al termine della nostra indagine ci domandiamo se oggi sia possibile l’approdo nei grandi eventi cinematografici di opere d’arte di qualità provenienti da realtà produttive minori. La storia del cinema ci insegna che c’è bisogno di grandi finanziamenti e grandi incassi per essere ricordatə in questo mondo, ma non sarà arrivato il momento di puntare i riflettori anche su coloro che si fanno portatori di arte servendosi di budget esigui? Potranno mai dei film realizzati nei margini dell’industria vincere eventi come l’Oscar?


Bibliografia Encanto:
Bibliografia I Mitchell contro le macchine:
Bibliografia Luca:
Bibliografia Raya e l'ultimo drago:
Bibliografia Flee:

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