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Quando il caos primordiale prese Hollywood: "Babylon", un film sagacemente scomodo

Di Elena Di Ruvo Se c’è una cosa che il pubblico di sala ama vedere è il cinema dentro al cinema; e questo Damien Chazelle l’ha capito molto bene nel suo ultimo film, Babylon : un quadro assurdo ed esplosivo sul violento declino del cinema muto hollywoodiano. Ciò cui assistiamo non è il classico sviluppo di eventi che vanno da un punto A a un punto B per una trama fatta e finita; o almeno, non è lo scopo prioritario.  Diego Calva e Margot Robbie in una scena del film. L’opera di Chazelle è piuttosto un ardito esperimento registico che raggruppa esperienze, personalità e ansie, figlie di quell’incertezza esistenziale che il terremoto del sonoro scatena nel mondo dell’industria cinematografica fino allora conosciuto. Storie intrecciate che danno piena espressione a personalità contorte e devastate, a cominciare dalla protagonista Nellie LaRoy ( Margot Robbie ). I giochi voyeuristici sulla sua carriera altalenante la dipingono come la classica ragazza di campagna fatta da sé, che ha avuto

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